Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

Risultati per: abbracciandola

Numero di risultati: 3 in 1 pagine

  • Pagina 1 di 1

Angiola Maria

206988
Carcano, Giulio 1 occorrenze
  • 1874
  • Paolo Carrara
  • Milano
  • Paraletteratura - Ragazzi
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Elisa fu la prima che, avvicinandosi a sua sorella e abbracciandola con gran dolcezza d' affetto, le propose di scendere nella piccola barca, e d' andarsene così sole a diporto lungo le rive del lago, che lucido e trasparente, al par del cielo, pareva le invitasse: quella buona fanciulla sperava che forse le sarebbe accaduto di vedere di lontano il suo Arnoldo, e di mandargli un saluto; in questa fiducia si consolava dell'amarezza che il rimprovero paterno le aveva gettato in cuore. - Eran due giorni che non incontravasi col fratello, e il segreto timore ch'egli potesse abbandonar que' luoghi, e toglierle la cara speranza, da lei pur nutrita, di riconciliarlo col padre, le angustiava i pensieri. Alla proposta della sorella, la leggiera nuvola di mestizia, che aveva offuscato la placida fronte di Vittorina, si di- leguò; e la sua bocca s'aperse al sorriso e alla risposta d'un lieto consenso. Discesero inosservate, attraversarono l' ombreggiato viale del giardino, e calarono fino alla darsena; la quale s'apriva, come una grotta silenziosa, appiè del terrazzo. Qui Vittorina, con un grido di gioia, balzò in una delle due barchette assicurate a grossi anelli di ferro; distaccò colle sue piccole mani la catena che la legava al masso, e distese la destra per prendere quella d'Elisa; la quale, con maggiore ritrosia, arrischiando un passo dall'ultimo scalino della sponda che le acque lambivano, la seguì nella barca. Allora Vittorina, dato di piglio all'un de' remi, l'appuntò con agile movimento contro la muraglia, e sospinse la barchetta fuor della darsena, sì bene come l'avrebbe fatto un robusto navicellaio. E quando furono un po' al largo, affidò l'altro remo a Elisa, dicendole: « Via, sorella, aiutami almeno, se vuoi che andiamo innanzi. Già tu se' una cattiva barcaiuola, lo so! ma ti farò io da maestra. Dunque.... guarda!... Non così! Tien saldo quel remo, allunga la destra.... ora allenta!... così! Non lo levar tant'alto, e fa che il remo si tuffi senza strepito, e senza mandar quegli sprazzi d'acqua.... così! bene! Tien dietro a me, d'accordo; se no, vedi! la barca tentenna come una trottola. Aspetta.... adesso!... » E la giovinetta rideva di cuore. La barca leggiera andava scorrendo lungo la costiera, sotto l'ombra oscura che gli annosi macchioni e i massi scheggiati, coperti d' eriche e di muschi, gettavano sulle onde; e le due soavi figure delle giovinette rematrici si disegnavano leggiadramente sul fondo della verde parete della riva; la quale pareva via via fuggisse, a mano a mano che il battello col suo continuo ondeggiamento si dilungava nel lago, quieto e scintillante come zaffiro. Esse erano tutt' e due vestite d'un semplice abito bianco, e cinte d'un nero grembiale di seta, a busto bipartito; entrambe portavano una ciarpetta di velo color di rosa, ripiegata d'intorno la persona, e annodata dietro in modo vezzoso; e, seguendo la vicenda de' remi, s'alzavano e s'abbassavan insieme le giovenili loro teste, difese da un leggiadro cappello di paglia allacciato di sotto il mento; ma i bianchi veletti de' loro cappelli