Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNIPIEMONTE

Risultati per: abito

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Sulla origine della specie per elezione naturale

538090
Carlo Darwin 7 occorrenze
  • 1875
  • Unione Tipografico-Editrice
  • Torino
  • Scienze
  • UNIPIEMONTE
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Alcuni naturalisti sostengono che gli animali non presentano mai delle varietà; per conseguenza considerano le più piccole differenze come aventi un valore specifico; e quando anche una identica forma si trovi in due luoghi lontani, o in due diverse epoche geologiche, essi vanno tant'oltre da supporre che due specie differenti siano nascoste sotto un medesimo abito. L'espressione di specie diventa perciò una inutile astrazione, per la quale s'intende ed ammette un atto creativo particolare. È cosa certa che molte forme, considerate come varietà da giudici competenti, hanno tali caratteri di specie, che vengono classificate come buone e vere specie da altri giudici di uguale merito. E sarebbe fatica gettata il discutere, se coteste forme siano specie o varietà, infino a tanto che non vi sia una definizione di questi due termini. Molte di queste varietà ben marcate o specie dubbie meritano una particolare considerazione, imperocchè alla loro distribuzione geografica, all'analoga variazione, all'ibridismo, ecc., si attinsero degli argomenti per decidere del rango che loro appartiene. Ma lo spazio non mi permette di trattare qui quest'argomento. Un attento esame insegnerà in molti casi ai naturalisti quale rango sia da darsi a siffatte forme dubbie. Tuttavia dobbiamo confessare che precisamente nei paesi meglio esplorati s'incontra il maggior numero di tali forme. Io sono rimasto sorpreso nel vedere, come di tutti quegli animali e quelle piante, che vivono allo stato naturale e sono utilissime all'uomo, od attirano per altre ragioni la sua particolare attenzione, si conoscono quasi dappertutto delle varietà, le quali, oltre ciò, da alcuni autori sono credute specie distinte. Quanto non fu esattamente studiata la quercia comune! Eppure un autore tedesco stabilisce una dozzina di specie sopra quelle forme che i botanici hanno creduto fino ad oggi quasi generalmente semplici varietà; ed in Inghilterra possono citarsi le più alte autorità ed i migliori pratici sia in appoggio dell'idea che la quercia sessiliflora e la peduncolata sono specie ben distinte, sia per l'altra che sono semplici varietà.

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Può provarsi che le piante le più diverse, per abito e l'apparenza generale, ed aventi delle differenze le più marcate in ogni parte del fiore ed anche nel polline, nel frutto e nei cotiledoni, possono essere incrociate. Le piante annue e le perenni, gli alberi a foglie caduche o sempre verdi, le piante che abitano stazioni diverse e sono stabilite sotto climi i più opposti, possono di sovente essere incrociate facilmente.

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Il Bates risponde a questa domanda in modo soddisfacente, dicendo che la forma imitata conserva l'abito generale del gruppo cui appartiene; mentre la imitante ha cambiato il suo abito e non somiglia più ai suoi prossimi parenti.

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Se quindi un membro di un gruppo perseguitato e raro assumesse tale abito da somigliare ad una specie ben protetta, a segno da ingannare continuamente l'occhio esperto di un entomologo, esso ingannerebbe al certo spesso anche gli uccelli da preda e gli insetti, e sfuggirebbe quindi a completa distruzione. Si può quasi dire che il Bates ha veramente spiato il processo, col quale la forma imitante diventa nei caratteri esterni così simile alla imitata, poichè ha osservato che alcune tra le forme di Leptalis, le quali imitano parecchie altre farfalle, variano assai. In un distretto hannovi parecchie varietà, delle quali una sola somiglia in un certo grado alla comune Ithomia dello stesso distretto. In un altro distretto vivono due o tre varietà, di cui una è molto più frequente dell'altra e somiglia assai ad un'altra forma di Ithomia. Da questi fatti il Bates conclude che la Leptalis ha dapprima variato, e che una varietà, la quale accidentalmente somigliava fino ad un certo grado ad una farfalla dello stesso distretto, in seguito a tale somiglianza con una specie fiorente e poco perseguitata, aveva maggiore probabilità di sfuggire alla distruzione prodotta dagli uccelli da preda e dagli insetti, e fu quindi più spesso conservata; «i gradi meno perfetti di somiglianza saranno stati eliminati nel corso delle generazioni, e solo gli altri saranno stati preservati per la propagazione della specie». Noi abbiamo quindi nel fatto presente un bell'esempio di elezione naturale.

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Talvolta appare anche in una più tarda età qualche traccia della legge della rassomiglianza embrionale: così gli uccelli del medesimo genere, o di generi strettamente affini, spesso si rassomigliano fra loro, nel loro primo e secondo abito giovanile, come vediamo nelle penne macchiate del gruppo dei tordi. Nella famiglia dei gatti la maggior parte delle specie sono rigate o macchiate a linee punteggiate; queste righe e macchie si distinguono chiaramente nei leoncini e nei piccoli puma. Talvolta, quantunque di rado, si osserva alcun che di tal sorta nelle piante: così le prime foglie dell'Ulex e le prime foglie delle acacie della Nuova Olanda, che invecchiando non producono che fillodi, sono pennate o divise, come le foglie ordinarie delle leguminose.

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