Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abita

Numero di risultati: 43 in 1 pagine

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«Topolino» 1, Vol. I (1 Aprile 1949)

346748
AA. VV. 1 occorrenze

VI ABITA SOLTANTO IL VECCHIO E FIDATO CUSTODE PIVA!

«Topolino» 2623 (7 Marzo 2006)

353290
AA. VV. 2 occorrenze

RICORDI DOVE ABITA?

JOE ABITA QUI VICINO! SPERIAMO CHE...

«Diabolik» 7, Anno XV (29 Marzo 1976)

355125
1 occorrenze

ABITA AL DI LÀ DEL PONTE DELLA FERROVIA. FORSE LEI SA QUALCOSA DI PIÙ PRECISO.

«Dylan Dog» 331 (1 Aprile 2014)

355856
Giovanni di Gregorio 2 occorrenze

ABITA DALL’ALTRA PARTE DELLA CITTÀ!

ABBIAMO FATTO UNA BREVE RICERCA: NELLA CASA DAVANTI A CUI L’HAI TROVATA ABITA UN CERTO RIGGEN, SUO EX-COLLEGA DI LAVORO...

«Dylan Dog» 83 (1 Agosto 1993)

357200
Tiziano Sclavi 1 occorrenze

E UNO ABITA IN QUEL PALAZZO!”

«Tex Willer» 1 (1 Ottobre 1958)

359247
Gianluigi Bonelli 1 occorrenze

CHI ABITA QUI?...

«Diabolik» 9, Anno XLIII (1 Settembre 2004)

361657
Patricia Martinelli 1 occorrenze

AGNESE È STATA VISTA IN VARI LOCALI IN COMPAGNIA DI UN CERTO MATTEO KUNSTMANN CHE ABITA QUI.

«Topolino» 527 (2 gennaio 1966)

362280
AA. VV. 1 occorrenze

DOVE ABITA? SUI PRIMI CONTRAFFORTI, TRE CHILOMETRI A NORD DELLA CITTÀ? GRAZIE!

«Corriere dei Piccoli» 2, Anno LXVI (13 Gennaio 1974)

364573
AA. VV. 1 occorrenze

MA IL REUCCIO ABITA GIÀ NEL CAVO DI UN ALBERO!

La Stampa

367278
AA. VV. 1 occorrenze

Gli indumenti li aveva affidati la sera stessa alla cameriera di un medico che abita nello stesso stabile perché glieli adattasse. In difesa dell’imputato, che non è nuovo per la Giustizia (e anni fa subì una condanna per truffa) perora l’avvocato Ginnotti. Il tribunale accedendo alla tesi defensionale beneficia il Bonora della diminuente della semi infermità mentale, condannandolo a 6 mesi di reclusione.

Corriere della Sera

368831
AA. VV. 3 occorrenze

Ora che abita all'Argentario?

Li ha trovati un parente che abita nel loro stesso stabile, un'anonima palazzina di Casavatore, alle porte di Napoli.

E Luciano Cavalli, docente all'Università di Firenze, scrive che «la politica non abita qui», che quelli di oggi sono «mediocri schieramenti ispirati da logiche di potere», che «la classe politica... è scelta dai vertici dei partiti in base a calcoli di potere interno o, anche, di popolarità plebea: calciatori, cantanti, conduttori tv». Pertanto, «il disimpegno diventa per molti cittadini quasi una regola di dignità». «La vita politica — aggiunge Luciano Pellicani, ex direttore di Mondoperaio — nel giro di pochi anni si è svuotata di ogni idealità».

Il Corriere della Sera

370320
AA. VV. 1 occorrenze

Rolleri, che abita in viale Ticinese 4, è giunta notizia che il figlio Eugenio Rolleri, sottotenente di fanteria al comando di un riparto scudato, è caduto sul Carso negli ultimi di giugno. Il comandante la Brigata telegrafa che il Rolleri è caduto eroicamente all'assalto di una trincea nemica, alla testa del suo riparto. Il giovane ufficiale - aveva 22 anni - apparteneva all'amministrazione del Touring Club. Stava per ottenere la promozione a tenente ed era stato proposto per una medaglia al valore per la sua condotta in vari scontri.

