Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abolire

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Costi di costituzione e caratteristiche delle società a responsabilità limitata a capitale minimo e Srl semplificate in alcuni Paesi UE (Austria, Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Regno Unito) - abstract in versione elettronica

145913
Cappiello, Antonio 1 occorrenze
  • 2014
  • DoGi - Dottrina Giuridica
  • diritto
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Negli ultimi anni si riscontra nell'UE una tendenza a diminuire o abolire il capitale minimo richiesto per le Srl [Società a responsabilità limitata] (la media europea è pari a 8.000 euro) in modo da indirizzare la scelta verso tipi societari previsti dall'ordinamento nazionale (evitando lo "shopping" ordinamentale) e favorire allo stesso tempo la nascita di nuove imprese da parte di imprenditori che non dispongono di un capitale iniziale elevato. La Germania, soprattutto per contrastare la possibile opzione per la "Ltd" [Limited] del Regno Unito, ha introdotto (2008) la UG o mini-GmbH che richiede un capitale minimo di 1 euro, mentre la Francia aveva già abolito, a partire da agosto 2003, il capitale minimo richiesto per la costituzione della SARL [Société a Responsabilité Limitée - Società a Responsabilità Limitata]. Nel 2010 il Belgio ha introdotto la SPRL/BVBA-"Starter", una sorta di Srl semplificata che, pur non richiedendo un capitale minimo iniziale, entro un periodo massimo di 5 anni, va trasformata in SPRL/BVBA ordinaria. I Paesi Bassi hanno abolito il capitale minimo per la BV [Besloten Vennootschap - società privata] ad ottobre 2012. In Austria, a partire da luglio 2013, il capitale minimo previsto per la costituzione di una GmbH è passato da 35.000 a 10.000 euro e il capitale minimo da versare alla costituzione è diminuito da 17.500 a 5.000 euro. L'Italia, in linea con il "trend" europeo, ha introdotto la Srls [Srl semplificata] (2012) che prevede un capitale iniziale minimo di 1 euro e la gratuità della prestazione notarile per la costituzione. Tuttavia le Srls italiane sembrano avere molte difficoltà per la rigidità della forma amministrativa e per il difficile accesso al credito. In seguito, con la Legge n. 99 del 9 agosto 2013, di conversione del decreto legge n. 76 del 28 giugno 2013, è stato abolito il requisito del capitale minimo per la Srl ordinaria, sia pure con alcune limitazioni finalizzate a salvaguardare l'effettività di capitale e l'equilibrio finanziario della società. Nelle Tabelle A, B e C vengono presentate in maniera sinottica e comparata le caratteristiche delle Srl e Srls. In particolare nella tab. C vengono evidenziate alcune caratteristiche delle Srl semplificate di Belgio e Germania (SPRL-S e UG). Dall'analisi comparata si evince che l'Italia è chiaramente ispirata alla UG tedesca per la previsione dell'accantonamento annuale di una quota degli utili relativi alla "Srl ordinaria con capitale minimo inferiore a 10.000 euro". Per quanto riguarda i costi (in particolare quelli notarili) l'Italia sembra essere molto competitiva sia per la Srl ordinaria che per la Srl semplificata (v. "Log-Layer"). Tuttavia, dopo l'abolizione del capitale minimo per le Srl ordinarie, le Srls sembrerebbero una sottocategoria superflua della categoria S.r.l. Se lo scopo è unicamente quello di individuare una sottocategoria con costi costitutivi e modalità di costituzione molto semplificate, occorre considerare che le difficoltà di gestione e di crescita delle Srls renderebbero inefficaci il temporaneo contributo professionale notarile gratuito e la semplicità di costituzione. Sembrerebbe invece opportuno puntare sulla Srl ordinaria, per la costituzione della quale è ora sufficiente anche solo 1 euro di capitale sociale e valorizzare il ruolo del notaio che, attraverso una consulenza attiva e imparziale, consentirebbe all'imprenditore di adattare il modello di gestione amministrativa alle proprie esigenze e di arrivare, attraverso il piano di accantonamento, a quella stabilità di lungo termine che garantirebbe il rilancio delle micro-imprese e, dunque, del sistema economico.

Guerra o operazione di polizia? La guerra civile nella storia dei movimenti per la pace - abstract in versione elettronica

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Moro, Renato 1 occorrenze
  • 2014
  • DoGi - Dottrina Giuridica
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Nel XIX e XX secolo, mentre le guerre civili incarnavano, in una forma radicale, i caratteri fondamentali della guerra stessa, i movimenti pacifisti svilupparono un nuovo fenomeno, radicato nella percezione della concreta possibilità di abolire la guerra. L'articolo prende in esame la reazione dei movimenti pacifisti alla Guerra americana di secessione e alla Guerra civile spagnola e prova a spiegare perché, contrariamente a ciò che possiamo immaginare, in entrambi i casi tali movimenti ebbero più difficoltà a "maneggiare" la guerra civile che i conflitti internazionali.

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