La propagazione tentacolare del dolo in un caso di "aberratio"
La sentenza in commento affronta un tipico caso di "aberratio": l'agente, oltre ad uccidere la vittima designata, colpisce per errore (o per altra causa) anche un terzo, ferendolo. In questa nota, l'A. esclude in radice la riconducibilità della lesione del terzo ad un tentato omicidio e contesta la tesi della Corte, per cui l'offesa aberrante sarebbe sempre punibile a titolo di dolo. Critica, infine, la stessa applicabilità al caso di specie della disciplina dettata dall'art. 82, comma 2, c.p.