La Stampa

371206
AA. VV. 1 occorrenze

Allora ci si tiene in esercizio con qualche passeggiata o con una partita a bocce, chi abita in pianura rispolvera la bicicletta cercando strade poco frequentate, ma la rigidità si fa sentire come inseparabile compagna; «A sun reid», «Sono rigido», è il lamento che accompagna dal mattino alla sera ogni movimento richiesto. Il corpo è sempre più lento, la psiche pure, mentre il tempo appare sempre più veloce, si accorcia giorno dopo giorno, come la luce nei freddi pomeriggi di dicembre. Il vecchio non sa nemmeno cosa rispondere a chi gli chiede «come va?». Non può certo dire «bene», ma non vuole neanche lagnarsi, come a volte ha sentito fare ad altri più vecchi di lui. E allora, «A suma que!», «Siamo qui!»; non stupore in questa affermazione ma piuttosto tanta sapienza. Non significa tanto «sopravviviamo», ma piuttosto «stiamo ancora al mondo»; «siamo qui!» è l'affermare il presente proprio mentre tutto ciò a cui si guarda e si può guardare è il passato, il passato che vive nella memoria, il passato che è il grande patrimonio del vecchio. Persone ed eventi popolano questo passato e da esso emergono nitidi e forti i ricordi della fanciullezza, gli anni più lontani, quasi che il vecchio cerchi il bambino che è in lui; il vecchio ha bisogno del bambino, quello nascosto in lui e i bambini che gli stanno attorno, segno della generazione che viene. Forse oggi la tristezza di molti vecchi è accresciuta propria dalla scarsità di bambini attorno a loro; un mondo si chiude e non riescono a scorgere le promesse di quello futuro... I vecchi vivono di ricordi, e nei ricordi si rifugiano come per stringere l'unica ricchezza che rimane loro. Contare i giorni diventa un'arte, una maestria, a volte una fatica, ma diviene un esercizio indispensabile; contare i giorni perché è l'ora di riconciliarsi con la finitudine della vita, con la quale ci si scontra anche assistendo alla morte attorno a sé dei pochi coetanei rimasti, delle persone che erano state compagne di una vita. «Vengono meno i compagni - dice un proverbio monferrino - e ne appare uno nuovo; il bastone», trasposizione popolare del famoso enigma della Sfinge; «Qual è l'animale che al mattino cammina a quattro zampe, a mezzogiorno a due e alla sera a tre?». Si entra nell'«atrio della morte», uno spazio che in questi decenni si sarà anche esteso, ma che resta pur sempre l'anticamera della morte, una situazione in cui l'attesa non è certo più beve perché più lunga di qualche anno... Finché sulle labbra dei vecchi non compare un'altra espressione: «L'è ura d'andé», «È ora di andare!». Quella frase che da adulti si diceva ai bambini per mandarli a letto alla sera, ora da vecchi la si ripete a se stessi perché si è ormai stanchi di vivere: vivere, infatti, è un mestiere e alla lunga stanca. «È ora di andare»; rappacificata confessione di chi, seduto con lo sguardo sfocato, scruta la strada soleggiata fuori dall'uscio di casa o, d’inverno, il fuoco che crepita nel camino e che non si ha più la forza di rattizzare. Stanchi anche di chiedere l'aiuto degli altri, di aspettare che vengano a sostenerci, ad accompagnarci: di loro si ha bisogno, si sa anche che lo fanno volentieri, eppure non si vuole essere loro di peso... È proprio ora di andare! Questo è quanto riesco a leggere della mia vecchiaia ormai imboccata e della vecchiaia di quanti ho conosciuto e amato. Come sarà d'ora in poi il mio percorso? Troverò ispirazione nella speranza cristiana? Oppure, ma non vi è contraddizione, seguirò il sentiero che ho imparato da giovane alla scuola dei vecchi della mia terra? E sarà una vecchiaia segnata dalla malattia, dalle sofferenze, dall'oblio fino all'ottundimento? Ma il mio compito, il compito di ciascuno di fronte alla vecchiaia che incalza non è prevederla bensì prepararla, colmando la vita di quanto può sostenerci fino alla morte.

Il Nuovo Corriere della Sera

371897
AA. VV. 2 occorrenze

Si era recata a Palermo per ragioni di lavoro ed ora è rientrata a Milano dove abita

Luciana Gonzales, rappresentante della Liguria (abita a Pegli) e anch'ella, come diverse sue compagne, ventenne, ha una discreta preparazione musicale. Ha frequentato, al Conservatorio, corsi di canto, i pianoforte e violoncello. Aggiungeremo, a titolo di curiosità, che colleziona cartoline, in attesa di girare l'Italia e magari il mondo in acclamate tournées. Ha saggiato le sue capacità sul banco di prova di «Fiorin fiorello», «Vaya con Dios», «Malasierra».

