La mattina dopo 3000 soldati francesi circondarono il quartiere, che ha 80.000 abitanti, ed invitarono la popolazione a consegnare i ribelli sotto pena di bombardamento. Gli abitanti dissero di essere nella impossibilità di farlo essendo disarmati ed invitarono i francesi ad impadronirsi dei ribelli senza bombardare.
Molti inquilini si sono ritirati al piano superiore e hanno comunicazione con la strada a mezzo di ponti improvvisati; altri abitanti in casette basse le hanno abbandonate mettendo in salvo le loro masserizie. Nessuna disgrazia. La popolazione è tranquilla.
Fu quindi concessa agli abitanti mezz'ora di tempo per mettersi al sicuro. Ben pochi riuscirono ad allontanarsi. Al momento stabilito, cioè verso il mezzogiorno de] giorno 7, dodici cannoni da 75, una batteria di obici pesanti e una dozzina di aeroplani cominciarono il bombardamento che continuò ininterrotto per quindici ore. Scoppiarono immediatamente incendi qua e là. Il cielo era oscurato dal fumo e dal polverio sollevato dal bombardamento. Ne seguì un panico generale; molti uomini si unirono ai ribelli e combatterono contro i francesi. Donne e bambini correvano pazzamente per le strade e cadevano sotto i proiettili. Centodieci ribelli riuscirono a fuggire traverso le linee francesi. Allora il bombardamento cessò.
Come troppo spesso si verifica, il problema militare risenti della falsa impostazione politica: ben presto non si trattò più di costringere la Turchia a cedere la Libia, ma di insediarci colà a viva forza vincendo la resistenza degli abitanti su tutti i punti. Ciò spiega come la conquista andasse per le lunghe e diventasse assai costosa e penosa, e come il primitivo corpo di occupazione - si era creduto largheggiare costituendolo su due divisioni con truppe suppletive e servizi, cioè 35.000 uomini circa - si dimostrasse inadeguato all'arduo compito, tanto da doverlo portare quasi subito a una consistenza più che doppia, che diventò tripla l'anno seguente.
Accademia della crusca
