Tale strumento, si sostiene, ha due finalità principali: introdurre il valore del concetto di "tempo" nelle abitudini degli operatori giudiziari e consentire ai singoli Stati ed alle istituzioni locali di raccogliere dati attendibili relativamente alla durata dei procedimenti ed al funzionamento degli uffici.
Per la formazione dei lavoratori in quota presentare questi dati non è sufficiente: servono criteri scientifici, esempi pratici che non diano adito a libere interpretazioni ma che siano chiari e portino a cambiare modo di pensare, abitudini ed atteggiamenti nel lavoro in quota. Inoltre chi progetta soluzioni per la sicurezza dei lavoratori in quota si trova spesso con spazi limitati di caduta dove i normali DPI non sarebbero efficaci; in alcuni casi un calcolo raffinato dello spazio complessivo di caduta può essere una valida soluzione al problema.
Ad ogni modo, risulterà risarcibile l'ingiusta lesione di un interesse inerente alla persona costituzionalmente garantito connessa all'alterazione della abitudini di vita e degli assetti relazionali che erano propri del soggetto danneggiato.
Tuttavia, quanto finora disposto non ha evitato lo sforamento dei tetti massimi di concentrazione: questo perché detti interventi devono necessariamente essere accompagnati da un cambio di abitudini negli spostamenti quotidiani in città, preferendo mezzi meno inquinanti come i trasporti pubblici o, meglio ancora, spostamenti a piedi. Il presente contributo illustra il progetto "Open Pedestrian Mapps" (OpenPM) presentato recentemente al Torino Open Data Contest (svoltosi in seno alla Biennale Democrazia 2011), il quale mira ad utilizzare i dati pubblici messi a disposizione dagli enti locali di Torino per elaborare delle "mappe pedonali", consultabili anche attraverso dispositivi di connettività mobile, le quali, a seconda dell'inquinamento da polveri sottili rilevato e delle variazioni meteorologiche, individuino il percorso più « ecologico ». Questo progetto intende mostrare come un utilizzo ragionato di dati pubblici liberamente accessibili possa condurre all'elaborazione di progetti socialmente utili, i quali possano a loro volta essere impiegati per migliorare le politiche pubbliche d'intervento. Un cerchio che si chiude con indiscutibili benefici.