Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbottonata

Numero di risultati: 2 in 1 pagine

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Il successo nella vita. Galateo moderno.

173438
Brelich dall'Asta, Mario 1 occorrenze
  • 1931
  • Palladis
  • Milano
  • Paraletteratura - Galatei
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Camicia e colletto sono come quelli dello « smoking »; notiamo però che la camicia del « frack » può essere abbottonata soltanto con bottoni bianchi, con perla o con brillanti. La cravatta bianca è di « piquet » bianco e viene annodata a guisa di farfalla. La calzatura come nello « smoking ». Col « frack » si portano i guanti bianchi di pelle. Il cappello adatto per il « frack » è il cilindro o il « klakk ». L'uno e l'altro si lasciano in guardaroba, ma vi sono delle occasioni eccezionali - per es. una grande serata al ballo dell'Opera - in cui si entra col cilindro, tenendo presente di portare seco un bastone nero con bottone d'avorio. I calzoni lisci, in inta unita sono provvisti di una banda lucida - più spesso una spighetta - sul lato esterno. Soprabiti per il« frack »sono tanto rari quanto cari. Si può adoperare qualsiasi buon cappotto, nero. Il« frack »si può portare anche di giorno; a colazione d'onore o di gala, a grandi feste, a nozze o ricevimenti ufficiali. Di sera, a teatro, nelle feste da ballo, nelle cerimonie, in alberghi mondani ecc.

