Si condivide l'impostazione della Suprema Corte di cassazione secondo cui l aconsegna a mani del consulente fiscale dell'atto impositivo relativo ad una società determina la nullità (e non l'inesistenza) della notifica, per violazione delle disposizioni di cui all'art. 145 c.p.c. in materia di notifica degli atti alle persone giuridiche, che non annoverano tale figura tra quelle abilitate alla ricezione dell'atto notificando. La rituale proposizione del ricorso giurisdizionale determina, però, la sanatoria del predetto vizio di notifica, secondo le previsioni dell'art. 156, terzo comma, c.p.c., di recente oggetto di intervento interpretativo da parte delle Sezioni Unite della Corte di cassazione.