La Stampa

373824
AA. VV. 3 occorrenze

Colà abita la tessitrice Teresa Ferrero, d'anni 23. Era iersera con lei la sorella Antonia. d'anni 25, abitante in via Cottolengo, N. 62. Le due giovani donne, non fu bene assodato per qual ragione, ma probabilmente per Intimi motivi di famiglia, vennero a contesa con un loro fratello, per nome Luigi.

Secondo la questura, essa si faceva passare per l'amante di un principe russo, che abita da molti anni in una splendida villa ad Ospedaletti e con questa pretesa amicizia riusciva ad estorcere denaro a molte persone. Altro suo sistema di truffare il prossimo era quello di farsi rilasciare dall'ufficio postale delle cartoline vaglia di 50 centesimi, cui poi aggiungeva degli zeri e con dette cartoline, che poi non riscuoteva, si faceva imprestare delle somme, che poi non rimborsava. Altre volte ella presentava della carta bollata in cui in forma di lettera era una nota di un avvocato della nostra città in cui la si avvertiva che, se voleva ritirare una eredità di 54 mila lire, doveva prima versare parecchie migliaia di lire in anticipo. Naturalmente, la lettera era falsa e le carte erano redatte dalla Ramoino, che con questo mezzo poteva ottenere facilmente del denaro.

Intanto, sarebbe assodato che l’individuo seguito è romano ed abita in un quartiere alto della città. Si sa che lavorò anche in una città della provincia di Roma, ove già sono state chieste informazioni e che è un notissimo ladro ferroviario. Si sta anche ricercando un altro individuo che si vide in treno, che era vestito elegantemente e del quale si sono perdute le traccie.

La Stampa

374752
AA. VV. 5 occorrenze

In una villetta di via Gozzano abita la sorella del sacerdote - «Era stato con noi, in autunno, per tre mesi. Ad ottobre è ripartito per tornare in Mozambico»

Piacenza, via Pavese, rappresentante legale della «Pi-car» piacentina; il collega Giancarlo Degli Innocenti, un aretino quarantenne; Giuliano Bucchi De Giuli, 40 anni, titolare di un autosalone a Varzo di Novara, dove abita in viale Riva; i fratelli Gianluigi e Mario Francesco Odoli, 53 e 50 anni, Novara (via Pasquale), procuratore legale il primo, collaboratore il secondo, della Centercar di Novara.

I denunciati sono i coniugi Alberto Del Vecchio, latitante, 60 anni, e Graziuccia Napolitano di 55, abitanti in via Domodossola a Villadossola, contitolari del «Centro ossolano fuoristrada»; Ugo Arioli, 36 anni, impiegato al Comune di Villadossola e abitante a Crevoladossola in via Casetti 86; Giuliano Bucci De Giuli, 40 anni, titolare a Varzo dove abita, in viale Riva, di un'autosalone, i fratelli Gianluigi e Mario Francesco Odoli, 63 e 60 anni, abitanti a Novara in via Pasquale, l'ultimo è collaboratore alla Centercar di Novara.

A Settimo, in una villetta di via Gozzano 3, abita da 23 anni, la sorella Rosina di 56 anni, sposata, senza figli, con un operaio, Giovanni Chiarello. Racconta: «L'ho visto l'ultima volta alla fine di ottobre, quando è ripartito per la missione. Si era fermato con noi per tre mesi; una vacanza che si concedeva ogni due-tre anni».

Padre Onorino era tornato In Italia nel luglio dello scorso anno e si era recato a Ialmicco dove vivono cugini e nipoti e a Torino dove abita la sorella. Altri quattro dehoniani si trovano da qualche tempo In zone controllate dalla Renamo. Sono Giovanni Bonalumi, bergamasco, padre Tarcisio de Giovanni, della diocesi di Cesena, padre Giuseppe Zanetti, 48 anni, di Ciano d'Enza (Reggio Emilia) e padre Giuseppe Ruftini, anch'egli di 48 anni, di Pellizzani (Trento). Padre Giovanni Bonalumi, un anziano sacerdote veterano della missione dehoniana, conosce molto bene le lingue indigene. Dal 16 novembre scorso, si trova insieme con don Tarcisio de Giovanni (un diocesano che collabora con la missione in Mozambico) in una zona controllata dai guerriglieri, dopo l'occupazione da parte dei ribelli della cittadina di Mocubela. Padre Zanetti e padre Ruffini si trovavano invece nel territorio di Manuela.

