Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Il successo nella vita. Galateo moderno.

173767
Brelich dall'Asta, Mario 1 occorrenze
  • 1931
  • Palladis
  • Milano
  • Paraletteratura - Galatei
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Molti, appena entrati nella sala hanno la consuetudine di abbordare gli ospiti con qualche notizia sensazionale, nella speranza di fare un grande effetto: « Signora ha sentito l'ultima novità? Il Dott. Travelli è stato arrestato! sua moglie ha chiesto la separazione e, potendo, vorrebbe divorziare! » Se, con simili notizie si raggiunge ordinariamente l'effetto desiderato, non è tuttavia di buon gusto, la conversazione, come non è di buon gusto ogni meschino pettegolezzo. Altri preferiscono invece cominciare il discorso con una delle solite scipitaggini: « Oggi è veramente il primo giorno di primavera » oppure: « Da molti anni non si sentiva un freddo simile » o anche « Fuori fa un tempo veramente infame, qua dentro si sta benissimo » ecc. ecc. E' sempre conveniente informarsi del benessere dei presenti , ma anche questo non deve essere fatto con le formule viete e scipite, che corrono sulle labbra di tutti. Il tema della salute offrirà lo spunto di parlare delle vacanze estive, del mare, della montagna, dei luoghi di cura e simili: argomenti generalmente simpatici, che possono stradare facilmente la conversazione nei tempi più diversi e più gradevoli. Una particolare intuizione è necessaria per riuscire gradevoli alla padrona di casa. Bisognerà tener conto sopra tutto della mentalità della signora a cui si parla. Non parlerete di filosofia se conoscete la signora per una donna di cultura limitata: al contrario non parlerete di mode, di serve, di acconciature e di simili frivolezze alla signora di provata finezza e d'elevatezza intellettuale. Non bisogna esagerare nel ritenere la donna troppo frivola e vuota, nè d'altro canto pretendere una profondità particolare in materie trascendentali. Anche qui calza il monito che solo le cose temperate sono le giuste. Nelle visite d'introduzione si può anche parlare di se stessi , specialmente di fronte ai superiori, a cui ci prema di far conoscere le proprie capacità. Sarebbe però inopportuno e indelicato protrarre il discorso a lungo parlando sempre di sè. D'altro canto, non è affatto delicato, per una celebre o comunque benemerita e di alto rango, far troppo desiderare ai convitati notizie sulla propria attività e sulle proprie vicende. E' sottointeso che anche questo deve essere fatto con discrezione. A tavola si è facilmente indotti a parlare dei cibi che vengono serviti. Criticare i piatti ricevuti, come pure i vicini di tavola, sarebbe una indicibile sgarbatezza; inoltre, si cerchi di non dilungarsi nelle questioni dello stomaco. Però si può benissimo cominciare a parlare della questione dell'antialcoolismo specialmente se vediamo che la nostra vicina di tavola s'astiene perfettamente dal vino; se per caso uno dei nostri vicini rifiuta la carne, abbiamo di nuovo un tema abbastanza in voga. Argomenti che potrebbero guastare l'appetito, come p. e.: la descrizione di terribili miserie, il racconto di una grave operazione, d'una disgrazia recente ecc. insomma, temi che sono disgustanti, sono naturalmente da evitarsi. Del resto a tavola non è bello parlare troppo, d'altronde non si può essere tanto scarsi di parole da far sì che la nostra vicina di tavola si senta troppo isolata. A teatro è naturalmente molto facile trovare argomenti di conversazione. Si discute della rappresentazione, degli attori, delle attrici, della musica o della commedia e, in ogni soggetto, sarà facile dare il segno della propria sensibilità artistica e della propria coltura. Negli intervalli non mancherà, dunque, soggetto di buon conversare. In treno, c'è sempre un'occasione propizia per esprimere un parere su ciò che si vede all'esterno. Una persona spiritosa può sempre trovare degli spunti felici nelle innumerevoli cose fugaci che traversano la nostra attenzione; le campagne, i panorami, la vita colorita e rumorosa delle stazioni, castelli e ruderi storici, panorami aperti ecc. ecc. Così non mancheranno occasioni di attaccare discorso con un estraneo, benchè ciò debba farsi con la dovuta delicatezza e senza una indiscreta insistenza. Nella sala da ballo sono tanti e tanti gli argomenti (si confondono poi in un solo!) che non è assolutamente necessario dar consigli a tal riguardo. Dove rifioriscono i« flirt » non c'è argomento da suggerire. Ognuno sa che cosa deve dire. E la conversazione è sempre gradita, anche se non animata. Sul campo di sport è naturale che l'argomento riguarderà una questione sportiva. Se l'altro compagno dà delle risposte sensate e cerca di sostenere il discorso, tutto è a posto, e ci si potrà divertire in ogni occasione. Tanto più spiacevole, addirittura penoso, è cominciare un argomento dopo l'altro e vedere che