L'articolo commenta la sentenza della Corte costituzionale n. 211 del 2013 che ha dichiarato illegittima una previsione della Regione Abruzzo per mancato coinvolgimento dello Stato nella pianificazione paesaggistica regionale. Lo scritto analizza quindi il ruolo centrale dello Stato nella pianificazione paesaggistica alla luce della normativa vigente, commentando - alla luce della decisione - la giurisprudenza in materia e constatando una certa inerzia regionale sul punto.
La Corte costituzionale è intervenuta nuovamente sull'applicazione da parte delle Regioni della riforma delle autorità d'ambito del servizio idrico integrato, dichiarando illegittime le norme della Regione Abruzzo che vincolavano gli atti della nuova autorità regionale ai pareri delle assemblee dei sindaci istituite in ogni provincia. Questa previsione contrasta con la competenza statale in materia di tutela ambientale che trova applicazione nel servizio idrico integrato nella razionalizzazione dell'uso delle risorse svolta dalle autorità d'ambito. Le riforme che affidano alle Regioni l'organizzazione dei servizi pubblici locali in ambiti territoriali ottimali, rischiano di privare gli enti locali delle loro funzioni in materia senza che vengano stabilite forme di cooperazione tra enti per il governo dei servizi.