Corriere della Sera

377530
AA. VV. 2 occorrenze

Il regista in cui scorre sangue siciliano e al quale dobbiamo gli ottimi Mean streets e Alice non abita più qui, ci ha infatti lasciati in angustie, cosi banale (sotto) la scorza sanguinosa è la storia che ci racconta, così risaputo il suo stile, così balordo il finale. Detto in breve, si tratta - e cominciamo a esserne stufi - d'un ennesimo americano psicopatico, che esce guarito da un massacro dopo aver tanto sofferto per l'incomprensione della società e la sporcizia di Nuova York. Malato d'insonnia (la colpa sarà alle solite della guerra del Vietnam), il tassista Travis è al volante ogni giorno per dodici ore nei quartieri malfamati e quindi ne vede di cotte e di crude: prostitute, magnaccia, cornuti che vogliono vendicarsi, candidati alla presidenza che si riempiono la bocca di democrazia.

Bearzot ha 49 unni e abita a Milano. Ricorda: «Eravamo scherniti da tutti. Quell'abbinamento era coinciso, tra l'altro, con l'addio al vecchio glorioso campo di via Filadelfia, inaugurato nel 1926, per il Comunale. Fu proprio una fatalità: avevamo una squadra più forte di quella dell'anno precedente eppure retrocedemmo lo stesso. La caduta in B, però, sferzò l'orgoglio del pubblico, di noi giocatori e dei dirigenti cosicché il 5 giugno del 1960, a Torino, battendo il Modena per 3 a 1 rientrammo fra le 'grandi'. Avevamo sempre giocato 38 partite, con una stretta al cuore».

Il Nuovo Corriere della Sera

378765
AA. VV. 1 occorrenze

Quest'ultimo, Pasquale Varano di 30 anni, di origine calabrese come tutti gli altri, che abita appunto in uno degli appartamenti del caseggiato popolare, dovrà infatti rispondere di lesioni volontarie aggravate nei confronti di Raffaele Nardi di 41 anni, residente a Rho in via Petrarca 27, arrestato sotto la accusa di tentato omicidio pluriaggravato, appunto ai danni del primo.

La Stampa

379948
AA. VV. 1 occorrenze

Abita qui Jole Bianco?

La Stampa

380793
AA. VV. 7 occorrenze

— In via Eleonora d'Arborea 6 è stato svaligiato il negozio di mercerie di Mario Fusero, 46 anni, che abita al piano superiore. Hanno rubato camicie, pigiami e altri indumenti per quattro milioni.

Si chiama Barbara Negro in Bruno, ha 26 anni e abita con il marito in via S. Marino 23. Ieri pomeriggio è andata in via Bainsizza 20, a trovare una amica.

Peter Paul Erhard, il rappresentante arrestato a Verona, è Ingegnere, abita a Francoforte in via Destouchesstrasse 65, ed ha una villetta rustica in località Paerno di Bardolino, sul Garda, dove si reca di solito d'estate e qualche altra volta saltuariamente. Ora la villa è disabitata.

Ieri pomeriggio è uscita con le due bambine per andare a trovare un fratello, Domenico di 62 anni, che abita in corso Francia 13. Verso le 19, sta tornando a casa, con le nipotine per mano. Ha imboccato via Saccarelli, deve attraversare via Cibrario e si avventura cautamente sulle strisce.

Era allegra anche la sera di Capodanno quando è uscita dicendo che andava dalla sorella Adriana, che è sposala e abita in corso Giulio Cesare 171. Hanno parlato di molte cose, anche di Mombaruzzo. E della madre si è parlato? Non si sa. Poi le due sorelle hanno guardato la televisione e alle 23 il cognato Antonio ha accompagnato Renata al taxi. Chiunque l'avesse vista allora, avrebbe detto che era una ragazza felice o comunque senza preoccupazioni gravi.

Il Rosso, che abita in via Cordero di Pamparato 6 con la moglie, prof. Ada Cresto – insegnante di lettere alla media Nigra – da quattro anni era capostazione principale allo scalo ferroviario di San Paolo, dopo aver prestato servizio al quadrivio Zappata. Ma nell’ottobre scorso aveva dovuto sospendere l’attività per motivi di salute: depressione psichica. Dopo Natale si era trasferito con la moglie a Chiusa di San Michele, in Val di Susa, dove i genitori – Giovanni, 80 anni, e Maria Lanfranco, di 76 – possiedono una casetta. Il cambiamento d’aria e la vicinanza dei familiari sembravano aver alleviato i disturbi del Rosso, che consistevano specialmente in una tormentosa insonnia.

