Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNIPIEMONTE

Risultati per: abitate

Numero di risultati: 16 in 1 pagine

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Astronomia

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J. Norman Lockyer 1 occorrenze

Voi però, che abitate in Italia, non avrete mai visto il Sole culminare più vicino all'orizzonte di quel che ogni anno culmini ai 22 di dicembre, ne mai nelle sue culminazioni avvicinarsi allo zenit più di quel che ogni anno faccia ai 22 di giugno; e avrete ancora avvertito che, quando si ha da noi il giorno uguale alla notte, il Sole culmina in un punto del cielo che giace a metà distanza fra quello a cui corrisponde la culminazione più alta, e quello a cui corrisponde la più bassa.

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Atti della società italiana di Scienze naturali (seduta del 29 giugno 1862)

412054
Quintino Sella 1 occorrenze
  • 1862
  • Tipografia Bernardoni
  • Milano
  • geologia
  • UNIPIEMONTE
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Si potrebbe credere da taluno, che convenisse mettere insieme i varii lavori fatti dai geologi italiani, e incaricare qualcuno di completare le parti su cui si hanno insufficienti nozioni, in guisa da pubblicare una carta a piccola scala, p. e. a quella di 1 : 500,000, e lasciare poscia ad ingegneri mineralogici, od a professori, o cultori privati di geologia, la cura di fare in maggior scala le parti di carta, che concernano le regioni da loro abitate. Sarebbe a un dipresso il sistema francese; ma io credo, che i risultati dati, se riescirono benissimo per la carta in piccola scala affidata a due valenti geologi, di cui uno, cioè Elie de Beaumont va incontestabilmente contato fra i più grandi geologi del secolo, non possono dirsi soddisfacenti per le carte dipartimentali, io credo anzi che a poco a poco si finirà per dover rifare quasi tutto il lavoro. Io farei poi contro questo sistema la obbiezione, che il solo rilevamento di dettaglio darà le chiavi di molte parti della geologia italiana, sulle quali fervono vive contestazioni, e che offrono difficoltà grandissime per la scarsità di fossili.

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Contro la tubercolosi. Saggio popolare

412378
Giulio Bizzozero 2 occorrenze
  • 1899
  • Fratelli Treves
  • Milano
  • scienze
  • UNIPIEMONTE
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Queste conclusioni concordano, del resto, con quanto già aveva insegnato la pratica, giacchè spesso si sono vedute delle famiglie numerose e floride venir distrutte in qualche anno dalla tubercolosi, dopo di avere alloggiato in camere già abitate da tubercolosi; oppure delle persone robuste e provenienti da famiglie sanissime, andare l'una dopo l'altra ad abitare in una camera già tenuta da un tubercoloso e contrarvi l'una dopo l'altra la malattia; oppure ancora, e questo è il caso più frequente, delle famiglie perfettamente sane dare parecchie vittime alla tubercolosi appena entrò a far parte della famiglia, qual parente o persona di servizio, una persona tubercolosa. Sono questi i casi che più avevano impressionato i medici antichi, e loro fatto ammettere l'esistenza del contagio. Paitoni, p. es., protomedico della Repubblica Veneta, in una Relazione inviata nel 1772 ai Provveditori della Sanità, corroborava la sua fede contagionista con molti esempi capitatigli nella sua pratica, e fra gli altri con quello di un'intera famiglia «composta di sette belle persone, che si era estinta tutta nel breve giro di 15 anni in seguito del male portatole da una serva tisica, assistita senza riserva e fino all'ultimo respiro per un genio caritatevole dalla padrona, che fu anche la prima a perire».

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In ispecial modo preziose sono le osservazioni fatte in località poco abitate e precedentemente immuni dalla malattia, perché quivi riesce più facile risalire alle cause dei primi casi che vi si manifestano. Il dottor Dubousquet, esercitando la pratica medica in Bretagna, in Normandia e nel Limousin, ebbe occasione frequente di assistere all'importazione in località fin allora sane di casi di tubercolosi, che diedero poi origine ad altri casi indigeni, ovvero di vedere delle famiglie succedersi nella stessa abitazione e quasi tutte presentare dei casi di tubercolosi. Fra 175 tisici registrati nelle sue note, ne trovò 107 che dovevano la malattia a questo contagio di casa o di famiglia. Un fatto quanto mai dimostrativo gli venne riferito dal dott. Lafargue di Brive. In una località in cui la tubercolosi era sconosciuta andò a farsi curare e a morire un falegname di 42 anni, che aveva contratto la malattia a Parigi. Sua moglie, colpita dal contagio, muore, e sua figlia subisce ben presto la stessa sorte. Le poverette erano state assistite da una zia e da sua figlia, che abitavano la stessa casa, erano perfettamente sane, e non avevano in famiglia alcun antecedente tubercolare: ebbene, queste pure ammalano e muojono. In complesso, cinque morti in sei anni!