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Signorilità

199018
Contessa Elena Morozzo Della Rocca nata Muzzati 1 occorrenze
  • 1933
  • Lanciano
  • Giuseppe Carabba Editore
  • paraletteratura-galateo
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La camicia da giorno va alla foggia Impero, cioè dritta, con due nastri alle spalle, o, meglio, con due liste del medesimo tessuto, terminate con un minuscolo «à jour»... ma ricomincia a comparire anche abbottonata sulle spalle. Essa, al pari di tutta la biancheria, può essere ricamata ad ago, tipo vecchia Venezia, a incrostazioni di vero pizzo o di ottime imitazioni, lavorata a punto ombra, a cordoncino, a punto passato ecc. o, più modestamente, con bordi colorati fatti con tessuti che vanno in bucato. Di ultimissima moda è il ricamo a colori solidi fatto con seta e cotone finissimo a mezze crocette, di fiori, ornati, alberelli ecc. (vedi pag. 325). È di ultimissima moda anche una stoffa specialmente adatta per camice da giorno, per «culottes», per combinazioni, stoffa bella e di gran durata, chiamata «maglia milanese» in seta, che si adatta meravigliosamente alla persona, è opaca, scivola facilmente sotto i vestiti, è facilmente lavabile e non si smaglia, nè si sforma mai. Con essa è bene fare confezionare tre forniture complete (queste, magari, in colori di moda molto tenui) e tre «culottes» pesanti per l'inverno. Le camice da ballo vanno con i nastri... quando non sono abolite dalla moda tiranna, e dalla donna che tiene molto più ad essa, che al più elementare senso di pudore! Le signore a cui mi dirigo io, sorreggano la camicia da sera, alle spalle, con sottilissimi nastri color carne, uguali a quelli del reggipetto. Nella «spallina» dei vestiti da sera, ci va un minuscolo gancio e una linguetta di nastro, a cui «fermare» i nastri, senza timore che si vedano. Le mutandine debbono essere di una lunghezza tale da non lasciare spazio libero e visibile tra esse e la calza: generalmente vanno fatte con la guaina ricamate come è ricamata la camicia. Per sera, esse constano di un palmo di velo e di una guarnizione di merletto d'oro o d'argento, ma vanno lasciate alle donne equivoche. Anche se si portano i vestiti aderenti, le «culottes» ben tagliate e sufficientemente lunghe, fatte di lino o di maglia milanese, non ingrossano il personale, nè alterano la linea. Per l'estate torrida, vanno molto le combinazioni di camicia con mutandine, di cui vi sono modelli graziosi e corretti; vanno anche dei modelli eleganti composti di camicia, mutandine e sottanina. La camicia da notte (l'indumento più facile a consumarsi e a rompersi, specie alle spalle), va ora fatta generalmente con due dita di manica che scenda dalla spalla, o senza neppure queste. Ciò è illogico e da lasciarsi alle persone che sono ben sicure di possedere, per tutta la vita, stanze con termosifone. È logico, invece, facendone 18, di farne un terzo da estate senza maniche, o con del merletto o del «tulle» per manica; un terzo con mezze maniche e un terzo con maniche lunghe. La vita è così incerta che, spesso, chi aveva stabilito di passarla in Sicilia, viene spinto dalla sorte o da varie combinazioni, a passarla in alta Italia o magari in montagna; chi, spesso, credeva di possedere sempre un palazzo riscaldato con termosifoni, deve accontentarsi di un appartamento con stufa a petrolio. Quindi ci sia un pensiero di previdenza pel sempre incerto domani, sotto forma di qualche camicia col collo chiuso e di qualche camicia con polsino... il che, poi, non esclude una forma aggraziata ed elegante. Le persone gracili, che hanno bisogno di stare molto coperte, possono adottare, per l'inverno, delle camice di sottile flanella di pura lana calda e morbida, così come, per camicia da giorno, un lungo tubo di «maglia milanese» in lana, guarnito, allo scollo, con una striscia di «tulle» color crema, o con un bel merletto color crema. In occasione di viaggi, il crespo di cotone è comodissimo perchè, ben tirato quando è ancora umido, non ha bisogno di stiratura. Per personali magri, un'economica fascia elastica, che è ottima per dare una linea svelta e per sostenere le reni, è fatta da un semplice elastico alto 30 o 35 centimetri, di esatta misura, tagliata in modo che la circonferenza superiore sia più stretta della inferiore, e terminata da quattro giarrettiere, di cui due poste davanti, e due sui fianchi. Vi sono poi delle belle e consigliabili fasce elastiche fatte dalle bustaie... come vi sono, per le donne molto formose, certe guaine di tessuto elastico, resistentissimo, pur essendo morbide e sottili, certe cinture «riduttive», certi busti di caucciù perforato, che dovrebbero essere quotidianamente adottate da chi abbia un personale grasso, tozzo, cascante e mal fatto. Il reggipetto può essere fatto dello stesso tessuto di broccatello della fascia elastica, o anche di «tulle» (per le signore magre) o anche all'uncinetto in filo bianco sottile e resistente, o in robusto merletto a macchina; può essere abolito quando la combinazione sia tagliata a forma, esattamente su misura. Ora la moda si è orientata verso i pigiama per notte e per camera, col pretesto della comodità... Veramente tutte quelle signore che hanno sempre dormito con la camicia da notte, ed hanno fatto la loro «toilette» infilando un «Kimono» o una vestaglia, non comprendono la necessità di mascolinizzarsi in modo che la cameriera, entrando col caffè, non sappia quale sia il padrone o la padrona! Dove però i pigiama sono effettivamente pratici e vanno adoperati, sono in viaggio o in vagone letto. Quindi, in un corredo moderno, è bene farne due: uno in seta per estate, uno pesante per inverno. Le vestaglie possono essere quelle così dette «saut de lit» molto semplici e praticissime, ed essere almeno tre: una per ogni stagione. Si indossano per rimanere nella propria stanza o per passare in quella da «toilette»; sono sempre moderne quelle a «Kimono», in crespo tipo giapponese per l'estate e in lana dei Pirenei per l'inverno - oppure quelle completamente diritte, con due «buchi» per infilarvi le maniche e con un altro per infilarvi la testa. Queste ultime possono presentarsi in modo diverso e spesso mutar foggia coll'appuntarvi un nastro, un cordone, un «jabot» di merletto, un fiore, un fiocco di «tulle» o di stoffa, a seconda della moda. Quelle che un tempo si chiamavano «vestaglie eleganti» sono meno ricche di una «tea-gown», (parola inglese che si pronunzia ti-gau e che significa letteralmente vestito da the), e vanno ora col nome di vestiti da casa, in italiano, e «robes d'interieur» in francese. Esse sono preziose in tutte le fasi della maternità e in tutti gli inevitabili malesseri e malucci dell'esistenza. Ora che la seta, la seta artificiale e il cotone sono a buon prezzo, pure con disegni artistici, questo tipo merita di essere molto diffuso, anche nelle classi modeste. E qui apro una parentesi, per dire che le donne, passato qualche tempo dalle nozze, trascurano troppo facilmente il proprio vestiario nell'intimità della famiglia... Qualche volta sono anche da compatirsi... quando sono in crisi di domestiche, o aspettano un bimbo, o hanno bimbi piccoli!... Ma, allora per non rinunciare ad essere carine davanti al marito, e non rinunciare anche alla loro comodità, abbiano parecchie vesti da casa, semplici, ma fresche e pulite. Il lavare le stoffe di seta o di cotone o di maglia è molto facile; basta operare come per le maglie (vedi pag. 54) o con la benzina (pag. 294) e si è sicuri di avere un ottimo risultato. Anche la stiratura è semplice e molto spiccia. Ma, naturalmente, la signora deve essere svelta, godere nel fare da sè... e non adoperare la roba sgualcita per pigrizia di lavarla e stirarla, anche se si tratta di impiegare qualche minuto... In quanto ai fazzoletti, è bene seguire la moda del momento. Ora vanno in tela con largo bordo colorato a scacchi, con righe o in tela di seta e crespo di Cina, assortiti al vestito; oppure in batista di filo bianco o colorato col bordo ricamato a piselli, a palline; oppure con motivi di mezze crocette, gli stessi delle camicie. Siccome questo lavoro siciliano delle mezze crocette è ora di gran moda, sia per tovaglie e tovagliolini da thè, sia per biancheria personale, per bavaglini, per tendine e arazzi, ecco come si eseguisce... da chi abbia occhi di lince. I disegni sono quelli, dirò così ingenui, che si trovano su qualunque giornale di ricamo: alberelli triangolari, cani, omini, oche, carretti, ecc., e il cotone o la seta deve essere di più colori, sottilissima e resistente al bucato; il punto è a mezza crocetta. I tovagliolini da thè, le tovagliette, i bavaglini ecc. abbiano disegni disposti con gusto e con simmetria, e sieno finiti con una piccola frangia lunga un centimetro; essa deve essere molto regolare e fermata con un punto in filo bianco e con un nodino fatto con la seta che ha servito per il ricamo, e che è sempre di colori vivi. Il lavoro richiede molta precisione, specie quando si tratta di centri da tavola o di bavaglioni ovali, o di tovaglioli rotondi. Ora si cifra la biancheria personale, col proprio nome di battesimo o diminutivo - in fac simile - oppure unendo bizzarramente e artisticamente le due iniziali in un tondo o in un ovale.

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