Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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La Stampa

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AA. VV. 1 occorrenze

La salma di Filomena Cinque, 83 anni, che abitava nella palazzina crollata venerdì sera con il costone su cui era stata costruita, è stata portata via da un furgone tra le grida e il pianto dei familiari: proprio quelli che poche ore prima, con i nervi a fior di pelle, avevano aggredito fisicamente alcuni vigili del fuoco accusandoli di non impegnarsi a sufficienza nelle ricerche. Ora non resta che sgomberare dalle macerie la strada maledetta e aspettare che la magistratura faccia giustizia per quei quattro morti. Nel frattempo, il fango che ha sepolto la strada per Sorrento restituisce, oltre ai corpi senza vita, tante storie dolorose. Come quella di Raul Veropalumbo l'uomo che la frana ha ucciso nello stessi; giorno in cui gli è nata una bambina. È come se la sua famiglia fossi stata colpita da una maledizione, da una sorte maligna che impone il sacrificio dei genitori alla nascita dei figli: anche lui, infatti, non ha mai conosciuto il padre, morto in un incidente d'auto nello stesso giorno in cui è venuto al mondo. A piangere Raul è rimasta la moglie Teresa Matrone, che sembra aver perso la voglia di vivere. «È come se fossi morta con lui – dice -. Il ricordo dell'uomo che amavo e che non ha nemmeno avuto il tempo di prendere in braccio la sua bambina non mi abbandonerà mai» . È terribilmente amara anche la storia di Francesco Scisciolo, un casellante dell'autostrada Napoli-Salerno di cui i familiari non avevano notizie dalla sera di venerdì. Il figlio Ivan, maresciallo dei carabinieri, si era precipitato sul luogo della frana perché sapeva che quel giorno il padre avrebbe dovuto cenare con un gruppo di amici in un ristorante lì vicino. Per ore e ore ha scavato nel fango con il cuore in gola e ieri, quando gli hanno detto che sotto le macerie non erano più corpi da recuperare, la speranza ha sostituito l'angoscia. Ma è stata una questione di minuti. La doccia fredda è arrivata poco più tardi, nell'obitorio in cui sono state portate le quattro vittime. Suo padre era lì, ma l'avevano registrato sotto un nome diverso: un volontario della Croce Rossa di Castellammare, infatti, aveva creduto di riconoscere in lui un barbone di origine polacca che, poco prima della sciagura, era stato visto nei pressi della Corse speciali di traghetti e aliscafi per rifornire i centri del litorale rimasti isolati I vigili del fuoco al lavoro per recuperare i corpi delle vittime della frana a Castellammare strada maledetta. Sta invece benone una quinta persona che per due giorni è stata data per dispersa. Espedito Ferrajuolo, 22 anni, che i genitori temevano fosse rimasto sotto le macerie, si è fatto vivo soltanto ieri. Scampato alla frana, ha trascorso le notti di venerdì e sabato in un albergo della zona. «Non ho potuto telefonare a casa fino a oggi», si è giustificato. Espedito Ferrajuolo è uno dei tanti scampati alla frana grazie all'intervento dei vigili urbani di Castellammare di Stabia. Sono stati loro i primi a notare che il costone sulla strada della morte stava cedendo ed hanno subito avvertito gli automobilisti incolonnati nel traffico affinché si allontanassero al più presto dalle macchine. L'inchiesta sulla frana è condotta dalla procura della Repubblica di Torre Annunziata. Il magistrato ha affidato una perizia idrogeologica ad una commissione presieduta dal professore Pasquale Nicotera, docente di geologia applicata all'università di Napoli. Gli esperti dovranno stabilire, tra l'altro, l'attendibilità delle accuse fatte dai familiari di alcune delle vittime: secondo loro, fra le cause della frana vi è la costruzione di una galleria sotterranea. Ieri mattina si è tenuto un summit nella prefettura di Napoli al quale hanno partecipato, oltre il prefetto Achille Catalani, il questore e il comandante dei vigili del fuoco. Per quanto riguarda i collegamenti con la penisola sorrentina rimasti isolati a causa della frana, sono state istituite corse speciali di aliscafi e traghetti per rifornire di carburante e generi di prima necessità i centri isolati.

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