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L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso

451159
Carlo Darwin 3 occorrenze
  • 1871
  • Unione Tipografico-Editrice
  • Torino
  • Scienze
  • UNIPIEMONTE
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., che le differenti razze umane sono distribuite nel mondo nelle stesse provincie zoologiche, come quelle che sono abitate da specie e generi di mammiferi certamente distinti. È evidente che questo è il caso per le razze umane Australiane, Mongole e Nere; in un modo meno evidente per gli Ottentoti, ma chiaramente pei Papuani ed i Malesi, che sono separati, come ha dimostrato il sig. Wallace, da quasi la stessa linea che divide le grandi provincie zoologiche malesi ed australiane. Gli indigeni di America si distribuiscono in tutto il Continente; e ciò a prima vista sembra contrario alla regola sopradetta, perchè la maggior parte delle produzioni della metà settentrionale differiscono grandemente; tuttavia alcune poche forme viventi, come l’Opossum, si distribuiscono dall’una all’altra, ciò che seguiva anticamente di alcuni giganteschi Sdentati. Gli Esquimali, come gli altri animali artici, si estendono intorno a tutte le regioni polari. Giova notare che le forme di mammiferi che abitano parecchie provincie zoologiche non differiscono fra loro nello stesso grado; cosicchè si può appena considerare come una anomalia il fatto che il Nero differisca più, e l’Americano molto meno, dalle altre razze umane, che non i mammiferi degli stessi Continenti da quelli delle altre provincie. Si può tuttavia soggiungere che l’uomo non sembra avere in origine abitato nessuna isola oceanica; e per questo riguardo rassomiglia agli altri membri dello sua classe.

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Forbes mi ha detto che i Quichuas nelle Ande variano grandemente nel colore, secondo la posizione delle valli da loro abitate..

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Forbes mi ha detto che i Quichuas nelle Ande variano grandemente nel colore, secondo la posizione delle valli da loro abitate.

Pagina 179

Sulla origine della specie per elezione naturale

538977
Carlo Darwin 9 occorrenze
  • 1875
  • Unione Tipografico-Editrice
  • Torino
  • Scienze
  • UNIPIEMONTE
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Le isole Oceaniche sono abitate da pipistrelli e foche, ma non da mammiferi terrestri, e siccome alcuni di questi pipistrelli costituiscono delle specie peculiari, debbono abitare da lungo tempo nella loro patria attuale. Carlo Lyell domanda perchè le foche ed i pipistrelli non abbiano prodotto delle forme atte a vivere in terraferma, ed in risposta adduce dei motivi. Ma le foche dovrebbero necessariamente trasformarsi in animali terrestri carnivori di notevole grandezza, e i pipistrelli in animali terrestri insettivori; ai primi mancherebbe la preda, ed ai pipistrelli servirebbero di nutrimento gli insetti viventi sul suolo, ai quali danno già largamente la caccia i rettili e gli uccelli, i quali pei primi vanno ad abitare le isole oceaniche e vi abbondano. Le gradazioni di struttura, utili ad una specie in via di trasformazione, non saranno favorite che in certe speciali condizioni. Un animale strettamente terrestre, cacciando occasionalmente nelle acque poco profonde, poi nei fiumi e nei laghi, potrebbe essere convertito in un animale sì bene acquatico da affrontare l'alto mare. Ma non credo che le foche trovino nelle isole oceaniche le condizioni favorevoli per una graduale riconversione in una forma terrestre. Come già fu dimostrato, i pipistrelli acquistarono probabilmente la loro membrana del volo scivolando dapprima per l'aria a modo degli scoiattoli volanti d'albero in albero, sia per sfuggire ai loro nemici, sia per evitare la caduta; ma una volta acquistata la vera attitudine al volo, ben difficilmente, almeno per lo scopo indicato, sarà riconvertita nella facoltà meno efficace di scivolare per l'aria. I pipistrelli, come gli uccelli, potrebbero bensì in seguito a non-uso soffrire una notevole riduzione delle ali, od anche perderle affatto; ma in tale caso sarebbe necessario che acquistassero la facoltà di camminare velocemente sul terreno coi soli arti posteriori, per essere in grado di far concorrenza agli uccelli e ad altri animali viventi sul suolo: ora per un tale cambiamento i pipistrelli sembrano singolarmente male adatti. Queste congetture furono fatte col solo intento di dimostrare che il passaggio da una struttura ad un'altra a mezzo di gradini utili è un processo assai complicato, e che non vi ha motivo di maravigliarsi se in un caso particolare tale passaggio non è avvenuto.