svolazzavano all'indietro, scherzosamente agitati dalla fresca brezzolina, spirante lungo i dossi e i pendii delle montagne del lago; perchè da quella parte non era disceso ancora il raggio del sole già alto. Quando d'un buon tratto di lago si furono allontanate dalla villa, le due sorelle allentarono i remi, lasciando andare la barchetta a capriccio dell'onde; ma le onde eran si tran- quille, e parevano cullare il legno con sì grazioso moto, che Elisa e Vittorina, rapite dalla magica scena che si distendeva loro d' intorno, sedettero, deposti i remi sulla piccola prora, l'una accanto all'altra. E mentre tenevansi soavemente abbracciate, le anime loro erravano negli amorosi pensieri e nelle divine fantasie, che non si risvegliano fuorchè in mezzo a que' luoghi felici, nell'ora splendida del meriggio, mentre al disopra de' casolari d'ogni paesetto del lago vedi levarsi, come nuvoletta sottile, una lunga striscia di fumo, e dai campanili delle chiese sparse sulle montagne odi echeggiare in un aereo concerto il sacro saluto del mezzogiorno. Così stettero per qualche tempo ad ammirare quel delizioso paese, che col suo grande e variato spettacolo di movimento e di quiete, colla sua superba armonia di cielo, d'acque e di monti, ampiamente presentavasi dinanzi a' loro sguardi. Poi, quasi mosse da uno stesso pensiero, gli occhi loro s'arrestarono su quel mucchio di case che formano la terra di ****, cercando sul pendio del piccolo promontorio una casa nota, la quale sorgeva più in alto dell'altre, all'ombra d'un verde poggio. Stettero fisse per lunga pezza alle finestre di quella casa; era là che il loro Arnoldo dimorava. Ma quelle imposte non s' apersero; e per quanto Elisa e Vittorina cercassero con gli occhi, nulla poteron vedere. « Temo che neppure quest' oggi non gli possiam dire una parola, » cominciò allora Elisa. « Fors' egli va errando su per la montagna, » soggiunse la sorella. « O forse.... non è più qui! » « Oh non lo credere! » E poi, come colpita da un'idea: « Vuoi tu sapere s'egli è qui? Poniamci a cantare! Egli ne sentirà, si getterà in una barca, raggiungerà la nostra, e noi saremo tutte contente. A te! » « Ma se nostro padre, di lontano, ci scoprisse?... » « Eh! vuoi che ne proibisca di cantare? E poi, scommetto che adesso è già immerso nella lettura de' suoi eterni giornali: jeri n'ha ricevuto un grosso piego da Londra; certo, per tre o quattr' ore non sente più nulla: dorme nella sua politica. » « Or bene? » « A te dunque! Canta la romanza che quel giovine italiano ha scritta l'anno scorso sul tuo albo. È così patetica, e piace tanto ad Arnoldo! » Elisa non voleva: ma Vittorina, stringendosele più vicino con quel suo vezzo leggiadro, ne la pregava con un bacio. - Ed Elisa cantò. IL RICORDO. CANZONE DI ELISA.

Pagina 36

L'uccellino azzurro

213577
Maeterlink, Maurice 2 occorrenze
  • 1926
  • Felice Le Monnier, Editore
  • Firenze
  • Paraletteratura - Ragazzi
