Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNIPIEMONTE

Risultati per: abitano

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Contro la tubercolosi. Saggio popolare

412279
Giulio Bizzozero 4 occorrenze
  • 1899
  • Fratelli Treves
  • Milano
  • scienze
  • UNIPIEMONTE
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Proibisce ai proprietari delle case dove abitano i tisici denunziati, di poter licenziare dalle medesime tali pigionali, e perché il male non si dilati e serpeggi, e per assicurare quei miserabili dal risico di non trovare altra casa ove ricoverarsi.

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Proibisce ai proprietari delle case dove abitano i tisici denunziati, di poter licenziare dalle medesime tali pigionali, e perché il male non si dilati e serpeggi, e per assicurare quei miserabili dal risico di non trovare altra casa ove ricoverarsi.V. Proibisce agli eredi di tali infermi il poter vendere ai rigattieri o rivenditori, ecc., durante un mese dopo la morte, in cui si ordina gli spurghi necessari, alcuna cosa di quelle che hanno servito ad uso dei predetti malati.Oltre ciò, l'editto prescriveva le diligenze da usarsi tanto durante la malattia, quanto dopo seguìta la morte. E però voleva fosse cura degli assistenti al tisico:I. Di lasciare di tempo in tempo l'ingresso libero all'aria nella di lui camera.II. Di procurare che l'ammalato non sputi altrove che in vasi di vetro o di terra invetriata; che questi spesso si mutino e si lavino; e che ogni giorno si allontanino dalla camera dell'infermo le altre separazioni.Seguivano poi le prescrizioni per la disinfezione della camera, dei mobili e delle robe del morto:III. Dopo la morte siano lavate con ranno bollente, almen due volte le biancherie che hanno servito a' tisici, i panni di lana lavabili ed i gusci delle materasse e dei guanciali, e che si lavi e batta la lana, esponendola all'aria; il che dovrà farsi anche alla piuma.IV. Si spieghino all'aria, in luogo ventilato le vesti ed ogni genere di tappezzeria non lavabile, e si scuotano e spazzolino, astergendoli superficialmente con panni lini puliti.V. I mobili di legno e di metallo, vasi e istrumenti, ecc., siano lavati e stropicciati almeno due volte, tenendoli pure esposti all'aria per qualche tempo.VI. Il pavimento della camera si lavi almeno per due volte, e si imbianchi la muraglia tutta, tenendo per qualche tempo le finestre e le porte aperte, acciò possa l'aria dissipare affatto ciò che restasse d'infezione nella camera medesima.Nè la prevenzione della tubercolosi si affidava soltanto all'opera dei governanti; a questa si cercava d'aggiungere la diligenza dei privati. Infatti il collegio medico fiorentino suggeriva di avvertire il popolo «delle più reali cagioni di questo male, che sono gli sfoghi del petto, o gli errori del vitto, e più d'ogni altro le infreddature e le tossi incautamente acquistate e stolidamente neglette, le quali non essendo ben curate nel loro principio quando nel capo o nelle fauci si manifestano, si estendono poi per la continuazione dei canali dell'aria dentro ai polmoni». Raccomandava altresì «la nettezza dei luoghi e delle persone, poichè è certissimo che una delle più frequenti cagioni della pronta propagazione delle malattie popolari perniciose è la immondizia; mentre è manifesto sempre più mantenersi costante la comune sanità, là dove maggiore è la pulitezza».Appare da queste citazioni, che dei tre fondamenti dell'attuale difesa contro la tubercolosi, consistenti nel diminuire la predisposizione dell'organismo a riceverla, e nell'evitare la trasmissione del contagio, abbia essa luogo per mezzo dello sputo dei malati o per mezzo del latte di mucca, gli italiani del secolo scorso conoscevano già i due primi e più importanti, cioè quelli che potevano essere fatti palesi dalla semplice accurata osservazione clinica. Non era possibile che essi avessero notizia del terzo, perché la tubercolosi nelle vacche ha un modo di manifestarsi ben diverso dalla umana, e la parentela fra le due forme non poteva essere dimostrata che per mezzo dell'esperimento sussidiato dall'esame microscopico; e a quei tempi la microscopia era ancora una terra incognita per la medicina..

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Di ciò tengan conto coloro che abitano in camere mobiliate; evitino di rientrarvi subito dopo che le persone di servizio le hanno pulite col solito metodo preadamitico dello straccio asciutto e della scopa, il quale rimette in movimento nell'aria e spinge nei polmoni del nuovo abitatore la polvere e i bacilli che vi possono aver lasciato i suoi predecessori.; 3.° che quando un tisico muore o cambia d'abitazione, il medico sia obbligato a farne tosto denuncia, affinchè la camera venga rigorosamente disinfettata per cura o sotto la sorveglianza dell'autorità. È una precauzione che spesso si trascura, e che tuttavia può preservare da gravissimi guai. In genere, chi cambia alloggio dovrebbe sempre far disinfettare quello in cui entra; gli gioverebbe così per la tubercolosi, come per la difterite, la scarlattina ed altre malattie contagiose non meno gravi.

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Tale debolezza acquisita noi la vediamo sopravvenire in coloro che vivono in cattive condizioni igieniche, abitano p. es. in camere o lavorano in opifici soverchiamente affollati, umidi, poveri di luce e d'aria, o con aria carica di polvere o di gas irritanti, si nutrono in modo insufficiente, faticano oltre la loro potenzialità fisiologica; oppure la vediamo tener dietro a parti troppo ripetuti, a un allattamento troppo protratto, a gravi e prolungati dolori morali, a soverchie fatiche intellettuali, e eccessi d'ogni genere; oppure, infine, la vediamo conseguenza di malattie svariate, che infiacchiscono profondamente l'organismo, quali le malattie croniche dello stomaco, il diabete, la tifoide, il morbillo, il vaiuolo.

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