La Suprema Corte, accogliendo il ricorso dell'investitore contro la decisione di secondo grado ed abbracciando, quindi, la tesi della nullità del contratto, concluso tra la banca ed il cliente, privo dell'informativa sulla facoltà di recesso, non solo si pronuncia nuovamente sulla tematica dell'applicazione dello "ius poenitendi" in relazione ai contratti d'investimento, ma propone altresì la propria lettura della nuova formulazione del 6 comma dell'art. 30 t.u.f., come modificato dall'art. 56 quater del D.L. 21 giugno 2013, n. 69 (convertito in L. 9 agosto 2013, n. 98).