Pagina 190

Nel vecchio continente non vi è certamente un clima, nè una condizione che non abbia il suo riscontro nel nuovo mondo, - almeno con quelle relazioni più intime che generalmente esige la medesima specie; perchè gli è uno dei casi più rari quello di trovare un gruppo di organismi confinati in un luogo piccolo, il quale abbia delle condizioni peculiari, anche solo in menomo grado; per esempio, potrebbero citarsi delle piccole superfici nel vecchio mondo assai più calde di qualunque altra dell'America, le quali ciò non ostante non sono abitate da una fauna o da una flora speciale. Nonostante questo parallelismo nelle condizioni del vecchio mondo e del nuovo, quanto non sono differenti le loro produzioni attuali!

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Le pianure vicine allo stretto di Magellano sono abitate da una specie di Rhea (struzzo americano), e al nord delle pianure della Plata vive un'altra specie del medesimo genere; e non vi si trova alcuno struzzo vero, nè casoar elmuto, i quali stanno sotto la medesima latitudine in Africa ed in Australia. In queste medesime pianure della Plata noi vediamo l'Agouti e il Bizcacha, animali che hanno abitudini quasi uguali a quelle delle nostre lepri e dei nostri conigli e appartengono al medesimo ordine dei roditori, ma posseggono un tipo d'organizzazione perfettamente americano. Se ascendiamo gli alti picchi delle Cordigliere, troviamo una specie alpina di Bizcacha; e se esaminiamo le acque noi non troviamo il castoro o il tipo muschiato, ma il Coypu ed il Capybara, che sono roditori del tipo americano (Nota XXXIV). Si potrebbero citare moltissimi altri esempi. Se consideriamo le isole lungo le coste americane per quanto esse differiscano nella struttura geologica, i loro abitanti, sebbene possano formare altrettante specie particolari, sono essenzialmente del tipo americano. Or risaliamo addietro fino alle epoche passate, e vedremo (come si dimostrò nel capo precedente) che i tipi americani saranno prevalenti sul continente e nei mari dell'America. In questi fatti noi ravvisiamo qualche profonda connessione organica, la quale prevale nello spazio e nel tempo, sopra le regioni terrestri ed acquee, e rimane indipendente dalle loro condizioni fisiche. Dovrebbe essere ben poco curioso quel naturalista che non si sentisse ispirato a ricercare quale sia questa relazione.

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Stando ai fatti suesposti, e cioè alla presenza di forme temperate sulle alture traverso tutta l'Africa equatoriale, e lungo la penisola dell'India, il Ceylan e l'Arcipelago Malese, e in modo meno marcato traverso il vasto spazio dell'America meridionale tropicale, sembra cosa quasi certa, che in un periodo passato e precisamente durante la parte più fredda dell'epoca glaciale le pianure di questi grandi continenti sotto all'equatore siano state abitate da un numero considerevole di forme temperate. In quell'epoca il clima equatoriale al livello del mare era probabilmente uguale a quello che ora domina alle stesse latitudini ad un'altezza di cinque a seimila piedi, e forse anche più freddo. Durante quel tempo freddissimo le pianure sotto all'equatore saranno state vestite di una vegetazione mista, tropica cioè e temperata, simile a quella descritta dall'Hooker, che ora prospera sulle basse pendici dell'Himalaya ad un'altezza di quattro a cinquemila piedi, solo che in quella v'era forse maggiore prevalenza delle forme temperate. Anche il Mann ha trovato che nell'isola montuosa Fernando Po nel golfo di Guinea ad un'altezza di circa cinquemila piedi incominciano a comparire le forme temperate europee. Sui monti del Panama il dott. Seemann ha trovato ad un'altezza di soli duemila piedi la vegetazione uguale a quella del Messico, «forme della zona torrida armonicamente unite con quelle della temperata».