Era fidanzata con Paolo Rosas, 22 anni, che abita in una pensione di via Silvio Pellico 5, operaio. Uscivano assieme due, tre volte la settimana: al cinema o a ballare. Poi, lui era andato militare e lei lo aveva aspettato. Il Rosas è ritornato a Torino lo scorso agosto. «Ci siamo rivisti — dice — siamo usciti ancora assieme, ma non parlavamo di sposarci. Forse ora eravamo più amici che innamorati».

Il Corriere della Sera

381506
AA. VV. 1 occorrenze

Al primo piano del cortile di sinistra, rispetto a chi entra dal portone centrale, abita fra le diverse famiglie del personale addetto alla Prefettura e alla Provincia lo chaffeur del prefetto, Mario Maspiri colla moglie Angela. Ieri, mattina il Maspiri era intento a pulire la macchina nel cortile e la moglie sua usciva per alcune rompere, avvisando il marito che, come al solito, lasciava la porta di casa chiusa, ma colla chiave nella toppa.

Il Nuovo Corriere della Sera

381814
AA. VV. 1 occorrenze

Un agente investigatore si presenta alla signora, di sera, quando il marito è assente e le lampade a gas sono ottocentescamente accese, e le rivela che, nella casa dove ella abita ora, dodici anni prima, era stata scannata una ricchissima vecchia: e l'assassino, non mai identificato, non era riuscito a metter le mani su certi famosissimi rubini che la vittima possedeva e che presumibilmente sono ancora nascosti tra quei muri. Il poliziotto è certo che l'uccisore della vecchia è il signor Manninghen, che con i danari della moglie ha comperato la casa e vi cerca le preziosissime gemme, ed è appunto per aver agio di frugare nei più strani ripostigli, senza destare sospetti, che con perfida suggestione fa diventare e credere matta la signora.

Corriere della Sera

384125
AA. VV. 1 occorrenze

Sono cresciuto nell'Odense, 50 chilometri dall'isolotto dove abita Piontek, senza illudermi di diventare ricco con le parate. Giusto che iniziasse Rasmussen contro la Scozia. Ma Rasmussen soffre di insonnia, non s'è ancora ambientato. Credo che il signor Piontek se ne sia accorto e la sera prima della partita contro l'Uruguay andai a rincuorare Qvist. Avevo sentito che il tecnico voleva lanciarlo. Poi nella notte Qvist chiamò il dottore: febbre alta, un'otite fastidiosa; saltava il progetto di impiegarlo. Giusto fosse confermato Rasmussen: sarebbe andato meglio rispetto alla precedente prestazione. Difatti si comportò in maniera egregia, ma non sono io a decidere. E Piontek mi venne a parlare. Non capita ogni giorno d'essere prescelti per fermare i tiri dei panzer. Un sogno? No, era vero! Faceva caldo quando indovinai il primo piazzamento per sventare una botta di Allofs: seguirono altri tuffi, altre uscite esatte incontro a tedeschi arrabbiati.

La Stampa

384868
AA. VV. 1 occorrenze

Uno degli ultimi volumi dedicatigli è quello con testi autorevoli di Raymond Cogniat (da molti anni Tamburi abita e lavora a Parigi) e di Guido Giuffré. Tra i giudizi riferiti nel libro (Roma, «Il Cigno», 1974) ci pare giusto quello, assai vecchio, di Curzio Malaparte: «Alcuni pretenderebbero rimproverare a Tamburi il suo successo a Parigi, come se questo dipendesse dal suo "impariginamento". A Parigi un artista straniero ha successo soltanto nella misura In cui non è parigino, In cui resta italiano, o polacco, o russo, o spagnuolo». E Infatti Tamburi anche tra I grattacieli di New York, o a Trafalgar Square di Londra, è rimasto Italiano.

La Stampa

385976
AA. VV. 1 occorrenze

Appena arrivato a La Spezia il romano si è messo alla ricerca di un suo ex commilitone che, secondo quanto ricorda, si chiama Celestino De Nevi, ed abita nella nostra zona. Ha fatto ricerche dell'ex legionario per ora all'anagrafe di La Spezia e di Sarzana, senza risultato. Celestino De Nevi era fuggito dalla Legione quattro giorni prima di lui. Non se ne sa più nulla.