Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Trattato di economia sociale: introduzione all’economia sociale

388140
Toniolo, Giuseppe 2 occorrenze
  • 1906
  • Opera omnia di Giuseppe Toniolo, serie II. Economia e statistica, Città del Vaticano, Comitato Opera omnia di G. Toniolo, voll. I-II 1949
  • Economia
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Quello è un punto di veduta superiore e principale, questo subordinato e completivo.che studiano la società come un insieme di fatti,cioè come un sistema di energie, di ordinamenti e di attività convergenti a quel fine, o, in altre parole, la società nella sua concreta costituzione e nella sua vita.Punto di veduta relativamente recente nello studio della società, spesso male inteso ed abusato ma per sé legittimo e che attribuisce a queste ultime il titolo di scienze sociali in senso stretto.

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sviluppo meraviglioso, fosse pure talora in modo scorretto od abusato, le dottrine naturali e specialmente biologiche, la psicologia particolarmente empirica, e le scienze sociali nell'ampio senso della parola; queste sul fondamento delle discipline antropologiche, etnografiche, filologiche, storico-statistiche ed etico-giuridiche. L'economia non perdette perciò né sminuì il proprio essere ed ufficio distinto di «scienza dell'utile materiale»; ma la formulazione delle sue leggi positive apparve impossibile, senza che si prendesse in proporzionata considerazione tutto il complesso delle cause cosmiche, fisiologiche, psichiche influenti sull'uomo e sulla collettività, le quali ne provocano e dirigono le molteplici energie, compresa l'attività economica. E l'analisi positiva di questi fattori sembrò giustamente dovesse precedere lo studio delle leggi economiche.

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Trattato di economia sociale: La produzione della ricchezza

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Toniolo, Giuseppe 1 occorrenze
  • 1909
  • Opera omnia di Giuseppe Toniolo, serie II. Economia e statistica, Città del Vaticano, Comitato Opera omnia di G. Toniolo, vol. III 1951
  • Economia
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XVI aveasi abusato in pro di capitalisti e favoriti e dove fino allora lo sviluppo minerario era stato mediocre. — Bensì quivi come, altrove in Europa il passaggio ad un regime diverso era stato predisposto dalle leggi o pratiche (in Iscozia ancora coll'Atto del 1592) con cui si autorizzava la corona ad investire i signori e baroni dei minerali contenuti nel sottosuolo da loro posseduto, verso una percentuale sul reddito. Era ancora una distinta concessione di Stato, da farsi però agli stessi proprietari della superficie, per utilità industriale e finanziaria. Ma allorché i diritti dello Stato e le esigenze finanziarie nei sec. XVI-XVII si accentuarono con arbitrari privilegi e con intense regalie — gli stessi nuovi proprietari, investiti dai Tudor e dal parlamento al tempo della riforma del suolo inglese, in quel loro moto di reazione contro l'assolutismo della corona accamparono il diritto individuale alla piena libertà dei loro possessi, di fronte ai vincoli personali ed oneri reali del regalismo.

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