Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abilitate

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Regio decreto 30 marzo 1942, n. 327 - Approvazione del testo definitivo del Codice della navigazione.

13189
Regno d'Italia 3 occorrenze
  • 1942
  • LLI - Lingua legislativa Italiana
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Le navi abilitate alla navigazione a norma dell'articolo 149 inalberano la bandiera italiana.

Le persone abilitate al comando di una nave possono anche prestare la loro opera per la manovra della nave stessa.

Sono ammesse alla navigazione le navi iscritte nelle matricole o nei registri tenuti dagli uffici competenti, ed abilitate nelle forme previste dal presente codice.

Decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385 - Testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia.

36261
Stato 1 occorrenze

Il credito su pegno di cose mobili disciplinato dalla legge 10 maggio 1938, n. 745, e dal regio decreto 25 maggio 1939, n. 1279, continua a essere esercitato dalle banche già abilitate allo svolgimento di tale attività.

Decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58 - Testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria, ai sensi degli articoli 8 e 21 della legge 6 febbraio 1996, n. 52.

37905
Stato 1 occorrenze

La CONSOB provvede alla tenuta di un albo speciale delle società di revisione abilitate all'esercizio delle attività previste dagli articoli 155 e 158.

Decreto del Presidente della Repubblica 23 gennaio 1973, n. 43 - Approvazione del testo unico delle disposizioni legislative in materia doganale.

52683
Stato 1 occorrenze
  • 1973
  • LLI - Lingua legislativa Italiana
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Sono di prima categoria le dogane abilitate a compiere qualsiasi operazione e per merci di qualsiasi specie.

Decreto del Presidente della Repubblica 29 marzo 1973, n. 156 - Approvazione del testo unico delle disposizioni legislative in materia postale, di bancoposta e di telecomunicazioni.

56063
Stato 1 occorrenze
  • 1973
  • LLI - Lingua legislativa Italiana
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Dette stazioni debbono effettuare il servizio di 16 ore previsto dal regolamento delle radiocomunicazioni; 3° categoria: sono classificate in questa categoria tutte le stazioni radiotelegrafiche delle navi: a) da passeggeri non classificabili nella 1° e nella 2° categoria; b) da carico uguali o superiori a 1600 tonnellate; c) da pesca uguali o superiori a 1600 tonnellate, che compiono viaggi oltre gli stretti di Gibilterra o dei Dardanelli o il canale di Suez; d) da salvataggio abilitate a svolgere servizio ad oltre 50 miglia dalla costa. Dette stazioni debbono effettuare il servizio di 8 ore previsto dal regolamento delle radiocomunicazioni; 4° categoria: sono classificate in questa categoria tutte le stazioni radiotelegrafiche delle navi da carico, da pesca o da salvataggio non classificabili nella 3° categoria e quelle delle navi lusorie. Dette stazioni debbono effettuare un servizio la cui durata è stabilita dal Ministero delle poste e delle telecomunicazioni, durata comunque non inferiore a quella prevista per il servizio di sicurezza.

Decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380 - Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia. (Testo A).

58306
Stato 3 occorrenze

Il committente o il proprietario è tenuto ad affidare i lavori di installazione, di trasformazione, di ampliamento e di manutenzione degli impianti di cui all'articolo 107 ad imprese abilitate ai sensi dell'articolo 108.

Sono, in ogni caso abilitate all'esercizio delle attività di cui al comma 1, le imprese in possesso di attestazione per le relative categorie rilasciata da una Società organismo di attestazione (SOA), debitamente autorizzata ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 25 gennaio 2000, n. 34.

Sono abilitate all'installazione, alla trasformazione, all'ampliamento e alla manutenzione degli impianti di cui all'articolo 107 tutte le imprese, singole o associate, regolarmente iscritte nel registro delle ditte di cui al regio decreto 20 settembre 1934, n. 2011, e successive modificazioni ed integrazioni, o nell'albo provinciale delle imprese artigiane di cui alla legge 8 agosto 1985, n. 443.

Legge 25 settembre 1940, n. 1424 - Legge doganale.

60954
Regno d'Italia 1 occorrenze
  • 1940
  • LLI - Lingua legislativa Italiana
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Con decreto Reale sono stabilite: l'istituzione e la soppressione delle dogane; l'ubicazione e la classe di ciascuna dogana, le vie da percorrere tra il confine e la dogana per l'entrata e l'uscita delle merci; la specie delle merci che possono essere importate per le dogane delle varie classi, le dogane abilitate al deposito delle merci ed all'attestazione dell'uscita delle merci in transito.

Legge 20 maggio 1970, n. 300 - Norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell'attività sindacale, nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento.

62849
Stato 1 occorrenze
  • 1970
  • LLI - Lingua legislativa Italiana
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I lavoratori studenti, iscritti e frequentanti corsi regolari di studio in scuole di istruzione primaria, secondaria e di qualificazione professionale, statali, pareggiate o legalmente riconosciute o comunque abilitate al rilascio di titoli di studio legali, hanno diritto a turni di lavoro che agevolino la frequenza ai corsi e la preparazione agli esami e non sono obbligati a prestazioni di lavoro straordinario o durante i riposi settimanali.

