È soprattutto la coerenza complessiva del disegno legislativo ad essere invocata dalla Corte per procedere ad un'opera di sostanziale riscrittura - attraverso dichiarazioni di incostituzionalità, ma anche ampie ed audaci interpretazioni adeguatrici ed abrogative - dell'art. 11 della legge n. 448 del 2001. La Corte impartisce così al legislatore una severa lezione sulla necessità di ammettere la coerenza nella tessitura dell'ordinamento, senza provocare "strappi" o ricorrere ad ampie ed indeterminate devoluzioni di poteri normativi al governo. Per effetto di questa complessa operazione di ri-sistemazione, un ruolo centrale in questo campo è assunto dalla natura privata delle fondazioni e dal loro orientamento, per nulla incompatibile con tale natura, verso finalità di interesse generale, secondo una declinazione costituzionalmente rigorosa del principio di sussidiarietà orizzontale, che già giocò un ruolo decisivo nella sent. n. 396/1988, in tema di Ipab, pur diversa sotto altri aspetti, anche per il fatto, decisivo, che la novella costituzionale dell'art. 118, 4° comma era di là da venire. La decisione della Corte era stata per molti aspetti anticipata dall'eccellente parere del Consiglio di Stato, sezione consultiva atti normativi, del 2002, n. 1354, che, nello scrutinare il regolamento di attuazione della legge del 2001, aveva letto in filigrana e messo allo scoperto proprio quelle linee di tensione all'interno dell'ordinamento complessivo e nei confronti dei principi costituzionali, che ora la Corte percorre, ricuce e risistema con nettezza e precisione.
Accademia della crusca
