Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNIPIEMONTE

Risultati per: abituati

Numero di risultati: 12 in 1 pagine

  • Pagina 1 di 1

L'uomo delinquente

471845
Cesare Lombroso 6 occorrenze
  • 1897
  • Fratelli Bocca Editori, Librai di S. M. Il Re D'Italia
  • Torino
  • scienze
  • UNIPIEMONTE
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La proporzione degli abituati al tabacco tra gli imputati di vagabondaggio, mendicità, ladroneggio, truffa, ecc. è dell'89%.

Pagina 118

La famiglia Cornu era composta di assassini e di ladri, abituati al delitto dai parenti fino dalla più tenera infanzia. Di cinque fratelli e sorelle, una sola avea mostrato ripugnanza invincibile al crimine: era la più piccola; ma essi ve la iniziarono, facendole portare, per due leghe, nel grembiale la testa di una loro vittima; scorso breve tempo ella si era così spogliata d'ogni rimorso, da mostrarsi la più feroce nella masnada, da volere praticare le torture più crudeli ai passeggieri. Crocco, che a tre anni colpiva a sassi i compagni e spennava gli uccelli, era stato dal padre lasciato quasi sempre solo in mezzo ai boschi fino a diciannove anni. - Il Fregier racconta di un ragazzo che era l'orgoglio del padre ladro, perchè a tre anni sapeva cavare in cera l'impronta delle serrature. - Le mogli degli assassini, scrive Vidocq, sono più pericolose dei mariti. Esse avvezzano i bimbi al delitto, dando loro regali per ogni assassinio che si commette.

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Essa dapprima non padroneggiava che colà; ma quando, sotto il re Ferdinando, nel 1830, molti galeotti, per grazia regia, vennero posti in libertà, pensarono di trasportare i guadagni ed il costume delle carceri, a cui si erano abituati, anche nella vita libera (Monnier, pag. 58). E pochi anni sono, la camorra sceglieva i suoi capi fra i carcerati della Vicaria, ed i camorristi liberi non prendevano deliberazione importante senza essersi intesi con questi. - La camorra, distrutta dovunque in Napoli dalla mano potente del Mordini, pur perdura ancora nelle carceri che furono la sua prima culla. - La stessa parola mafia è un prodotto delle prigioni. A Palermo, scrive un acuto osservatore Avv. Locatelli, Op. cit., i malfattori d'azione si fanno nelle carceri giovandosi di elementi nuovi solo quando non ne possano fare a meno per date imprese. La maggior parte degli affigliati alla banda che derubò il Monte di Pietà di Palermo proveniva dalle carceri. Il vecchio brigantaggio napolitano si reclutò fra i molti galeotti messi in libertà dalle frequenti grazie regie, non meno di 19 in 30 anni (1760 al 1790). - Le analogie singolari negli usi ed anche nelle denominazioni dei gradi fra gli accoltellatori Ravennati ed i camorristi mi fanno credere che i riti di quelli sieno stati ricopiati da questi, che certo li appresero nelle carceri, come i riti dei malandrini siciliani furono importati dal Lombardo, sulla falsariga della camorra carceraria di Calabria.

Pagina 284

. - In Italia purtroppo il primo e più grande aiuto bisogna che parta dal governo e dalle classi dirigenti, perchè non siamo abituati a salvarci da soli; ma dopo il primo aiuto dato dalle classi dirigenti dobbiamo cercare che anche le classi più bisognose trovino il concorso in sè stesse - nella cooperazione e nel mutuo soccorso - facendo che quel vantaggio enorme che esse portano allo stato finanziariamente, coi contributi, lo portino a sè, sostituendo il capitale collettivo a quello del capitalista e così trovando il soccorso in sè stesse e in se stesse il mezzo per ovviare alle esorbitanze dei padroni. Qui sarebbe veramente feconda la istituzione che anche in Italia per mezzo del prete e prima di Wollemborg va diffondendosi nei comuni rurali, delle banche di Reifeisen, il migliore strumento contro l'usura agraria.

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., e secondo i casi, affettuosa o severa, sono abituati a spiare nell'occhio di lei l'approvazione e il biasimo di ogni loro azione. Quale pena può per loro essere maggiore del rimprovero addolorato che farà la madre al bambino che le mentiva, che ha fatto del male a un coetaneo? Quel bambino, di mese in mese, di anno in anno, acquista così ciò che potrebbe dirsi l'istinto negativo della falsità, del furto, della crudeltà; una ripugnanza organica, una avversione fisiologica, per cui il delitto non sarà per lui possibile. Ecco allora risoluto il problema educativo.

Pagina 403

Di che cosa infatti volete che ragionino, conversando tutto il giorno fra loro, codesti uomini, già abituati al mal fare, se non delle male imprese per lo addietro da ciascuno compiute e di quelle a cui, riavendo la libertà, potranno insieme dedicarsi?

