Dall'altro lato invece, da parte cioè della Santa Sede, si eseguì una politica opposta; radicale e militante nella forma, benché seriamente minacciosa, mai. Pio IX, sinché visse, ebbe segretario di Stato l'Antonelli, l'uomo che aveva preparata e rappresentata la politica di lotta tenace e ad oltranza alla «rivoluzione», della quale lo Stato italiano era considerato come l'incarnazione; l'uomo che prima distrusse abilmente — egli che alla sua volta era strumento d'una tradizione e d'un indirizzo antichi e potenti — la politica liberale e neoguelfa dei primi tempi di Pio IX, poi volle condotte le cose all'assurdo della repubblica romana perché più vicina fosse la catastrofe, quindi si oppose tenacemente — sfidando anche il corrucio di potenti protettori — ad ogni piano d'indirizzo costituzionale e modernizzante nel governo degli Stati della Chiesa, aspettò imperturbabile la catastrofe del 1870 e continuò sino alla fine a considerare l'Italia nuova, come un'invasione passeggera, innanzi alla quale non ci fosse che da aspettare, con dignitosa protesta, la fine.
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