Sinistrari non osava spingersi fino a tali «fantasie»: dei corpi «sottilissimi» potevano andar bene, ma non «infinitamente piccoli» (un'audacia lasciata a quei matematici c fisici che non avevano timore di esplorare «gli abissi dell'infinito»). Ma la «moderna filosofia sperimentale» non è affatto dimenticata da Sinistrari: persino del metallo più solido, dice infatti, «si scorgono i pori con le loro forme grazie a un microscopio ben perfezionato», non troppo diversamente da come pretendevano certi seguaci di Galileo.