Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNIPIEMONTE

Risultati per: abitudini

Numero di risultati: 23 in 1 pagine

  • Pagina 1 di 1

Fisiologia dell'uomo sulle Alpi: studii fatti sul Monte Rosa

433280
Angelo Mosso 1 occorrenze
  • 1897
  • Fratelli Treves Editori
  • Milano
  • fisiologia
  • UNIPIEMONTE
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London, 1886, pag. 66. scrisse queste parole: "Vi sono degli uomini male guidati nelle loro abitudini, i quali credono che dopo una giornata di duro lavoro, faccia loro bene l'esercizio, e invece di riposarsi quando hanno un po' di tempo libero, fanno una passeggiata di tre o quattro miglia, oppure vanno a fare una lunga corsa in bicicletta prima del pranzo. La conseguenza di questo è che associando lo strapazzo del cervello a quello dei muscoli, si guastano la digestione e si ammalano."

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L'uomo delinquente

469544
Cesare Lombroso 22 occorrenze
  • 1897
  • Fratelli Bocca Editori, Librai di S. M. Il Re D'Italia
  • Torino
  • scienze
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Su 603 fanciulli da 8 a 15 anni, 51% avevano le abitudini del tabacco prima della loro detenzione; su 103 giovani dai 16 ai 20 anni questa proporzione è dell'84%; su 850 individui maturi il 78% avevano contratto quest'abitudine prima dei 20 anni. Di questi ultimi - 516 - individui il 57% entrava in prigione per la prima volta prima di raggiungere i 20 anni, mentre tra gli individui che non avevano mai usato tabacco questa proporzione è solo del 17%. La proporzione degli abituati al tabacco tra gli imputati di vagabondaggio, mendicità, ladroneggio, truffa, ecc. è dell'89%.

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- 3,4-4,8-2,8 - influendo in Torino forse il vino e la razza e le abitudini guerriere. Reggio Emilia che ha il minimo di stupri, ha il 62% di analfabeti; vi sono dunque numerose e gravi interferenze.

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Le torture che infliggevano Demofilo e sua moglie ai loro servi furono (insieme alle abitudini di un autorizzato brigantaggio) causa della grande rivolta dei servi in Sicilia.

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Viceversa le popolazioni del Reno, Tedesche in maggioranza, si accostano più volentieri alle Francesi che alle proprie consanguinee; perchè le tradizioni della buona amministrazione Francese, gl'interessi commerciali e le abitudini vincono l'attrazione etnica.

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Più tardi Francesi, Tedeschi, Spagnuoli, Aragonesi contribuirono a fare dei Siciliani un popolo diverso dai vicini d'Italia per l'assetto, i costumi, le abitudini, il sentimento nazionale.... La differenza fra le popolazioni siciliane è grandissima, secondo la prevalenza di questa o quella razza nell'incrociamento. Così gli abitanti delle provincie etnee, che sono forse d'origine ellenica più pura degli stessi greci, perchè non sono mescolati cogli Slavi, hanno un'eccellente rinomanza di buona grazia e di mitezza. I Palermitani al contrario, presso i quali l'elemento arabo ebbe maggiore influenza che in qualunque altra parte, hanno in generale i lineamenti gravi e diversi costumi» (Ferri, o. c.).

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Facciamo dell'Italia intiera quello che erano una volta Pisa e Venezia ed ora Genova; facciamo che le abitudini delle spiaggie liguri e dei monti biellesi e valtellinesi si estendano alla Toscana, alla Sicilia, ecc., e avremo anche lì la stessa ricchezza.

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E come può egli tenerlo d'occhio giorno per giorno, in modo da mutarne le abitudini, quando si tratta di centinaia d'individui che appena vede fugacemente? E poi, come evitare quel pericolo massimo che sorgano nuove occasioni che conducano al male, quando il contatto con tanta gente cattiva, gloriosa della propria malvagità, ne farebbe destare dei nuovi anche ad un onesto, e ciò nell'età in cui sorgono e vegetano rigogliose di più queste idee? Vedremo nel capitolo seguente come Brokway ispirandosi a queste pagine creasse il Riformatorio d'Elmira, dando alla mia opera il più grande premio che un pensatore ne potesse sperare..

