Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbracciare

Numero di risultati: 3 in 1 pagine

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Signorilità

199754
Contessa Elena Morozzo Della Rocca nata Muzzati 3 occorrenze
  • 1933
  • Lanciano
  • Giuseppe Carabba Editore
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
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Pagina 158

non si tratterebbe di abbracciare la cameriera ogni dieci minuti, o di confidare i segreti palpiti del cuore alla cuoca... bensì di mandare la cameriera per un'ora a Villa Borghese a godere una giornata di sole, venuta dopo una settimana di pioggia, e di assumerci noi la spolveratura di un salotto...; piccola cosa, ma, facendo la quale, avremo progredito nella vita interiore, che è la vita vera, molto più che se avessimo dato cento o cinquecento lire a una sottoscrizione, in cui figura il nostro riverito nome... E poi, sentite: tre anni fa durante la settimana santa, il Padre Tacchi Venturi, l'illlustre gesuita, tenne, presso le Suore del Cenacolo, il solito ritiro pasquale a un centinaio di signore della migliore società, e, - mentre altre volte dei predicatori francesi avevano parlato sì della fraternità, ma in tesi generale, con quella squisita arte francese di non urtare mai nessuno, - egli abbordò l'argomento delle relazioni tra padroni e servi con perfetta chiarezza, basandosi sul Vangelo. E il mercoledì santo disse: «Signore, mentre voi siete qui, nella piazzetta davanti al convento stazionano le vostre automobili, con una sessantina almeno di conducenti: siccome essi hanno il dovere cristiano di fare Pasqua e siccome voi avete il preciso dovere di ricordarglielo e di facilitarglielo, avvertiteli che stasera essi troveranno qui un confessore. Domattina, poi, mentre io porgerò a voi il Dio che predilesse i lavoratori, gli umili e i diseredati, essi pure riceveranno Dio nella vicina cappella...». Ebbene, Signori, credetemi che Padre Tacchi Venturi disse, nel corso del ritiro, delle cose bellissime e sante, ma che diede la migliore lezione pratica, facendo riflettere a questo: nessuno ci obbliga ad essere cristiani, nè ci porta per forza in chiesa, ma, se noi stesse ci proclamiamo tali, se tali vogliamo essere, dobbiamo assolutamente agire come comanda e vuole Iddio, verso le persone che Egli ci ha messo accanto. E ce le ha messe accanto allo scopo di servirci in compenso di una rimunerazione, ma non per essere umiliati o per darci modo di sfogare i nostri capricci, i nostri malumori, i nostri nervi. Signore! credete che se, fino dal primo servizio, una ragazza trovasse buona maniera, pazienza, tolleranza, fiducia; se trovasse ordine e organizzazione in casa, farebbe una almeno discreta riuscita; credete che chi fa del bene riceve bene; ricordate che le nostre popolane hanno un fondo di generosità e di gratitudine, sanno distinguere e sanno apprezzare.

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E quando sapranno questo, i nostri generosi ragazzi italiani, affettuosi, tutto cuore, saranno ben felici di correre ad abbracciare la loro mamma anche se non veste da Patou; di saltare sul tram col babbo, che tutto il mondo cita a modello di onestà... Parliamo loro sempre al cuore, memori del motto di Stefano Türr, il cavalleresco ungherese che adorava la sua bambina: «Senza il cuore niente»... Come allontanarli da persone e da luoghi di corruzione? Facendo penetrare profondamente in essi la convinzione che la violazione di certe leggi, di certi ordinamenti, danneggia le energie fisiche, spirituali e morali dell'individuo, e che, in questi casi, la natura fa cadere su di lui dei castighi e la società li aggrava; facendo toccare con fatti alla mano, con esempi, che è così, che non può essere che così, che non potrà essere che così. Infine, diamo un'abilità, una via di lavoro ai nostri figlioli. Non ne avranno bisogno? Tanto meglio! Ne avranno? Lavoreranno gaiamente o, almeno, coraggiosamente, sapendo che Dio dà e ritira le ricchezze, in quanto possano servire al nostro posto nel mondo, e al nostro miglioramento. E potrei continuare, ma parlo da 40 minuti e non ne ho che cinque disponibili...

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