Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNIPIEMONTE

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Enciclopedia Italiana

405780
Benvenuto Terracini 1 occorrenze
  • 1932
  • Istituto dell'Enciclopedia Italiana
  • Roma
  • linguistica
  • UNIPIEMONTE
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Ma l'etimologia poteva anche essere applicata a ricostruire per mezzo del loro lessico, la cultura e la preistoria indoeuropea, inferendo anzi da particolari distribuzioni di parole (p. es. got. fiur, gr. pur, opposto a ind. agní, lat. ignis) particolari contatti culturali di popoli entro l'unità indoeuropea; quest'applicazione, primamente abbozzata dal Grimm, fu tentata poi sistematicamente da G. Pictet (Les indo-européens,... essai de paleontologie linguistique, Parigi 1859-63), tentativo interessante perché la concretezza stessa della materia, se non l'acume critico, fanno intravvedere al Pictet nuovi aspetti del problema etimologico, lo portano a un certo scetticismo sull'identificazione a oltranza delle parole e delle radici, mentre il raggruppamento stesso per materia rende più solido lo studio semantico dei sinonimi, così necessario all'etimologo, e costituisce anzi un vero e proprio trattato di semasiologia. Infine, a cominciare dal Pott e dal Grimm, si ripigliavano i campi più rischiosi dell'indagine, quelli dei nomi di persona, e in particolare dei nomi mitici, e quelli dei nomi di luogo. Già il Grimm ammoniva che il concetto di unità indoeuropea non doveva far sì che si dimenticasse l'individualità e la storia particolare di ciascun sottodialetto, donde il canone, ripetutamente bandito in Italia dall'Ascoli e dal Flechia contro gli empiristi, che le etimologie vanno cercate di preferenza nei dialetti vicini piuttosto che nei lontani, e il fatto che tutte le risorse del nuovo metodo risultarono molto più proficue quando furono per la prima volta applicate, non alla preistoria, ma all'ultima storia di una lingua nota, come nell'Etym. Wörterbuch der romanischen Sprachen (1ª ed. 1843, 2ª ed. 1869) di F. Diez. Qui cessa naturalmente ogni indagine di ricostruzione primigenia; per converso nel ricondurre il materiale lessicale romanzo alla comune origine latina si distingue più accuratamente ciò che è proprio di gruppi dialettali minori, o dovuto a scambî interdialettali, e se, per reazione alle fantasticherie precedenti, si cerca a ogni costo di arrivare ad etimi latini, è tenuta largamente presente la possibilità di origine barbarica o prelatina, suggerita dall'evidenza della storia; il freno dei ragguagli fonetici, assai più facili da stabilire, è più forte che nel Pott, più esatte le distinzioni cronologiche, più complesse e delicate le osservazioni morfologiche. Infine il Diez, dandoci nella Romanische Wortschöpfung (1875) il primo trattato di semasiologia romanza, dove, accanto alle voci ereditate dal latino o prese da altra lingua, mise in rilievo il modo in cui le lingue romanze sono venute elaborando nuovo materiale lessicale (nuca, collottola di fronte a cervix), veniva, sia pure in via puramente empirica, a porre in luce una vivace produttività lessicale delle lingue romanze, proprio sulla fine di quel periodo di studî in cui la storia linguistica era concepita come puro tralignamento di un periodo creativo ormai conchiuso.

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Teoria della relatività dell'Eistein. Esposizione elementare alla portata di tutti

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Harry Schmidt 2 occorrenze

La ipotesi delle ondulazioni, abbozzata da un italiano, padre Francesco Maria Grimaldi (1618-1663), è dovuta a Cristiano_Huyghens, esposta nell'opera pubblicata a Leida, nel 1690: Traité de la lumière. Per lungo tempo non ebbe fortuna, si grande era l'autorità che godeva il Newton . Nel 1746, il matematico tedesco Leonardo Eulero (1707-1783), nel 1801, l'archeologo, medico e fisico Tomaso Young (1773-1829), ripresero le ipotesi dell'Huyghens, e, su le loro orme, intorno al 1820, l'ingegnere normanno Agostino Fresnel (1788-1827) diede forma completa, spiegando con essa i fenomeni ottici conosciuti, alla teoria meccanica delle ondulazioni.

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La ipotesi delle ondulazioni, abbozzata da un italiano, padre Francesco Maria Grimaldi (1618-1663), è dovuta a Cristiano_Huyghens, esposta nell'opera pubblicata a Leida, nel 1690: Traité de la lumière. Per lungo tempo non ebbe fortuna, si grande era l'autorità che godeva il Newton . Nel 1746, il matematico tedesco Leonardo Eulero (1707-1783), nel 1801, l'archeologo, medico e fisico Tomaso Young (1773-1829), ripresero le ipotesi dell'Huyghens, e, su le loro orme, intorno al 1820, l'ingegnere normanno Agostino Fresnel (1788-1827) diede forma completa, spiegando con essa i fenomeni ottici conosciuti, alla teoria meccanica delle ondulazioni.Il colpo di grazia all’ipotesi newtoniana fu dato dall'esperienza. Secondo quella la luce avrebbe dovuto propagarsi più velocemente nell'acqua che non nell'aria, secondo l'ipotesi Huyghens-Fresnel, in vece, più velocemente nell'aria che non nell'acqua: conclusioni espresse nell'esame del fenomeno di rifrazione che si verifica quando un raggio di luce, passando da un mezzo ad un altro di diversa intensità, incontri la superficie di separazione con un angolo diverso da 90°, per il quale il secondo raggio devia. Le esperienze di Leone Focault (1819-1868), istituite per suggerimento dello spagnuolo Francesco Arago (1786-1853) provarono che l'andamento delle velocità della luce relative all'aria ed all'acqua è quello previsto dalle ipotesi delle ondulazioni, cioè, come trovò nel 1850 Ippolito Luigi Fizeau (1819-1896), la velocità nell'acqua è minore di 1/4 della velocità nell'aria. La moderna teoria elettromagnetica della luce non differisce da quella meccanica se non in quanto, anzi che a vibrazioni meccaniche, la luce si ammette dovuta ad oscillazioni elettriche. Tale teoria, dovuta all'inglese Michele Faraday (1791-1867) fu successivamente sviluppata da James Clerk Maxwell (1831-1879) (che dalla eguaglianza del numero esprimente la velocità della luce con quello del valore del rapporto tra i numeri che esprimono il valore della intensità di corrente elettrica nel sistema di misura elettromagnetico e lo stesso valore nel sistema elettrostatico, dedusse che la luce non è se non un fenemeno della stessa natura di quelli elettro-magnetici, e da Enrico Hertz (1857-1894) e trovò in Augusto Righi (1850-1920) un autorevolissimo assertore (L’ottica delle oscillazioni elettriche, Zanichelli, 1897).

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