Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbracci

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Signorilità

199287
Contessa Elena Morozzo Della Rocca nata Muzzati 1 occorrenze
  • 1933
  • Lanciano
  • Giuseppe Carabba Editore
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
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I futuri suoceri e il fidanzato ricevano stando sull'uscio del salotto o del primo salotto; la signora abbracci la futura nuora, mentre il marito e il figliolo di lei le bacino la mano. Poi la signora la presenti agli invitati, mentre il marito e il figliolo presenteranno i genitori di lei. Il contegno della sposa sia semplice, naturale, senza esagerate proteste o smancerie. Ella dica a tutti la gioia sua nell'entrare in quella famiglia, e non si dia mai delle arie, anche se proviene da un ceppo più antico o porti una grossa dote. In questi due casi, o in consimili, gli invitati mostrino d'ignorare tanti dessous di tanti matrimoni. E così non succederà come successe alle nozze di una signorina nobile con un milionario, rappresentante una grande industria automobilistica, quando, a un tale che diceva sprezzantemente esservi in aria un grande odore di benzina, un parente dello sposo rispose che la benzina era necessaria per levare certe macchie... della vecchia nobiltà... ... Poi la futura suocera accompagni la fidanzata e la madre di lei al buffet, e le offra di sua mano la prima coppa di Champagne; infine entrambe si mescolino ai vari gruppi, conversando cortesemente con tutti. Il fidanzato allora stia nel gruppo della sua futura, senza mai appartarsi con lei. Pel ricevimento nuziale in casa della sposa vanno le norme date per quello del fidanzamento. Torno a ripetere che val meglio uno modesto, ma in casa propria, che un suntuoso fuori di casa. Ma, certe volte, questo non è proprio possibile; allora la famiglia della sposa scelga un albergo non di genere criard, ma di genere signorile, e la madre e la sposa stessa curino la disposizione dei fiori sulla tavola da thè, thè ricco, con assortimento di liquori e di Champagne. Simpaticissimo, per chi sposa nella buona stagione e possiede una villa, è un ricevimento in giardino e un thè servito su piccole tavole, come fu offerto a Villa Torlonia dal Duce per le nozze di sua figlia Edda nell'aprile 1930. Talvolta in albergo, si vedono esposti anche i doni... ma ciò non è molto simpatico, nè pratico. I doni vanno esposti in casa propria, in un salotto o in un angolo di salotto, a seconda della loro quantità. E in quanto ai doni, viene naturale di osservare che molte cose oggi vanno commercializzandosi, con vantaggio forse della borsa, ma non certo della signorilità... Se in passato, quando il dono era una sorpresa, non era piacevole per una sposa vedersi capitare quattro ventagli eguali, non è bello oggi udirla chiedere in dono assegni di banca e solo assegni di banca... ed è volgare udirla telefonare a chi ha chiesto le sue preferenze: «Vada nel negozio tale; troverà tre oggetti che ho fatto mettere da parte. Uno costa tanto,l'altro tanto, il terzo tanto. Ma, se insiste molto, potrà aver il 10 % di sconto...»... In quanto ai doni più graditi, essi, se gli sposi non hanno ormai una casa montata, sono sempre quelli in argenteria, mobiletti, tappeti, soprammobile nello stile prescelto; e anche, se gli sposi non sono ricchi sfondati, quelli consistenti in valigie di lusso, valigiette-nécessaire, pelliccerie, scialli, servizi di Murano da tavola ecc. Se lo sposo è nobile o titolato, l'argenteria sia marcata colla corona; non così, se lo è la sposa. E in quanto alla cifra con cui sarà marcata la biancheria da casa e l'argenteria che la sposa porta con sè, per amor di Dio, che sia quella del marito!... Una ragazza che abbia un'ombra di delicatezza, non vorrà infliggere, vita natural durante, al marito, la mortificazione di vedere che, a tavola, nulla è proprietà di lui. La famiglia della sposa metta, magari, un articolo del contratto comprovante la provenienza di tovaglie o posate, per ogni eventualità della vita, ma lasci che il padrone di casa almeno figuri padrone della roba di casa!... La Principessa Mary d'Inghilterra dimostrò la sua alta signorilità e intelligenza, volendo, che sulla meravigliosa argenteria e sui gioielli che ebbe in dono, non figurasse più la corona reale, ma quella del visconte di Lascelles.

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