Pagina 344

Così in certe isole, non abitate dai mammiferi, alcune piante endemiche hanno dei magnifici semi ad uncini; eppure poche relazioni sono più sorprendenti della proprietà dei semi ad uncini di essere trasportati dalla lana o dal pelo dei quadrupedi. Questo caso, secondo le mie idee, non offre alcuna difficoltà, perchè un seme ad uncini può essere tradotto in un'isola con alcuni altri mezzi; e anche se la pianta si modifichi leggermente, ma conservi ancora i suoi semi ad uncini, formerebbe una specie endemica dotata di un'appendice inutile, come lo sarebbe un organo rudimentale, per esempio come lo sono le ali ripiegate sotto le elitre saldate di molti coleotteri isolani. Le isole posseggono spesso alberi ed arbusti appartenenti ad ordini che altrove non comprendono che specie erbacee; ora gli alberi generalmente hanno una estensione molto ristretta, qualunque ne sia la cagione, come ha dimostrato Alfonso De Candolle. Perciò gli alberi sono poco adatti ad emigrare verso lontane isole oceaniche; ed una pianta erbacea, sebbene abbia poca probabilità di competere con successo in statura con un albero pienamente sviluppato, quando si stabilisca in un'isola ed abbia a lottare colle sole piante erbacee, può facilmente ottenere un vantaggio su queste, crescendo ad una maggiore altezza e superando le altre piante. Se l'elezione naturale deve tendere in tal modo ad accrescere la statura delle piante erbacee che si sviluppano in un'isola oceanica, a qualunque ordine appartengano, essa può cambiarle prima in arbusti e infine formarne degli alberi.

Pagina 354

Le isole Falkland, che sono abitate da una volpe simile al lupo, formano quasi una eccezione; ma questo gruppo non può riguardarsi come oceanico, mentre poggia sopra un banco legato col continente e distante dal medesimo 280 miglia circa; inoltre i ghiacci galleggianti trasportarono anticamente dei massi di roccie sulle loro coste occidentali e quindi possono anche avervi depositato delle volpi, come accade spesso anche al presente nelle regioni artiche. Nondimeno non potrebbe asserirsi che le isole piccole non possono dar ricetto ai piccoli mammiferi, perchè questi si trovano in molte parti del mondo sopra piccolissime isolette, in prossimità dei continenti; nè può citarsi un'isola sola in cui i nostri minori mammiferi non siano stati naturalizzati e non si siano moltiplicati grandemente. Nè potrebbe dirsi, in base dell'opinione comunemente adottata delle creazioni, che in quei luoghi mancasse il tempo per la creazione dei mammiferi; molte isole vulcaniche infatti sono abbastanza antiche, come lo provano le meravigliose degradazioni che soffrirono e i loro strati terziari; vi fu inoltre del tempo sufficiente per la produzione di specie endemiche appartenenti ad altre classi; ed è cosa nota che sui continenti i mammiferi appariscono e si perdono più rapidamente degli altri animali inferiori. Sebbene non si incontrino mammiferi terrestri nelle isole oceaniche, pure in quasi tutte queste isole si osservano dei mammiferi volanti. La Nuova Zelanda possiede due pipistrelli che non si trovano in qualsiasi altra parte del mondo; l'isola Norfolk, l'Arcipelago Viti, le isole Bouin, gli arcipelaghi delle Caroline e delle Marianne e l'Isola Maurizio, posseggono tutte i loro pipistrelli speciali. Ora potrebbe domandarsi, come la supposta forza creatrice abbia formato su quelle isole remote soli pipistrelli e non altri mammiferi? Secondo il mio modo di vedere, a quest'interrogazione può rispondersi agevolmente; perchè niun mammifero terrestre può essere trasportato sopra grandi spazi di mare, ma i pipistrelli possono facilmente volare fino a quelle isole. Si sono veduti pipistrelli che erravano di giorno sull'Oceano Atlantico a molta distanza dalle terre, e due specie dell'America settentrionale sia regolarmente, sia accidentalmente visitano la Bermuda alla distanza di 600 miglia dal continente. Ho appreso dal Tomes, che ha studiato particolarmente questa famiglia, che molte di queste specie hanno una estensione enorme e si trovano sui continenti e sulle isole più lontane. Conseguentemente non ci resta che da supporre che queste specie erranti siano state modificate, mediante l'elezione naturale nelle loro nuove dimore, in relazione alla nuova loro posizione: e allora facilmente capiremo la presenza dei pipistrelli endemici sulle isole, colla mancanza di tutti gli altri mammiferi terrestri.

