L'A. in questo scritto esamina due diverse articolazioni della logica della scoperta di Popper, utilizzate nel ragionamento giuridico sia per risolvere questioni di fatto che questioni di diritto: il ragionamento per esclusione e il ragionamento per indizi. Nell'uno e nell'altro caso, infatti, si mette alla prova una data ipotesi, la quale viene accreditata scartando le ipotesi alternative, nel caso del ragionamento per esclusione, o confermandola sulla base di certe evidenze, nel caso del ragionamento per indizi. La logica della scoperta è fatta risalire dall'A. alla retorica classica, i cui esempi, in Cicerone e Quintiliano, dimostrano come fossero acquisiti al senso comune sia il ragionamento per esclusione che quello indiziario (o per abduzione). Entrambi i ragionamenti - sebbene quello per esclusione sia deduttivo, mentre l'abduzione sia induttiva - dimostrano che l'argomentare giuridico approda sempre a risultati provvisori, ma anche che la possibilità del controllo sugli stessi impedisce esiti scettici.