Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Lottizzazione abusiva, confisca e buona fede dei proprietari estranei al reato: revirement della Cassazione? - abstract in versione elettronica

108721
Scarcella, Alessio 1 occorrenze
  • 2009
  • DoGi - Dottrina Giuridica
  • diritto
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La Corte di cassazione inaugura, con la sentenza in commento, un orientamento che sembrerebbe aprire uno spiraglio ad un revirement sulla possibile rilevanza dello stato soggettivo di buona fede in tema di confisca di terreni e costruzioni abusivamente lottizzate. Il giudice di legittimità, infatti, pur affermando di non discostarsi da un orientamento interpretativo consolidato offre, tuttavia, da un lato una possibile soluzione esegetica del giudizio di costituzionalità attualmente pendente relativo all'art. 44, comma 2, del d.p.r. 6 giugno 2001, n. 380 e dall'altro, pone autorevolmente le basi per il definitivo riconoscimento della natura di vera e propria "pena" della confisca nel reato di lottizzazione, così come di recente riconosciuto dalla Corte dei diritti dell'uomo nel noto caso di "Punta Perotti". Come si ricorderà, infatti, la CEDU, in sede di ricevibilità del ricorso, ha inizialmente riconosciuto che la confisca si rapporta a una "infrazione penale" fondata su disposizioni giuridiche generali, con finalità preventive e repressive, e quindi costituisce una "pena" ai sensi dell'art. 7 della Convenzione (nella specie comminata a danno di soggetti mai condannati in sede penale e che non hanno ricevuto alcuna indennità) e, dall'altro, nella recentissima decisione del 20 gennaio 2009, a conclusione della predetta vicenda, ha sottolineato come benché l'art. 7 CEDUk non faccia riferimento alla necessità dell'elemento soggettivo, il concetto di colpevole (come espresso sia nella versione inglese che in quella francese della Convenzione) farebbe necessariamente riferimento ad un legame di natura volontaristica ai fini dell'individuazione della responsabilità dell'autore, ciò perché sarebbe incoerente imporre l'accessibilità e prevedibilità della legge e poi consentire la punibilità a carico di chi non è stato in grado di conoscere la legge per un deficit interno di chiarezza e prevedibilità: si tratta di un passaggio importante ma forse estremamente rischioso per il sistema penale.

Lottizzazione abusiva: la natura giuridica della confisca all'esame di CEDU e Corte costituzionale - abstract in versione elettronica

109901
Angelillis, Ciro 1 occorrenze
  • 2009
  • DoGi - Dottrina Giuridica
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Con questa ordinanza la Corte di Appello di Bari solleva la questione di legittimità dell'art. 44, comma 2, del d.p.r. 6 giugno 2001, n. 380 (t.u. edil.) nella parte in cui prevede, in presenza di accertata lottizzazione edilizia abusiva, l'obbligo della confisca dei terreni e delle opere abusivamente costruite "anche a prescindere dal giudizio di responsabilità e nei confronti di persone estranee ai fatti, per asserito contrasto con gli artt. 3, 25, comma 2 e 27 Cost. ". Oggetto del contendere è la natura giuridica della confisca: la granitica giurisprudenza della Corte di Cassazione che fonda sulla tesi della natura amministrativa della confisca la possibilità di applicare la misura anche con le sentenze di proscioglimento con formula assolutoria diversa dall'insussistenza del fatto, è stata messa in discussione, nel recente passato, dalla CEDU e da questa ordinanza che, sulla base di comuni argomentazioni, hanno ritenuto la natura penale della confisca, così inferendone la contrarietà ai principi della Convenzione CEDU ed a quelli della Costituzione.

Uso illecito del computer in ufficio per connettersi ad Internet: peculato od abuso d'ufficio? - abstract in versione elettronica

110469
De Bellis, Mario 1 occorrenze
  • 2009
  • DoGi - Dottrina Giuridica
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., prendendo in esame il principio enunciato nella sentenza in esame (la condotta del pubblico ufficiale che si connette abusivamente ad Internet dall'ufficio è inquadrabile nel reato di abuso d'ufficio e non nel peculato), ripercorre la giurisprudenza relativa all'uso abusivo del telefono d'ufficio ed i pochi precedenti specifici all'uso di Internet dall'ufficio, approfondisce le questioni relative alla rilevanza del danno economico cagionato alla amministrazione ed ai controversi rapporti fra le condotte di appropriazione e distrazione e conclude nel senso che le energie, impulsi elettronici, attraverso i quali si realizza la connessione ad Internet, siano oggetto di una vera e propria appropriazione, il che giustifica l'inquadramento nella fattispecie del peculato.

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