Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Astronomia

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J. Norman Lockyer 3 occorrenze

Osserviamo finalmente i due circoli interni pq,mn, concentrici all'equatore: il luogo p, a cui si riferisce il primo di detti circoli, compie un giro nel tempo stesso in cui uno ne compie il luogo A dell'equatore; ma il circolo pq è più piccolo, e la sua periferia ha una lunghezza minore di quella del circolo ABCQ; il luogo p fa quindi nell'istesso tempo una strada più corta che non il luogo A, e necessariamente gira con velocità minore di quella di A. Il luogo m, essendo situato sopra una circonferenza più piccola ancora, ragion vuole che si muova anche più lentamente, e quindi appar manifesto che i luoghi della superficie del globo, quanto più son vicini a un polo, debbono avere una velocità sempre minore, che il polo stesso non deve averne alcuna, e rimaner fermo. Esso è, il lettore se lo ricorda, come quel punto della palla sul tornio, su cui si appoggiava la punta del toppo.

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La linea ac per effetto di prospettiva è nel disegno una linea retta, anzi un diametro del circolo ABCQ, ma in realtà essendo tracciata sopra una sfera, è un mezzo cerchio che continua dalla parte opposta e qui compie una circonferenza di circolo massimo.

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Approfittiamo ancora della fig. 5 in cui il circolo ABCQ rappresenta la sfera terrestre. Consideriamo il Sole S, e pensiamo ad un tempo che esso è lontanissimo dalla Terra; consideriamo le due posizioni A, C dell'osservatore. A cagione dell’immensa distanza del Sole, i fascii luminosi, che da esso arrivano a luoghi opposti della Terra, si possono considerare come paralleli, e i fascii SS' SS", i quali lambiscono il globo terrestre, se la figura fosse proporzionale al vero, cadrebbero, come già si notò, nei punti a, c, e non in A, C come nel disegno.

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