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TYLTYL (la guarda a lungo, poi, abbracciandola) Sì, eri più bella; però mi piaci di più così.... MYTYL (abbracciandola anch'essa) Anche a me, anche a me, mi piaci di più così.... LA MAMMA Dio mio! Ma che cosa hanno?... Ah, moriranno anche loro, come sono morti gli altri... (Spaventata chiama): Babbo! Babbo!... Vieni, presto!... I bambini stanno male!... (Entra Babbo Tyl, tranquillo, con in mano la scure). IL BABBO Che cosa c'è?... TYLTYL e MYTYL (correndogli gioiosamente incontro per abbracciarlo) Guarda, il babbo!... È il babbo?... Buongiorno, babbo !... Hai lavorato molto quest'anno?... È stata un'annata buona?... IL BABBO Ebbene, che cosa c'è?... Non hanno davvero l'aria di star poco bene; hanno bonissimo aspetto.... LA MAMMA (con gli occhi pieni di lacrime) Non c'è da fidarsi..... Succederà lo stesso a loro come agli altri.... Anche gli altri, fino all'ultimo, avevano buon aspetto; e poi Dio ce li ha presi.... Non so capire che cosa abbiano.... Li avevo messi a letto ieri sera, quieti quieti; e stamane si svegliano, e non mi raccapezzo più.... Non sanno quel che dicono; parlano di non so che viaggio.... Hanno veduto la Luce, il nonnino, la nonnina; dicono che sono morti ma che stanno bene.... TYLTYL Il nonnino però ha sempre la gamba di legno.... MYTYL E la nonnina, i reumi.... LA MAMMA Li senti?... Corri a chiamare il dottore!... IL BABBO Ma che, ma che!... Non sono mica morti, ancora.... Su, vediamo un po'.... (Bussano alla porta di casa). Avanti!... (Entra la Vicina, una vecchietta che assomiglia alla Fata del primo atto. Cammina appoggiandosi al bastone). LA VICINA Buongiorno, e buone feste a tutti!... TYLTYL La fata Beriluna! LA VICINA Vengo a chiedervi un po' di fuoco per la pentola.... Fa freschino, stamani.... Buongiorno, bambini, come va?... TYLTYL Signora Fata Beriluna, non l'ho mica trovato, sa, l'Uccellino Azzurro.... LA VICINA Che cosa dice?... LA MAMMA Oh, stia zitta, signora Berlingot!... Non sanno più quel che dicono.... Fanno così da quando si sono svegliati.... Devono aver mangiato qualcosa di cattivo.... LA VICINA Come, Tyltyl, non riconosci più la comare Berlingot, la tua vicina di casa?... TYLTYL Sì, signora.... Lei è la Fata Beriluna.... Non è mica in collera con noi, spero?... LA VICINA Beri.... come?... TYLTYL Beriluna.... LA VICINA Berlingot, vuoi dire, Berlingot.... TYLTYL Beriluna, Berlingot, come vuol lei, signora.... Ma Mytyl sa benissimo che.... LA MAMMA Questo è il male, che anche Mytyl.... IL BABBO Via, via!... Passerà. Ora ci penso io, con qualche buon scapaccione.... LA VICINA Lasciate andare, non vale la pena.... Me ne intendo, io: si tratta di un sognaccio.... Avranno dormito sotto un raggio di luna.... Anche la mia bambina, che è tanto malata, spesso è così ... LA MAMMA A proposito, come sta la vostra bambina?... LA VICINA Così così.... Non può alzarsi dal letto.... Il dottore dice che sonò i nervi.... Ma io lo so, che cosa la farebbe guarire.... Me Io chiedeva anche questa mattina, per regalo di Natale; è una sua idea fissa.... LA MAMMA Sì, lo so, vorrebbe l'uccellino di Tyltyl.... Ebbene, Tyltyl, non vuoi proprio deciderti a regalarlo a quella povera piccina?... TYLTYL Che cosa, mamma?... LA MAMMA Il tuo uccellino.... Per quello che te ne fai.... Non lo guardi nemmeno più.... E lei da tanto tempo si strugge dalla voglia di averlo!... TYLTYL Già, è vero, il mio uccellino.... Dov'è?... Ah, ecco la gabbia!... Vedi la gabbia, Mytyl?... È quella che teneva in mano il Pane.... Sì, sì, è proprio quella; ma dentro c'è un uccellino solo.... E l'altro?... Che l'abbia mangiato il Pane?... Guarda, guarda!... È azzurro!.... Ma è proprio la mia tortorella!... Oh, come mai è tanto più azzurra di quello che era prima che partissi?... Ma è l'Uccellino Azzurro, Mytyl! È l'Uccellino Azzurro che abbiamo tanto cercato!... Siamo andati tanto lontani, e invece era qui!... Che cosa strana!... Mytyl, lo vedi, MAURICE MAETERLINK. - L'Uccellino Azzurro. 