ABITO AL PIANO DI SOPRA. STAVO USCENDO E HO VISTO LA PORTA SOCCHIUSA. MI SONO INSOSPETTITA.
È l'occasione buona per chiedere al gruppo dirigente democristiano cosa si aspetta da quel rinnovamento delle candidature che ha avuto, fra drammi (e forse qualche lacrima); un risultato non irrilevante: «In un partito come il nostro - mi dice il segretario Zaccagnini più pallido del consueto e con il solito abito scuro più stazzonato di sempre - il rinnovamento non può essere fatto di colpo, tutto insieme. L'operazione è complessa. Ma sono soddisfatto, anzi siamo soddisfatti, perché questa volta nelle liste c'è molta gente nuova e perché siamo convinti di avere creato le condizioni per una maggiore osmosi tra il partito e quella società civile che si riconosce ancora nella democrazia cristiana».
Anna Proclemer, Madame Irma, la maitresse, chiusa in un abito nero filettato d'argento come una bara, alza il suo pallore superbo e immobile e la sua perfetta recitazione alto-borghese contro le folate della rivoluzione che si sprigiona a scariche di mitra irreali dalla colonna sonora, mista alle gravi pulsioni musicali di Fiorenzo Carpi, e alla voce di Milva, che è l'invisibile Chantal, soltanto un ritornello senza parole, una modulazione per l'assalto falla Bastiglia o al Palazzo d'Inverno).
Accademia della crusca
