Voluttà, tremenda parola che ricorda la più ardente scena della vita e il maggiore dei caos che sia addensato dappertutto dove nasce e si distrugge un organismo; caos informe, da cui guizzan lampi e dove fremono elementi e rombano profondi i terremoti; caos in cui il bene ed il male si trovano tanto vicini da frammischiarsi, da confondersi insieme: caos in cui l'angelo e il bruto si abbracciano e si stringono, e l'umana individualità scompare per un istante per dar luogo a un mostro fantastico, mezzo uomo e mezzo donna, mezzo dio e mezzo demonio; caos da cui nasce un uomo, così come da un altro caos sorse il grido che generò la luce. Mantegazza, Fisiologia dell'amore. La voluttà senza l'amore è sempre libidine, anche nelle forme più pure e più semplici; è immorale, anche quando sembra essere igienica. Lo stesso, ivi.
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E' ben naturale che non ci si culla sulle sedie, non si « abbracciano » con le gambe i piedi della tavola, non si appoggiano i gomiti o la testa sulla tavola, e non si giuoca col sale, colle posate o collo stuzzicadenti. Ciononostante possiamo osservare abbastanza spesso tali usanze. Stuzzicarsi i denti, specialmente per minuti è una cosa addirittura nauseante. Orrenda è anche la cosidetta « pulizia pneumatica » dei denti, accompagnata sempre da diversissimi suoni poco estetici. Ed ancor peggio è lo schioccare colla lingua, - per esprimere anche esteriormente il godimento « gastronomico » per il buon pranzo, - uso purtroppo non raro. A tavola, finchè altri ancora mangiano, non si comincia a fumare, nè si chiede il
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