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Da un lato di questo spazio le isole giacciono sopra banchi sottomarini non molto profondi e sono abitate da quadrupedi identici, o almeno molto affini. Senza dubbio in questo grande arcipelago si notano alcune anomalie, e in certi casi è molto difficile formare un giudizio intorno alla probabile naturalizzazione di alcuni mammiferi e decidere se abbia da attribuirsi all'opera dell'uomo; ma noi avremo presto molte notizie sulla storia generale di quell'arcipelago, per le ricerche e lo zelo mirabile del Wallace. Io non ebbi ancora tempo di continuare l'esame di tale soggetto per tutte le parti del mondo; ma per quanto potei osservare, la relazione ora detta generalmente si verifica. Noi vediamo la Gran Bretagna separata dall'Europa mediante un Canale poco profondo e i mammiferi sono i medesimi da ambe le parti dello stretto; e troviamo dei fatti analoghi sopra molte isole divise dall'Australia per mezzo di consimili canali. Le isole delle Indie Occidentali giacciono sopra un banco sommerso, alla profondità di 1000 braccia, e vi troviamo le forme americane; ma le specie ed anche i generi sono molto distinti. Siccome il complesso delle modificazioni in ogni caso dipende fino ad un certo grado dal tempo trascorso, ed è chiaro che nei cambiamenti di livello le isole separate da canali poco profondi possono essere state unite più facilmente in continuità della terraferma in un periodo recente di quelle isole che sono separate da canali profondi, ci sarà facile intendere la frequente relazione che si nota fra la profondità del mare e il grado di affinità dei mammiferi abitanti le isole con quelli del continente più vicino, - relazione che sarebbe inesplicabile secondo la teoria degli atti indipendenti di creazione.

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Richiamando alla mente che le mutue relazioni da organismo ad organismo sono della più alta importanza, possiamo riconoscere perchè due superfici, poste in condizioni fisiche quasi uguali, siano di sovente abitate da forme di vita affatto differenti. Imperocchè, a seconda della lunghezza del tempo trascorso, dacchè i nuovi abitanti si introdussero in una regione; a seconda della natura della comunicazione che permetteva il passaggio a certe forme e non ad altre, in maggiore o minor numero; secondochè gli immigranti entrarono o no in una lotta più o meno diretta gli uni cogli altri e cogli indigeni; ed anche secondo che gli immigranti furono capaci di variare più o meno rapidamente, dovettero seguirne nelle differenti regioni, indipendentemente dalle loro condizioni fisiche, delle condizioni di vita infinitamente diverse, - e un insieme quasi infinito di azioni e di reazioni organiche; - e noi dobbiamo trovare, come infatti troviamo, nelle varie grandi provincie geografiche del mondo, alcuni gruppi di esseri modificati in sommo grado ed altri soltanto leggermente, alcuni sviluppati ed estesi con grande vigore, altri invece esistenti in piccolo numero.

Pagina 366

Il principio di migrazione, colle modificazioni susseguenti, ci servirà a spiegare perchè le isole oceaniche siano abitate da poche specie, molte delle quali sono affatto particolari e proprie di quelle isole. Noi vediamo chiaramente perchè questi animali che non possono attraversare grandi spazi di mare, come i batraci ed i mammiferi terrestri, non si trovino nelle isole oceaniche; e perchè, d'altra parte, nuove e particolari specie di pipistrelli, animali che possono portarsi al di là dei mari, si incontrino tanto spesso sulle isole più lontane dai continenti. Questi fatti, non meno che la presenza di peculiari specie di pipistrelli e l'assenza di altri mammiferi sulle isole dell'oceano, sono affatto inesplicabili nella teoria degli atti indipendenti di creazione.

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