16 l'uccellino? Chi sa che casa direbbe la Luce!... Voglio tirar giù la gabbia.... (Sale su di una sedia, e, staccata la gabbia dal chiodo, la porge alla Vicina). Ecco, prenda, signora, Berlingot.... Non è ancora proprio tutto azzurra; ma diventerà, vedrà.... Lo porti, lo porti subito alla sua bambina.— LA VICINA Come?... Davvero?... Me lo, dài, così a un tratto, e per nulla?... Dio, come sarà felice la mia bambina!... (Baciando Tyltyl). Ecco un bacio.... Scappo!... Scappo subito dalla mia bambina!... TYLTYL Sì, si, vada, presto; non vorrei che nel frattempo mutasse di colore.... LA VICINA Tornerò a raccontarti quel che avrà detto.... (Esce). TYLTYL (dopo essersi guardato lungamente intorno) Babbo, mamma; ma che cosa avete fatto, alla casa?... È la stessa di prima, sì; ma è tanto più bella.... IL BABBO Come, più bella?... TYLTYL Sì.... Avete ridato il colore da per tutto, rimesso tutto a nuovo; non vedete come tutto è pulito, ora, e lucido?... Non era mica così, l'anno passato.... IL BABBO L'anno passato?... TYLTYL (affacciandosi alla finestra) E la forestal... Com'è grande, com'è bella!... Non sembra più la stessa.... Ah, come si sta bene, qui!... (Aprendo la madia). Dov'è il Pane?... Curiosa! come se ne sta quieto quieto, ora, il Pane.... Ah, ecco Tylô!... Buongiorno, Tylô!... Bravo, ti sei battuto bene!... Ti ricordi, Tylô, nella foresta?... MYTYL E Tylette?... Guarda: mi riconosce, vedi? Ma non parla più.... TYLTYL Senta, signor Pane.... (Toccandosi la fronte). Oh bella, e il Diamante?... Non l'ho più... Chi mi ha preso il mio cappellino verde?... Poco male; non ne ho più bisogno.... Ah, ecco il Fuoco!... È buono, il Fuoco!... Crepita e ride per far arrabbiare l'Acqua.... (Correndo verso la fontanella). E l'Acqua?... Buongiorno, Acqua!... Che cosa dice?... Parla ancora, come prima, ma non mi riesce più di capire che cosa dice.... MYTYL E lo Zucchero? Non c'è più.... TYLTYL Dio, Come sono felice, felice, felice!... MYTYL Anch'io! Anch'io.... LA MAMMA Ma perchè vanno intorno a questo modo come due trottole?... IL BABBO Lascia stare, non preoccupartene. Giuocano a essere felici.... TYLTYL Io volevo bene alla Luce più che a tutti.... Dov'è la sua lampada?... Posso accenderla?... (Guardandosi ancora intorno). Dio, come è bella ogni cosa qua dentro, e come sono contento! (Bussano alla porta). IL BABBO Avanti! (Entra la Vicina, tenendo per la mano una bambina maravigliosamente bionda e bella, che stringe fra le braccia la tortorella di Tyltyl). LA VICINA Guardate che miracolo!... LA MAMMA Ma come!... Cammina?... LA VICINA Sì, cammina!... Anzi corre, balla, vola!... Appena ha veduto l'uccello è corsa in un balzo alla finestra per assicurarsi, alla luce, se fosse veramente la tortorella di Tyltyl.... E poi giù come un razzo, nella strada?... Volava che pareva un angelo.... Potevo appena tenerle dietro.... TYLTYL (avvicinandosi, meravigliato) Oh, come somiglia alla Luce!... MYTYL È molto più piccola, però.... TYLTYL È vero!... Ma crescerà.... LA VICINA Che cosa dicono?... Non stanno ancora bene, a quanto pare?... LA MAMMA Stanno meglio, ora passerà.... Quando avranno mangiato, saranno belle guariti.... LA VICINA (spingendo la piccina fra le braccia di Tyltyl) Va', dunque, piccina mia, va' a dire grazie a