Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

Risultati per: abbozzata

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Documenti umani

244430
Federico De Roberto 1 occorrenze
  • 1889
  • Fratelli Treves Editore
  • Milano
  • verismo
  • UNICT
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La figura era già tutta abbozzata, la rassomiglianza in certo modo conseguita; mancava una cosa soltanto: l'espressione. - Apri un po' gli occhi.... non così, più chiusi.... insomma, non ti sforzare.... E chiudi la bocca, se no c'entreranno le mosche!... A poco a poco, il Natali cominciava a indispettirsi; gli pareva che Luigi Albani si prendesse giuoco di lui. - Insomma, vuoi star composto, o mando tutto per aria? - Ti prego di credere che sono compostissimo. Ed era quello, dunque, il suo atteggiamento naturale? Dacchè era tornato da Roma, il Natali non aveva ancora guardato l'amico così attentamente; non aveva ancora esaminati quegli occhi smorti, senza sguardo, quei muscoli flaccidi, quasi cascanti, quelle labbra leggermente dischiuse, quella carnagione scialba, quell'aria di stanchezza, d'indifferenza, di noia, di vacuità diffusa sopra una fisonomia impossibile a definire. Conosceva le sue bizzarrie, le sue eccentricità che gli avevano fatta una reputazione di mattoide nei cenacoli artistici; ma non lo sapeva ancora così strano, così inafferrabile, come ora gli si rivelava non solo alla conversazione, ma financo all'aspetto. Nondimeno, si rimise al lavoro, e dette ancora alcuni tocchi; poi, ad un tratto, strappò il cartone e lo buttò da canto. - Cominciamo daccapo. Era proprio impossibile ch'egli afferrasse quella fisonomia? Il Natali ci si arrabbiava. A corto di risorse, egli mise in opera un espediente disperato per uno come lui, avvezzo a non poter lavorare se non nel più assoluto silenzio. - Parla, - disse all'Albani, - racconta qualche cosa! - Di che cosa vuoi parlare? d'arte? L'Albani sviluppava le sue teorie, citava degli esempii, dava dei consigli: ma nulla, nei suoi lineamenti, tradiva una qualunque attività cerebrale; si sarebbe detto uno scolaro sonnacchioso in atto di ripetere la sua lezione. Il pittore si era messo a contraddire tutto quello ch'egli diceva, ad irritarlo, a provocarlo, nella speranza che l'ardore della discussione mettesse almeno una scintilla in quello sguardo. L'Albani non si dava per vinto, teneva testa alle opposizioni, agli scherzi, ai sarcasmi dell'amico, ma il suo sguardo restava freddo come la sua voce lenta, monotona, a momenti irritante. Anastasio Natali non seppe più contenersi. - Insomma, o sono imbecillito io, o sei tu che hai l'aria d'uno scemo. Come un velo d'ombra passò sul viso del maestro Albani. Il pittore alzò gli occhi al lucernario: era una nube che aveva oscurato il sole?... La giornata era sempre tersissima. - Che cos'hai? Ti senti male? L'Albani si era passata una mano tremante sulla fronte. - Non è niente, è che hai ragione.... Io sono stato un anno pazzo.... Il pittore stava per dire: "Un anno soltanto? vuoi dire un po' sempre...." ma era tanta la tristezza dipinta in volto all'Albani, che chiese invece premurosamente: - Tu? - Io stesso. - E come?... perchè?... Mentre io sono stato fuori?... Nessuno me ne ha detto niente.... E come?... perchè?... - Perchè?... Per aver voluto innalzarmi da terra, per aver voluto stringere delle nubi, per essermi dimenticato che ero la più miserabile delle creature: un uomo!... Dimenticando il suo pastello, Anastasio Natali esclamò: - Allora, sentiamo.

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