Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abiti

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L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso

454857
Carlo Darwin 13 occorrenze
  • 1871
  • Unione Tipografico-Editrice
  • Torino
  • Scienze
  • UNIPIEMONTE
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Gli abiti, inoltre, seguiti per molte generazioni, tendono, probabilmente, ad essere ereditati.

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Spence Bate, i maschi hanno abiti più attivi e più girovaghi che non le femmine. Negli insetti e nei crostacei, quando gli organi dei sensi o la locomozione sono presenti in un sesso e mancanti in un altro, o quando, come segue di frequente, sono molto meglio sviluppati in uno che non nell’altro, è quasi invariabilmente il maschio, per quanto io mi sappia, che conserva quegli organi, o che li ha più sviluppati; e ciò dimostra che il maschio è il più attivo membro dei due sessi nel corteggiareUn insetto Imenottero parassita (Westwood, Modern Class. of Insects, vol. II, p. 160) forma una eccezione alla regola, non avendo il maschio che ali rudimentali, e non abbandonando mai la cella ove è nato, mentre la femmina ha ali bene sviluppate. Audouin crede che le femmine vengano fecondate dai maschi che nascono nelle medesime celle con loro; ma è più probabile che le femmine visitino altre celle, e così scansino una troppo stretta parentela. Avremo occasione in seguito di incontrare alcuni pochi casi eccezionali, nelle varie classi, in cui la femmina, invece del maschio, è quella che cerca ed ama..

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Wood dà nello Student (aprile 1870, p. 116) una eccellente relazione degli atteggiamenti e degli abiti di questo uccello durante il suo corteggiare. Egli asserisce che i ciuffi degli orecchi o le piume del collo si rialzano, cosicchè si incontrano sull’apice del capo.. Il maschio di un’altra specie di Tetraone (Tetrao urophasianus), mentre corteggia la femmina, fa gonfiare il suo «esofago giallo nudo

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Wood dà nello Student (aprile 1870, p. 116) una eccellente relazione degli atteggiamenti e degli abiti di questo uccello durante il suo corteggiare. Egli asserisce che i ciuffi degli orecchi o le piume del collo si rialzano, cosicchè si incontrano sull’apice del capo.

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Il maschio è di un bianco puro, mentre la femmina è verde-scuro; ed il primo colore nelle specie terrestri di mole moderata e di abiti innocui è rarissimo. Parimente il maschio, come è stato descritto da Waterton, ha un tubo spirale lungo quasi sette centimetri che sorge alla base del becco. È di un nero lucido, punteggiato sopra di minutissime piume caluginose. Questo tubo può essere gonfiato d’aria mercè una comunicazione col palato; e quando non è gonfio pende giù da un lato. Il

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Le lievi differenze naturali del canto nella medesima specie che abiti diversi distretti possono essere comparate, appunto come osserva Barrington, ai dialetti delle varie provincie, e i canti di specie affini ma distinte possono essere paragonati alle lingue delle diverse razze umane. Ho dato questi particolari per dimostrare che l’istintiva tendenza ad imparare un’arte non è una facoltà esclusiva all’uomo.

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Quindi la scomparsa delle macchie e delle striscie nel nostro cervo attuale adulto, nei maiali e nei tapiri, può essere dovuta ad un mutamento nel colore generale dei loro abiti; ma non è possibile decidere se questo mutamento venisse effettuato mercè la scelta sessuale o la naturale, o sia stato l’effetto dell’azione diretta delle condizioni della vita, o di qualche altra causa ignota. Una osservazione fatta dal signor Sclater dimostra bene la nostra ignoranza delle leggi che regolano la comparsa e la scomparsa delle striscie; le specie dell’Asino che abitano il continente asiatico mancano di striscie, non avendo neppure la striscia in croce sulle spalle, mentre quelle che abitano l’Africa hanno striscie vistose, tranne l’eccezione parziale dell’A. toeniopus che ha soltanto la striscia a croce sulle spalle e generalmente qualche fascia sbiadita sulle zampe; e questa specie abita la regione quasi intermedia del superiore Egitto e dell’AbissiniaProc. Zool. Soc., 1862, p. 164. V. pure il dott. Hartmann, Ann. d. Landow, Bd. XLIII, s. 222..

