Il dirigente o il responsabile del competente ufficio comunale, accertata l'esecuzione di interventi in assenza di permesso, in totale difformità dal medesimo, ovvero con variazioni essenziali, determinate ai sensi dell'articolo 32, ingiunge al proprietario e al responsabile dell'abuso la rimozione o la demolizione, indicando nel provvedimento l'area che viene acquisita di diritto, ai sensi del comma 3.
Se il responsabile dell'abuso non provvede alla demolizione e al ripristino dello stato dei luoghi nel termine di novanta giorni dall'ingiunzione, il bene e l'area di sedime, nonché quella necessaria, secondo le vigenti prescrizioni urbanistiche, alla realizzazione di opere analoghe a quelle abusive sono acquisiti di diritto gratuitamente al patrimonio del comune. L'area acquisita non può comunque essere superiore a dieci volte la complessiva superficie utile abusivamente costruita.
Per gli interventi abusivamente eseguiti su terreni sottoposti, in base a leggi statali o regionali, a vincolo di inedificabilità, l'acquisizione gratuita, nel caso di inottemperanza all'ingiunzione di demolizione, si verifica di diritto a favore delle amministrazioni cui compete la vigilanza sull'osservanza del vincolo. Tali amministrazioni provvedono alla demolizione delle opere abusive ed al ripristino dello stato dei luoghi a spese dei responsabili dell'abuso. Nella ipotesi di concorso dei vincoli, l'acquisizione si verifica a favore del patrimonio del comune.
Gli AA. partendo dall'esame delle modalità con le quali il legislatore ha inteso tutelare i soci di minoranza (convocazione dell'assemblea su richiesta della minoranza, rinvio dell'assemblea, denunzia al collegio sindacale, denunzia al Tribunale, diritto di ispezione dei libri sociali, ecc.) analizzano poi le modalità con le quali aumentare tale tutela attraverso apposite norme statutarie, ossia attraverso un atto di volontà dei soci fondatori o dell'assemblea. Da ultimo, vengono richiamate alcune massime giurisprudenziali significative avuto riguardo all'abuso della maggioranza a danno degli altri soci.
Riguardo ai dati rilevati nella ricerca che appaiono difformi rispetto a quelli emergenti nella letteratura, oltre ad una certa confusione fra abuso in genere e molestie sessuali quando si immagina che la vittima sia una bambina, il dato più rilevante appare quello che il gruppo nel suo complesso vive come non pensabile la figura della madre maltrattante. Relativamente alle cause del fenomeno, si è riscontrata la diffusa convinzione che alla base del maltrattamento debbano essere necessariamente delle condizioni psichiche alterate nei genitori maltrattanti. Infine, per quanto attiene alla modalità di punizione è emersa evidente la tendenza a ipotizzare pene estremamente severe per i genitori maltrattanti.
La determinazione di sostanze di abuso
Abuso di steroidi anabolizzanti nel doping. Analisi tossicologica del metandrostenolone
Mediante l'utilizzo della spettrometria di massa nel Centro di medicina dello sport nella stessa Università, si è giunti alla conclusione che tali reperti non contenevano sostanze stupefacenti, bensì metandrostenolone, uno steroide anabolizzante di sintesi, soggetto ad abuso in campo sportivo e bandito dai regolamenti antidoping. La circostanza del rinvenimento ha indotto gli esperti della Sezione di medicina legale e quelli del Centro di medicina dello sport a un approfondimento della problematica "doping", con particolare riferimento agli steroidi anabolizzanti che, oltre a possedere i ben noti effetti collaterali, sono considerati ad oggi sostanze d'abuso in quanto realizzano un vero e proprio stato di dipendenza. Allarmante è la facilità con cui queste sostanze possono essere reperite sia attraverso il mercato clandestino sia attraverso il commercio in Internet anche da persone che non ne conoscono la reale pericolosità. Attuale è la constatazione di come questi preparati, già vecchi come concezione, vengano ancora abbondantemente utilizzati non solo in sports di potenza, ma anche in sports in cui è richiesta una buona componente aerobica.