il compagno non ci bada o, se bada, risponde macchinalmente cose senza importanza. La « riserva » dei temi è presto esaurita, il gelo della noia dilaga crudelmente. Sebbene al giorno d'oggi si è molto più liberi nella scelta degli argomenti, è sempre raccomandabile di avere un certo riguardo specialmente alla presenza di signore e signorine. Ciò dipende anche dal grado dell'amicizia. Ma, se per caso signore e signorine si trovano in una società troppo libertina, è meglio che esse fingano di non accorgersi di niente, e non si scandalizzino, finchè la conversazione non si avvia di nuovo nei limiti concessi dalla buona educazione. Scegliendo un tema di conversazione, facciamo attenzione di parlare sempre di cose gradevoli al nostro compagno; così p. e.: ai fidanzati dei lati belli e buoni del matrimonio, con una signora incinta delle gioie e passioni dei bambini, con un ammalato della sua guarigione ecc. ecc. « Non si parla della corda in casa dell' impiccato »; non si domanda mai ad una signora quanti anni ha, nè a un signore quando ha intenzione di andare in pensione e così via. Come si ha riguardo delle persone nella scelta del tema della conversazione, così si deve considerare sempre il luogo dove si è e le circostanze in cui ci si trova; p. e. in un'esposizione d'arte non si parla della birra deliziosa delle cantine della città, all'opera non ci si dilunga in discussioni sul codice penale, a tavola non si spiega la vivisezione, in montagna si evita la politica, e nella vita dello sport si lascia stare l'erotica. Argomenti professionali non sono affatto adatti in una società numerosa ed è molto fuor di luogo che in una compagnia spensierata due o tre persone si dilunghino in discussioni accademiche, che gli altri non possono seguire con attenzione perchè non s'intendono delle cose che si trattano. Se però essi si trovano in compagnia più ristretta, e hanno tutti la stessa professione, non possono far di meglio che discutere delle cose che riempiono tutta la loro anima, e che sono oggetto della loro ambizione. Naturalmente una simile discussione non può limitarsi ad una conferenza tenuta da una sola persona, ma deve avere carattere di una chiacchiera gradevole, a cui tutti possono partecipare. Così è per la questione di parlare d'affari in società. Come non si parla di altri interessi personali, in pubblico, così non si parla d'affari, se non in una compagnia omogenea. Infatti ottimi affari si sono conclusi in una società durante una conversazione o un pranzo. E' risaputo come un buon bicchiere di Chianti o di Lambrusco renda abbordabili ed accondiscendenti gli uomini d'affari più schivi. Non c'è spesso miglior mezzo per guadagnarsi il loro favore. Gli affari certo non sono adatti alle gentili signore, piene di fantasie, ed hanno, per questi, sempre un interesse relativo. Chi non sa uscire un poco dai soggetti comuni, noiosi, grigi della vita quotidiana, sarà perduto di fronte alla donna. Politica e religione sono argomenti pericolosi, come tutti gli altri temi che sono adatti ad accalorare i temperamenti, e formano eventualmente dei diversi partiti nella società. Talvolta succedono addirittura delle piccole guerre, perciò è meglio evitare tale argomento o affrontarlo con molta delicatezza. Quando s'intavolano discussioni senza competenza il brio della conversazione è finito. Ognuno crede di essere obbligato di dichiarare la sua opinione! Possibilmente si evitano certe compagnie, ma, se vi si è capitati disgraziatamente in mezzo, - in base al proverbio: « insieme preso, insieme condannato » si cerca di non dire scipitaggini. Dipende dalle circostanze: o nascondiamo il nostro pensiero, o facciamo delle osservazioni sensate e garbate. Non è mai bello volere stramazzare l'avversario e cantar vittoria a gran voce. Nei così detti « discorsi d'arte » bisogna andare cauti per non rendersi noiosi. Ci vogliamo dedicare a questo argomento un po' particolarmente, e citiamo le magnifiche parole dello scrittore Lodovico Fulda: « Discorsi d'arte! Sotto questo nome generico non intendiamo, naturalmente, lo scambio valoroso delle idee di due artisti, ma la discussione vivificante di due conoscitori d'arte, sui problemi della loro vita spirituale, nè il caldo interessamento del profano entusiasta per le bellezze dell'arte, nè lo scambio di due dilettanti sulle impressioni che riempiono il loro cuore e la loro anima; ma una conversazione senza basi, senza convinzione e senza competenza, conversazioni cioè in cui si parla per parlare.... » « Il più frequente discorso d'arte è quello sul teatro... Perchè da quando esiste un palcoscenico ci si lagna del suo peggioramento. Naturalmente, ciò non corrisponde sempre alla verità: ma essere malcontenti è sempre più spiritoso che essere contenti d'una produzione artistica. Essere malcontenti di tutto, lascia indovinare un gusto più sviluppato ed una esperienza più grande! Allora