Emerge un modello di sanità nel quale devono convivere e interagire tre sfere di autonomia: quella c.d. politico-organizzativa, in capo al plesso Regione-ASL, che è chiamata a rispondere delle sue scelte alla collettività tra tutela paritaria a livello nazionale (LEA) e le differenti realtà locali; quella medica, cui sono devolute rilevanti responsabilità tecnico-scientifiche; quella paziente-utente, al quale deve essere garantito il diritto a conservare la propria integrità psico-fisica e la libertà di scelta. In questo quadro i rapporti dirigenziali appaiono particolarmente delicati proprio per le caratteristiche della dirigenza; da un lato una dirigenza amministrativa abituata ad assumere provvedimenti, ma poco idonea a valutare le caratteristiche tecniche della prestazione che il servizio sanitario deve fornire, dall'altro lato, la dirigenza medico-sanitaria atta ad affrontare i problemi tecnici, ma certamente meno abituata a valutare aspetti pubblico-normativi e comunque di carattere amministrativo.