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È con questo metodo che si devono curare i criminali-nati, e non solo coi bagni e la ginnastica, e, peggio, colle punizioni feroci, che nulla possono sulle abitudini morali.

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Le scuole industriali ricevono i fanciulli non ancora stati condannati per alcun reato, ma che potrebbero, per le abitudini contratte, facilmente cadere nel delitto. Le scuole di riforma ricevono i giovani delinquenti condannati o dai magistrati (giudici di pace) o dalla Corte semestrale della contea o dalle assise, ad una pena restrittiva a cui segua il ricovero per 5 anni al massimo in una scuola riconosciuta ed autorizzata e sottoposta all'ispezione. In altre parole, le scuole industriali sono stabilimenti preventivi, le scuole di riforma sono, come l'indica del resto il nome loro, stabilimenti preventivi, repressivi e di educazione ad un tempo, in cui ha luogo un'accurata separazione di fanciulli delinquenti da quelli semplicemente viziosi, e in cui con sollecitudine estrema si evitano gli agglomeri e si dividono poi in piccoli gruppi i ricoverati. Gli effetti di queste misure si spiegano anche in rapporto alla recidiva, che è tanto minore quanto minore è il numero dei condetenuti. Infatti in Francia le colonies publiques che raggiungono quasi sempre i 400, dànno una recidiva superiore dal 4 al 19%, mentre le private di 150 alunni all'11 o 12%; nella Svizzera invece e nel Granducato di Baden, in cui le colonie dei ricoverati non superano mai 60 fanciulli, la recidiva discende al 4% dal 2,50. In Inghilterra la recidiva per i fanciulli usciti dalle scuole industriali è del 4% e per le fanciulle dell'1%.

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Questa Società ha collocato in 23 anni, così, 35 mila ragazzi abbandonati e senza asilo, oltre i moltissimi (oltre 23 mila nel 1875) raccolti nelle scuole industriali, 21 diurne, 14 notturne, ove vengono nutriti e vestiti, o nelle 6 case di alloggio (lodging) donde dopo aver preso delle abitudini di ordine e di pulitezza e frequentate le scuole serali e domenicali, vengono poi collocati in campagna, il tutto con una spesa che non superò dieci milioni di franchi.

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A quest'uopo egli osserva le sue abitudini, la sua costituzione, tiene una specie di giornale schematico di quel che fa, prende informazioni dove ha vissuto, cosa pensano di lui le persone o i maestri (se è stato a scuola) che l'hanno avvicinato, ecc.

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I) in Danimarca e peggio ora in Inghilterra, ove a quanto pare codesti liberati non cangiano di abitudini, ma solo di residenza; recandosi essi malgrado la legge in siti ove sieno sconosciuti, e lì, non operando direttamente, ma istruendo e facendo operare altre birbe, in loro vece; quasi tutti i garottatori erano di quella genia, a detta del cappellano di Newgate, Davis (Cere, Les populations dang., 1872, pag. 103); si narra di uno scheriffo che ebbe a giudicare dei condannati liberati col ticket, ricondannati una 2ª volta, riliberati ancora con licenza, e colpiti da una 3ª condanna, il tutto prima che il termine della prima fosse spirato! uno in ispecie, di 36 anni, era stato condannato per più di 40 anni, ed era libero! Ecco perchè in Inghilterra dalla cifra di 2892 cui era salita la quota dei liberati provvisori nel 1856, scese subito a 922 nel 1857, a 912 nel 1858, a 252 nel 1859 e non si elevò mai più di 1400 al 1861-62-63 (Cere, op. cit., p. 100). - Anche in Germania il numero dei riliberati sotto condizione da 2141, ch'era nel 1871, calò a 733 nel 1872, a 421 nel 1874. Questo insuccesso si vuole si debba all'imprudenza con cui si concede il trasloco e il peculio intero ai detenuti; e all'abbondanza di certi patroni più interessati che filantropi, i quali, purchè ne traggan momentaneo profitto, non badano alla loro condotta, ed infine alla poca sorveglianza; ma è forse possibile ottenere una sorveglianza attiva e continua, quando si tratta di veri eserciti di liberati?