Tyltyl.... (Tyltyl, improvvisamente intimidito, si ritrae). LA MAMMA Perchè, Tyltyl? Che hai?... Hai paura della bambina?... Via, dalle un bacio.... Un bacio grosso grosso.... Non così.... Sei tanto ardito per solito!.. Ancora un altro, via.... Ma che hai?... Sei lì li per piangere.... (Tyltyl, dopo aver baciato goffamente la piccina, rimane un momento ritto dinanzi a lei, e i due bambini si guardano senza dirsi nulla. Poi Tyltyl, accarezzando l'uccellino): TYLTYL Ti pare che sia abbastanza azzurro?... LA BAMBINA Si, sì, sono tanto contenta.... TYLTYL Io però ne ho veduti di quelli molto più azzurri.... Ma quelli che sono proprio azzurri, sai, per quanto si faccia, non si riesce a prenderli.... LA BAMBINA Non importa; questo qui è molto bello.... TYLTYL Gli hai dato da mangiare?... LA BAMBINA Non ancora.... Che cosa mangia?... TYLTYL Mangiai di tutto: grano, pane, orzo, cicale.... LA BAMBINA E come fa, dimmi, a mangiare?... TYLTYL Mangia col becco. Guarda, ora ti faccio vedere.... (sta per prendere l'uccello dalle mani della bambina; questa si oppone, istintivamente, e la tortorella, approfittando di quel momento, si libera dalla stretta e vola via). LA BAMBINA (gettando un grido disperato) Mamma ! Mamma! È fuggito via!... (Scoppia in singhiozzi). TYLTYL Non è niente.... Non piangere.... Lo riacchiapperò.... (Andando verso la ribalta e indirizzandosi al pubblico). Se qualcuno trovasse per caso l' Uccellino Azzurro, vorrebbe far il piacere di rendercelo?... Ne avremo bisogno un giorno per poter essere felici.... CALA LA TELA. FINE.

TYLTYL (meravigliato, guardandola e abbracciandola alternativamente). E codesto bel vestito, di che cosa è fatto?... Di seta, d'argento o di perle?... L'AMOR MATERNO No. È fatto di baci, di sguardi, di carezze.... Ogni bacio aggiunge un raggio di luna oppure un raggio di sole.... TYLTYL Curiosa! Non avrei mai creduto che tu fossi tanto ricca.... Dove la nascondevi, la tua ricchezza?... Forse in quell'armadio che il babbo tiene chiuso a chiave?... L'AMOR MATERNO No no, non la nascondo, ma non si vede perchè nulla si vede quando gli occhi son chiusi.... Tutte le madri sono ricche quando amano i loro figli.... E non esiste al mondo una madre povera, una madre brutta, una madre vecchia.... Il loro amore è sempre la più bella fra tutte le Gioie!... E sei talvolta sembrano tristi, basta un bacio dato o ricevuto perchè tutte le lacrime si trasformino dentro ai loro occhi in stelle.... MAURICE MAETERLINK. - L'Uccellino azzurro. 12 TYLTYL (guardandola con stupore) Ma già, è vero?... I tuoi occhi son pieni, di stelle. Sono, sì, i tuoi occhi, ma, tanto più belli.... E riconosco anche la tua, mano, con l'anellino al dito.... C'è sempre il segno di quella bruciatura che ti facesti una sera accendendo il lume.... Ma, è più bianca, e la, pelle così trasparente?... Sembra quasi di vederci scorrer dentro la luce.... Questa, mano lavora meno, non è vero, della mano di casa?... L'AMOR MATERNO è sempre la stessa mano. Non t'eri mai accorto che diventa bianca, bianca e si riempie di luce quando ti carezza?... TYLTYL E poi non capisco, mamma.... Riconosco, sì, la tua voce; ma parli tanto meglio che a casa L'AMOR MATERNO A casa c'è troppo da fare e il tempo manca.... Ma dentro al cuore si sente tutto quello, che non si dice.... E ora che mi hai veduta, mi riconoscerai sotto la mia veste logora quando tornerai domani nella nostra