Altri interventi, pur intendendo favorire le zone montane e i loro abitanti, hanno messo in campo modelli, strumenti e risorse limitati e alla fine inefficaci. Nel complesso, la legislazione e le politiche finora seguite appaiono per lo più artificiose, a causa del carattere uniforme e centralistico della loro impostazione. Il recente venir meno delle politiche per la montagna nell'attuale situazione di crisi deve perciò essere l'occasione per riprendere un cammino diverso, riportando l'attenzione sulle notevoli diversità delle zone montane e delle loro vocazioni, e ridando "voce" alle popolazioni montane. In questa direzione utili indicazioni vengono anche dalla Convenzione europea del paesaggio.
In particolare ci si sofferma, poi, sulla sentenza n. 277 del 2011 della Corte costituzionale che ha sancito l'illegittimità della disciplina in materia di ineleggibilità parlamentari, nella parte in cui non prevede l'incompatibilità tra la carica di parlamentare e quella di sindaco (di comune con più di 20 mila abitanti). E, infine, ci si sofferma sulle ultime decisioni prese dalle Giunte delle elezioni delle Camere, che - successivamente alla pronuncia di illegittimità costituzionale - sono tornate sulle decisioni prese all'inizio della legislatura, e le quali - pur partendo dai medesimi presupposti - hanno assunto decisioni tra di loro difformi.
La tutela dei centri storici rispecchia l'esigenza di salvaguardare la memoria dell'ambiente antropico - anche al di là della sua valenza puramente estetica - e di fronteggiare l'abbandono da parte degli abitanti, dovuto in parte a ragioni di carattere economico, in parte nella ricerca di una migliore qualità di vita. La loro rivitalizzazione è auspicabile sia sul piano culturale (poiché permette di recuperare identità non di rado in via di sparizione), sia sul piano economico (in vista del potenziamento della vocazione turistico-ricettiva di luoghi ricchi di fascino). Tuttavia, dalla complessità degli interessi coinvolti possono sorgere spinosi problemi applicativi. A fronte della carenza di un quadro esaustivo in materia nella legislazione nazionale, questo contributo si propone di esaminare criticamente la normativa regionale direttamente rivolta alla tutela e alla valorizzazione dei centri storici, per coglierne le principali convergenze e divergenze.
L'esposizione universale in corso a Milano, EXPO 2015, sarà ricordata non tanto per le curiosità che essa esibisce quanto per l'eredità che essa è destinata a lasciare: la Carta di Milano, un documento ufficiale che impegna popolazioni e governi ad assicurare il diritto alla nutrizione per tutti gli abitanti del pianeta. Riprendendo questo tema, l'Ordine degli Avvocati di Milano ha presentato e approvato il Manifesto dell'Avvocatura, affermando il principio che il diritto alla nutrizione deve essere inteso come un diritto umano fondamentale, poiché esso rappresenta il diritto alla dignità e identità delle persone e alla tutela della loro salute.