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Ellis trovò nei pederasti il 66% con abitudini artistiche che Galton trova nella popolazione inglese solo nel 33% (Bulletin of the Psychol. Section of the Medic. Royal Society. Dec. 1895).

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Ellis trovò nei pederasti il 66% con abitudini artistiche che Galton trova nella popolazione inglese solo nel 33% (Bulletin of the Psychol. Section of the Medic. Royal Society. Dec. 1895)..

Pagina 505

., i pleurodattili (Penta) e la ruga anomala è atavica se si studiano le scimmie e gli Ottentotti: e giustamente Penta rimonta alle abitudini nuziali dei pesci per spiegar l'esibizionismo e ai molluschi e a certi pesci per spiegare gli amori omosessuali così frequenti del resto nei nostri pseudoermafroditi: perfino l'ernie, come giustamente osservava il Feré, ricordano alcune condizioni normali nei vertebrati inferiori come nei feti; studiando i Dinka (vedi Appendice) trovo che il piede piatto sì frequente negli epilettici e rei è atavico.

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È tanto vero, d'altronde, essere il diritto di punire fondato sul fatto, e nulla avere, in sè, d'assoluto, che noi lo vediamo variare da giudice a giudice, secondo le simpatie e le abitudini. Un giudice, attesta Breton, uso a trattare grandi delinquenti nelle corti d'Appello, infligge condanne relativamente più severe anche per lievi reati; darà, almeno, mesi invece che giorni. E non vi hanno giudici neanche dello stesso paese, che si accordino, con precisione, nella condanna, anche quando si tratti di un eguale reato.

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Sarà poi appena necessario avvertire che la pena carceraria avrebbe l'immancabile effetto di depravar la donna totalmente e di toglierle colle abitudini del lavoro domestico il mezzo di riabilitarsi, una volta espiata la pena (Balestrini, op. cit.). - E d'altronde posta a base della pena la temibilità sociale essa manca nella infanticida che è per solito una rea d'occasione e di passione, di raro recidiva; quindi qui la riprensione giudiziaria con malleveria e cauzione basterebbe senz'altro.

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Gli altri alienati non saranno riuniti che a piccoli gruppi, a seconda dei ceti e delle abitudini; dormiranno ciascuno in una cella; la disciplina dovrà esservi severa, la vigilanza maggiore che nei manicomî comuni, e analoga a quella delle case penali, ma il lavoro proporzionato alle forze, all'aria aperta, alternato da lunghi riposi, da divertimenti.

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E molte altre abitudini infantili, di rotolarsi per terra, di strappare ciò che sporge dalle pareti, ecc., rammenterebbero e si spiegherebbero con costumi scimmieschi.

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La truffa segue un andamento irregolare e quasi sempre in opposizione alla densità, il che dipende dalle forti cifre insulari, specialmente Sardegna, e dall'intensità esagerate, per antiche abitudini etniche nel Forlivese e Bolognese, ove è diffusa proverbialmente la truffa (bolognare da Bologna), e Dante nell'Inferno:

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L'emigrazione dalle campagne nelle città è tanta che costituisce un quinto della popolazione urbana: e vi va la parte migliore, più intelligente, abbassando il livello delle campagne e riportandone i vizi e le abitudini cittadine.

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I Semiti, che, come ci apprendono già le leggende di Noè, e più tardi le imprecazioni dei profeti Elia, Davide, Isaja, di Maometto, poterono forse, grazie al clima, prima degli altri, avvertire come gli effetti benefici delle bevande alcooliche erano sorpassati, troppo spesso, dai tristi (Salomone nei proverbi attribuisce all'ebbrezza la miseria dei popoli ebrei); conformandosi alle abitudini dei popoli primitivi che personificano e plasmano i fenomeni così buoni che tristi della natura, ce lo formularono e scolpirono in quella singolare leggenda dell'albero della scienza del bene e del male, che, collo stesso nome, compare in India fra i prodotti singolari scaturiti durante la fabbrica dell'Amrita, ed è accennata nella leggenda prearia di Yma (Harley, Zend-Avesta, 89), ed è scolpita in quel bassorilievo di Ninive, in cui un serpe offre al primo uomo il frutto di una palma (Layard, Mem. of Niniveh, p. 70; Lenormant, op. cit.).

Pagina 98

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