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Le macchine invisibili: scienza e tecnica in tre camere e cucina

510013
Piero Bianucci 2 occorrenze

Il libro ci aveva abituati a una lettura sequenziale, dalla prima all’ultima pagina, in uno spazio a una dimensione come un segmento; l’ipertesto del Web è uno spazio tridimensionale senza una direzione predefinita. L’illimitata duplicabilità dei messaggi digitali, si tratti di testi, foto, musica o film, ha cambiato il senso della proprietà intellettuale e del diritto d’autore. I motori di ricerca hanno offerto strumenti preziosi per sondare il sapere ma sono essi stessi insondabili nei loro meccanismi sommersi, e contribuiscono a una pericolosa commistione tra informazione e pubblicità. Capita, per esempio, di cercare con Google il fisico atomico Philip Morrison e il motore di ricerca suggerisce: “forse cercavi Philip Morris”, la multinazionale del tabacco.

Pagina 255

Noi siamo abituati a pensare che gli stati della materia si riducano a tre: solido, liquido e gassoso, più lo stato di plasma, che è comunissimo nell’universo ma raro sulla Terra. De Gennes ha fatto notare che in gastronomia, la materia non è quasi mai in questi stati. Abbiamo piuttosto a che fare con schiume come quella del cappuccino, emulsioni come la maionese, gelatine, creme. E per studiare tali stati della “materia soffice” nel 1992 de Gennes mise insieme un agguerrito gruppo di chimici, biologi, fisici e cuochi.

Pagina 84

Sulla origine della specie per elezione naturale

538862
Carlo Darwin 2 occorrenze
  • 1875
  • Unione Tipografico-Editrice
  • Torino
  • Scienze
  • UNIPIEMONTE
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I pesci marini possono lentamente essere abituati all'acqua dolce, e secondo il Valenciennes non vi ha forse gruppo di pesci limitato unicamente a questo ambiente, cosicchè una forma marina appartenente a un gruppo di acqua dolce può migrare lungo una costa di mare, e divenire senza grande difficoltà adattata a vivere nelle acque dolci di una terra lontana (Nota XXXVI).

Pagina 349

Noi siamo tanto abituati a trovare delle differenze di struttura fra l'embrione e l'adulto, come pure una stretta somiglianza negli embrioni di animali affatto differenti nella medesima classe, che possiamo essere indotti a considerare questi fatti come una contingenza necessaria, dipendente in qualche modo dallo sviluppo. Ma non abbiamo alcuna ragione plausibile per spiegare, ad esempio, per qual motivo l'ala del pipistrello, o la natatoia della testuggine marina non abbia ad essere scolpita nella debita proporzione con tutte le sue parti, tosto che qualche struttura diviene visibile nell'embrione. In alcuni gruppi interi di animali ed in certi individui d'altri gruppi l'embrione non differisce molto dall'adulto in alcun periodo; Owen ha osservato questo fatto nei cefalopodi, «nei quali non si ha metamorfosi alcuna, e il carattere di cefalopode si manifesta molto tempo prima che l'embrione sia completo». I molluschi terrestri ed i crostacei di acqua dolce nascono colla forma loro propria, mentre le specie marine di queste due grandi classi subiscono spesso nel loro sviluppo dei cambiamenti notevoli od anche assai rilevanti. Inoltre, nemmeno i ragni vanno veramente soggetti ad una metamorfosi. Le larve degli insetti, siano esse adatte alle abitudini attive più differenti, siano affatto inattive, essendo nutrite dai loro parenti o trovandosi in mezzo al proprio nutrimento, pure passano quasi tutte per uno stadio vermiforme; ma in alcuni casi, per esempio in quello degli afidi, come risulta dalle figure mirabili del professore Huxley, colle quali descrisse lo sviluppo di questi insetti, non troviamo alcuna traccia di uno stadio vermiforme.

Pagina 395

Teoria della relatività dell'Eistein. Esposizione elementare alla portata di tutti

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Harry Schmidt 2 occorrenze

Noi siamo abituati, sin dall'inizio dei nostri studi, a concepire il piano illimitato ed infinito. Imaginiamoci, ora, degli esseri pensanti che abbiano una costituzione la cui figura sia piana, a mo' di superficie, che siano, cioè, bi-dimensionali, in modo che non possano riescire a rappresentarsi

Pagina 180

La complicazione che deriva da tutto ciò è per noi quasi inconcepibile, imperocché siamo stati abituati alla indipendenza dei concetti di spazio e di tempo. Ma la Fisica moderna si rivolge ora per le sue trattazioni allo SPAZIO-TEMPO, al CONTINUO tetra-dimensionale, instaurando un metodo che offre immensi vantaggi.

Pagina 186

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