si sorride e si dice: « Lei forse non conosce la parte di Otello fatta da... » e si nomina il nome di un celeberrimo attore. Non è assolutamente necessario che si sia visto il « tal di tale» nè che mai si sia stati a Parigi per poter dire con una spallucciata fredda: « Recitare, sanno soltanto a Parigi ». E così si dica di Berlino o Milano. « Una conversazione « letteraria » è forse ancora più fertile, ma già un poco più difficile. Soltanto persone molto giovani arrossiscono sentendo nominare un libro che non hanno letto, e sono addirittura ingenui quelli che confessano di non averlo mai sentito nominare. Il compagno ideale, come deve esserlo, ha sempre letto tutto, conosce ogni libro uscito, e con la sveltezza con cui si incolla un'etichetta su una bottiglia di vino, dichiara e bolla la sua opinione, il suo giudizio su tutto... » « Il più elegante e nobile, tra i discorsi d'arte, è quello delle belle arti. Perchè per essere almeno un poco esperti in esso, si deve aver studiato pure qualche cosina... A simile gente non viene nemmeno in mente che l'oggetto artistico è una cosa da godere, lo considerano unicamente per un oggetto della loro « critica » Esprimono una frase « criticante » poi basta! Si può venir considerati subito per profondi in materia se si grida, innanzi ad un quadro: Ma questo è di nuovo e precisamente il « tal di tale! ». Colui, che trova nel prodotto singolo tutto l'autore, che razza di acuta perspicacia artistica dovrà mai avere! » « No! tali discorsi d'arte non possono giovare niente all'arte e non hanno niente in comune con essa!... Se il sentimento di solidarietà, e l'entusiasmo non sono ancor periti per sempre, noi artisti dobbiamo sostenere una campagna, senza quartiere, contro quella specie di discorsi d'arte! ».. L'argomento che generalmente interessa di più è il dir bene o, più spesso, male del prossimo. Sarebbe da farisei giudicare le opinioni dei nostri prossimi, in blocco, per sciocchezze o inezie. Corrisponde alla nostra natura e deriva dalla legge della vita comune, che meditiamo sulle azioni ed opinioni dei nostri prossimi, e che comunichiamo le nostre osservazioni a terze persone. Scambiamo le nostre idee e tentiamo di completarle. Ad ogni modo, sotto il titolo di tale osservazione psicologica e filosofica, accadono molto sgarbatezze. Si tratta appunto dal modo col quale ci occupiamo dei nostri cari vicini e si sente chiaramente dove termina l'interessamento psicologico e dove comincia il pettegolezzo maligno, affamato di sensazioni straordinarie. Questi pettegolezzi sono in ogni caso, le cose più spiacevoli della vita sociale. Il pettegolezzo e in « floribus » dappertutto: in ambo i sessi, in ogni grado d'età, da donne e da uomini, si fanno pettegolezzi, non è raro il caso che lo scienziato di fama mondiale faccia i suoi piccoli e grandi pettegolezzi con la stessa passione delle tanto calunniate vecchie zitelle. Quanto più colta è una persona, tanto più pesante e spiacevole dovrebbe esserle la disposizione al pettegolezzo e poi una critica maligna d'un personaggio importante può nuocere molto più gravemente che i pettegolezzi di individui insignificanti. Ci sono sempre uomini che sanno dire sempre qualcosa di buono e di bello dei loro prossimi; piuttosto tacciano, per non dire cattiverie. Se anche questo modo di agire non è sempre il più giusto nei rapporti sociali, ciò, dà prova, in ogni caso, di molta discrezione. Aneddoti, barzellette, storielle ben scelte sono, molte volte, gli unici mezzi per rianimare una conversazione stagnante. Però non si può sorpassare i limiti concessi dalla buona educazione: e sarà bene tacere barzellette troppo forti per le orecchie delle signore. Una mala abitudine dei signori è di fare il così detto « angolo dei signori » e di raccontarsi storielle salate, ridendo e sussurrando, mentre le signore sono lasciate in disparte. Gli scherzi non debbono essere sul conto di una persona presente. Non è cosa virile farsi deridere; un freddurista fa sempre una brutta figura quando non sappia smettere a tempo. L'uomo veramente erudito avrà sempre qualche novità interessante, qualche questione importante da mettere sul tappeto. Naturalmente, qui non possiamo estenderci sulle particolarità: però ci sono cose, che non tutti sanno e sono pure interessanti. Senza voler eventualmente sedurre i cortesi lettori ad uno studio a memoria o a una caccia esagerata al successo in società, diamo una piccola raccolta di risposte su « Questione di tutti i rami di scienza ai quali non tutti possono rispondere ». La loro coscienza non è indispensabile per una persona che vuole essere solo un compagno gradevole, però talvolta certe nozioni sono indispensabili (naturalmente guardiamoci dall'esagerazione!), con piccole sentenze pronunciate al momento giusto possiamo anche rendere più viva e colorata la conversazione.

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