Nulla la notificazione dell'atto impositivo al consulente fiscale della società - abstract in versione elettronica

89483
Graziano, Fabio 1 occorrenze
  • 2005
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Si condivide l'impostazione della Suprema Corte di cassazione secondo cui l aconsegna a mani del consulente fiscale dell'atto impositivo relativo ad una società determina la nullità (e non l'inesistenza) della notifica, per violazione delle disposizioni di cui all'art. 145 c.p.c. in materia di notifica degli atti alle persone giuridiche, che non annoverano tale figura tra quelle abilitate alla ricezione dell'atto notificando. La rituale proposizione del ricorso giurisdizionale determina, però, la sanatoria del predetto vizio di notifica, secondo le previsioni dell'art. 156, terzo comma, c.p.c., di recente oggetto di intervento interpretativo da parte delle Sezioni Unite della Corte di cassazione.

Lo Statuto regionale ordinario come fonte del diritto - abstract in versione elettronica

109835
Ghera, Federico 1 occorrenze
  • 2009
  • DoGi - Dottrina Giuridica
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Infine, relativamente al rapporto tra gli statuti e le leggi ordinarie dello Stato, si è sostenuto come - anche in considerazione dell'eliminazione del limite della "armonia con le leggi della Repubblica" - debba escludersi la capacità delle seconde di condizionare i primi nella disciplina dell'organizzazione regionale, se non nei casi in cui siano a ciò abilitate da puntuali norme costituzionali. Ciò nonostante un obiter dictum contenuto nella sentenza n. 12/2006 della corte costituzionale, in cui si afferma la necessità che gli statuti rispettino non solo i principi costituzionali, ma pure le "leggi di diretta attuazione" degli stessi.

Il principio di diritto nelle controversie di lavoro (riflessioni sugli artt. 363 e 374 c.p.c. riformati) - abstract in versione elettronica

120335
Ianniruberto, Giuseppe 1 occorrenze
  • 2010
  • DoGi - Dottrina Giuridica
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., con il quale è stato rivitalizzato l'istituto, da tempo esistente ma praticamente inutilizzato, del ricorso nell'interesse della legge, da parte del Procuratore Generale della Cassazione, contro i provvedimenti non impugnati dalle parti interessate, allo stesso tempo, ha abilitato la Cassazione ad enunciare il principio di diritto, se ritiene che la questione sia di particolare importanza, quando il ricorso proposto dalle parti sia inammissibile. L'altra modifica riguarda il principio di diritto affermato dalle sezioni unite, che le sezioni semplici non possono disapplicare, essendo solo abilitate a sottoporre nuovamente la questione alle sezioni unite con ordinanza motivata. I due istituti, opportunamente utilizzati, possono dare certezze anche alle regole contenute nei contratti collettivi di lavoro, che le precedenti disposizioni del codice di procedura civile non erano in grado di assicurare.

La contrattazione collettiva aziendale dopo l'articolo 8 del decreto legge 13 agosto 2011, n. 138 - abstract in versione elettronica

135085
Maresca, Arturo 1 occorrenze
  • 2012
  • DoGi - Dottrina Giuridica
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Alla domanda di quali siano "le associazioni dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul territorio nazionale", abilitate a stipulare tali accordi, la risposta, per l'A. è da rinvenirsi nell'Accordo interconfederale che detta alcuni indicatori di rappresentatività (numero degli iscritti, diffusione uniforme sul territorio, presenza in un ambito ragguardevole di categorie). Rispetto al secondo punto, sulla abilitazione della contrattazione di secondo livello a disciplinare materie indicate direttamente dal legislatore, quali mansioni, inquadramenti, orari di lavoro, sistemi informatici di controllo, contratti di lavoro flessibili, ecc.; secondo l'A. l'effetto potrebbe essere una liberalizzazione della contrattazione collettiva di secondo livello scevra dai vincoli autorizzatori del Ccnl. Da ultimo, l'A. commenta la possibilità - stabilita dal comma 2-bis dell'art. 8 - per gli accordi aziendali o territoriali di intervenire "anche in deroga alle disposizioni di legge" ma nei limiti stabiliti dalla Costituzione nonché dalle fonti comunitarie, ritenendo che ciò che è derogabile non è il Ccnl di per se stesso, ma solo quelle parti del contratto che sono relative, cioè riguardano le materie disciplinate dalla legge (e divenute derogabili a seguito dell'art. 8).

Ragionando sui possibili sviluppi dei rapporti tra le corti europee e i giudici nazionali (con specifico riguardo all'adesione dell'Unione alla Cedu e all'entrata in vigore del Prot. 16) - abstract in versione elettronica

148127
Ruggeri, Antonio 1 occorrenze
  • 2014
  • DoGi - Dottrina Giuridica
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In secondo luogo, è da mettere in conto una spinta vigorosa verso l'accentramento dei processi interpretativi in ambito interno a vantaggio delle Corti di ultima istanza, le sole abilitate a fare richiesta di parere alla Corte di Strasburgo. Si riflette quindi a riguardo della tendenza in atto manifestata dalle pronunzie della Corte EDU a portarsi oltre il caso e, dunque, a produrre effetti tendenzialmente generali, specie per le implicazioni che potrebbero aversene nelle pratiche giurisprudenziali di diritto interno. Chiudono lo studio sintetiche notazioni in merito a ciò che sarebbe opportuno fare al fine di riequilibrare - per quanto possibile - i rapporti tra legislatore e giudici, al servizio dei diritti.