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Siccome nè il piacere nè l’attitudine a produrre note musicali non sono facoltà che abbiano il menomo utile diretto per l’uomo per ciò che riguarda gli abiti ordinari della vita, esse debbono essere collocate fra le più misteriose di cui l’uomo vada dotato. Sono presenti, sebbene in una condizione molto rozza e come sembra quasi latente, negli uomini di tutte le razze, anche le più selvagge; ma il gusto è così differente nelle differenti razze, che la nostra musica non procura alcun piacere ai selvaggi, e la loro è per noi orribile e incomprensibile. Il dottor Seemann, in alcune interessanti osservazioni a questo riguardoJournal of Anthropolog. Soc., ottobre 1870, p. clv. Vedi pure i vari ultimi capitoli dell’opera di sir J. Lubbock, Prehistoric Times, seconda edizione, 1869, che contiene un notevole ragguaglio dei costumi dei selvaggi., «dubita se anche fra le nazioni dell’Europa occidentale, per quanto intimamente connesse esse siano e sia frequente il loro commercio, la musica dell’una venga interpretata nello stesso senso dall’altra. Viaggiando verso Oriente troviamo che la musica ha certamente un linguaggio differente. I canti di gioia ed i ballabili non son più, come presso di noi, in tuono maggiore, ma sempre in minore». Sia che i progenitori semi-umani dell’uomo possedessero o no, come il sopramenzionato ilobate, la facoltà di produrre, e senza dubbio di apprezzare le note musicali, abbiamo ogni ragione di credere che l’uomo abbia posseduto queste facoltà in un periodo remotissimo, perchè il canto e il suono sono arti estremamente antiche. La poesia, che si può considerare come la figlia del canto, è parimente tanto antica che molte persone provano meraviglia pensando che abbia avuto origine durante le epoche più antiche di cui abbiamo memorie.

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. – Nella vita civile l’uomo è grandemente propenso, sebbene non affatto in modo esclusivo, a lasciarsi guidare nella scelta di una moglie dall’aspetto esterno; ma noi ci occupiamo principalmente dei tempi primitivi, e il nostro solo mezzo per formarci un giudizio intorno a ciò è quello di studiare gli abiti delle nazioni selvagge e semi-incivilite attuali. Se si può dimostrare che gli uomini delle differenti razze preferiscono le donne che hanno certi caratteri, o reciprocamente che le donne preferiscono certi uomini, avremo allora da ricercare se questa scelta, continuata per molte generazioni, avrebbe prodotto un qualche sensibile effetto sulla razza, sia sopra un sesso o sopra i due sessi; quest’ultima circostanza dipenderà dalla forma di eredità che avrà prevalso.

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Giudicando dagli abiti sociali dell'uomo come esiste attualmente, e da ciò che la maggior parte dei selvaggi sono poligami, il modo di vedere più probabile è che l’uomo primitivo vivesse in origine in piccole comunità, ognuno con quante mogli egli potesse mantenere ed ottenere, le quali egli avrà custodito gelosamente contro tutti gli altri uomini. Oppure avrà vissuto solo con parecchie mogli, come il gorilla; perchè tutti gli indigeni sono d’accordo per dire «che un maschio adulto si vede in un branco; quando il maschio giovane cresce, nasce una contestazione per avere la supremazia, ed il più forte, uccidendo o scacciando gli altri, si pone alla testa della comunità»Il dott. Savage, nel Boston Journal of Nat. Hist., vol. V, 1845-47, p. 423.. I maschi più giovani, essendo così espulsi, ed obbligati ad andar vaganti, quando alla fine riescono a trovarsi una compagna impediscono le relazioni troppo intime nei limiti della stessa famiglia.

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Le orde sarebbero così esposte a condizioni ed abiti di vita lievemente differenti, e più presto o più tardi verrebbero a differire in qualche lieve grado. Appena questo avrà avuto luogo, ogni tribù isolata si sarà formata da se stessa un differente concetto intorno alla bellezzaUno scrittore molto arguto asserisce, comparando le pitture di Raffaello e di Rubens con quelle degli artisti francesi moderni, che l’idea della bellezza non è assolutamente la stessa in tutta l’Europa: vedi le Lives of Haydn and Mozart, del sig. Bombet, trad. ing., p. 278.; e allora la scelta inconsapevole sarà venuta in azione pel fatto che i selvaggi più forti e più dominatori avranno preferito certe donne a certe altre. Così le differenze fra le tribù, dapprima lievissime, andrebbero gradatamente ed inevitabilmente crescendo in un grado sempre maggiore.

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Noi impariamo così che l’uomo è disceso da un quadrupede peloso, fornito di coda e di orecchie aguzze, probabilmente di abiti arborei, e che abitava l’antico continente. Questa creatura, quando un naturalista ne avesse esaminata tutta la struttura, sarebbe stata collocata fra i quadrumani, colla stessa certezza quanto il comune è ancora più antico progenitore delle scimmie del vecchio e del nuovo continente. I quadrumani e tutti i mammiferi più elevati derivano probabilmente da qualche antico animale marsupiale, e questo per una lunga trafila di forme diversificanti, da qualche creatura rettiliforme od amfibiforme, e questa del pari da qualche animale pesciforme. Noi possiamo scorgere, nella fosca oscurità del passato, che il progenitore primiero di tutti i vertebrati deve essere stato un animale acquatico, fornito di branchie, coi due sessi riuniti nello stesso individuo, e cogli organi più importanti del corpo (come il cervello ed il cuore), imperfettamente sviluppati. Questo animale sembra essere stato più simile alla larva della nostra esistente Ascidia di mare che non a qualunque altra forma conosciuta.

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Pensando alle future generazioni, non v’è ragione per temere che gl’istinti sociali si vadan facendo più deboli, e possiamo prevedere che gli abiti virtuosi si faranno più forti, e mercè l’eredità forse diverranno stabili. In questo caso la lotta fra i nostri migliori impulsi contro i cattivi sarà meno forte e la virtù finirà per trionfare.

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