Non è difficile immaginare un futuro dove sarà facilmente e abitualmente possibile effettuare acquisti in monete virtuali. Eppure, nonostante quest'ultime siano in continua espansione e godano di crescente popolarità, ancora non hanno ricevuto attenzione da parte del Legislatore italiano. Continua, in tal senso, a persistere un vuoto normativo nel nostro ordinamento, con tutti i rischi che ne discendono. Dunque, se davvero ci si trova dinnanzi alla più grande invenzione dopo internet, sarà necessario indagare e intervenire con fermezza per "disciplinare" le già non poche transazioni che nel nostro Paese avvengono in crittovaluta elettronica.
La Corte di Giustizia UE, nella sentenza dell'11 novembre 2015, C-422/14, chiarisce due questioni: a) i lavoratori a tempo determinato devono essere considerati lavoratori "abitualmente" impiegati nello stabilimento in cui lavorano; b) nella nozione di "licenziamento" di cui all'art. 1, par. 1, comma 1, lett. a), Dir. 98/59/CE rientrano esclusivamente i licenziamenti in senso stretto ed i cc.dd. licenziamenti "indiretti". Nel commento vengono analizzati gli effetti della sentenza sull'ordinamento interno.