capanna?... TYLTYL Non voglio tornarci.... Poichè sei qui anche tu, voglio rimanere qui, finchè ci stai tu.... L'AMOR MATERNO Ma non vedi che è la, stessa cosa abito laggiù, abitiamo tutti laggiù.... Quassù sei venuto soltanto per comprendere e per imparare finalmente a saper vedermi quando siamo laggiù.... Capisici, Tyltyl mio?... Tu credi d'essere in cielo; ma, il cielo è dovunque noi possiamo darci un bacio.... Non si possono avere due madri, e tu hai me sola.... Ogni bambino ne ha una sola, sempre la stessa, e sempre la, più bella di tutte. Ma bisogna conoscerla, e saper guardare bene.... Ma tu come hai fatto ad arrivare fin quassù e a trovare una strada che gli Uomini stanno cercando da quando sono scesi sulla terra?... TYLTYL (additando la Luce che, per discretezza, si è allontanata) Ci ha, condotti lei.... L'AMOR MATERNO Chi è?... TYLTYL La Luce.... L'AMOR MATERNO Non l'ho mai veduta.... Sapevo che vi voleva bene e che era tanto buona.... Ma perchè si nasconde?... Perchè non mostra mai il suo volto?.... TYLTYL Sì.... ma teme che i Piaceri si spaventino se ci vedono troppo chiaro.... L'AMOR MATERNO Ma non sa dunque che l'aspettiamo ansiosamente!... (chiamando le altre Grandi Gioie) Venite, venite, sorelle! Venite, accorrete tutte, la Luce viene finalmente da noi!... (Fremito di commozione fra le Grandi Gioie che si avvicinano gridando: «La Luce è venuta?... La Luce !... La Luce...»). LA GIOIA-DI-COMPRENDERE (scostando le altre Gioie per andare ad abbracciare la Luce). Sei la Luce e noi non lo sapevamo!... Sono anni ed anni che ti aspettiamo. Mi riconosci?... Sono la Gioia-di- comprendere.... Ti cerco da tanto tempo.... Siamo felici, sì, ma non possiamo veder di là dal nostro essere.... LA GIOIA-D'ESSER-GIUSTA (abbracciando alla sua volta la Luce) Mi riconosci?... Sono la Gioia-d'esser-giusta, che ti aveva tanto pregata di venire..... Siamo felici, sì, ma non possiamo vedere di là dalle nostre ombre.... LA GIOIA-DI-VEDERE-CIò-CHE-È-BELLO (abbracciandola anch'essa) E me, mi riconosci?... Sono la Gioia-della- bellezza, che ti ha sempre voluto bene.... Siamo felici, sì, ma non possiamo vedere di là dai nostri sogni.... LA GIOIA-DI-COMPRENDERE Via; via, sorella cara, non farci più a lungo aspettare.... Siamo abbastanza forti, abbastanza pure.... Scosta dunque questi veli che ci nascondono ancora le ultime verità e le ultime felicità.... Guarda, le mie sorelle s'inginocchiano tutte ai tuoi piedi.... Sei la nostra regina e la nostra ricompensa.... LA LUCE (avvolgendosi più, ancora nei suoi veli). Sorelle, sorelle mie belle, io obbedisco al mio Signore... L'ora non è ancora venuta, ma forse scoccherà presto: e allora, tornerò senza timori e senza ombre.— Addio, rialzatevi, abbracciamoci ancora come sorelle che si ritrovano, in attesa del giorno che spunterà ben presto.... L'AMOR MATERNO (abbracciando la Luce). Siete stata così buona verso i miei poveri piccini.... LA LUCE Sarò sempre buona verso coloro che si amano.... LA GIOIA-DI-COMPRENDERE Che il tuo ultimo bacio si posi sulla mia fronte.... (Si baciano lungamente: quando si staccano l'una dall'altra, i loro occhi sono pieni di lacrime). TYLTYL (sorpreso) Perchè piangete?... (guardando le altre Gioie) Oh bella! Anche voi piangete.... Ma perchè tutti gli occhi sono pieni di lacrime?... LA LUCE Zitto, bambino mio.... CALA LA TELA

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