Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Nuovo galateo. Tomo II

195161
Melchiorre Gioia 1 occorrenze
  • 1802
  • Francesco Rossi
  • Napoli
  • paraletteratura-galateo
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Dei re d'Inghilterra dell'undecimo al decimo terzo secolo dice Henry: » Le ammende, i doni gratuiti e le donazioni formavano » una delle più abbondevoli sorgive delle » ricchezze dei re d'Inghilterra a quel tempo. Non » sarebbe possibile di enumerare tutte le diverse » occasioni in cui si faceva doni preziosi a quei » principi. Non potevasi ottenere dalla corona franchigia » o privilegio di niuna specie senza una » somma o un regalo proporzionato al suo valore. » Innumerevoli cittadini dovevano pagare grosse » somme per ottenere giustizia, e perché fosse loro » accordato il vantaggio di un giudizio legale, intanto » che altri regalavano alla ricca per procacciarsi » il regio intervento ed impedire gli atti » giudiziari contro di loro. Molti acconsentivano » fin anche a dare la metà, il terzo o il quarto » dei loro crediti legittimi al re, onde conseguire » colla autorità di lui di essere pagati. In una » parola, quei sovrani vendevano apertamente la » giustizia ai loro sudditi; ciò che rendette necessarissimo » il famoso articolo della Magna-Carta » contro la vendita o il ritardo o il niege della giustizia. » Non potevasi ottenere alcuno impiego, sia » nella chiesa, sia nello stato, senza un regalo; » e sotto alcuni regni i vescovati eziandio furono » esposti all'incanto e accordati al maggiore offerente. » Non vi era negozio, per quanto spregevole » o vergognoso fosse, in cui alcuni de' nostri » principi non s'impegnassero per danaro; e » non sdegnavano di accettare cani, falconi, polli » lamprede, acciughe e altri simili doni miserabili » quando non potevano ottenerne di più preziosi. » Per danaro vendevano fin anche il loro amore » o il loro odio, ed erano favorevoli o contrari, » amici o nemici, secondo che erano pagati. » A compimento di loro vergogna, tutti questi » articoli delle loro rendite sono regolarmente stabiliti » negli atti pubblici, dove ancora sussistono » e sono monumenti irrefragabili della loro venalità». Henry, Histoire d'Angleterre,> tom. III, pag. 346, 347, 379). Questa severità non rendette i giudici più circospetti, giacché dopo quell'epoca si trovano violentissimi reclami contro la loro corruzione. Il monaco di Malmsbury assicura che nel 1319 tutti i ministri e giudici regii, senza eccezione, vendevano la giustizia al maggior offerente, e che quasi tutti eseguivano le più odiose angherie. Né questi fatti arrecano maraviglia, allorché si riflette che i re stessi proclamavano col loro esempio la corruzione. La storia dice che nel XV e XVI secolo i giury si lasciavano comunemente corrompere; e che la loro impudenza, pubblicamente nota, venne incoraggiata da Enrico VII ne' processi iniqui ch'egli intentava a' suoi sudditi. Ne' paesi dove il poter giudiziario tolto ai re passò nelle mani de' feudatari, costoro lo considerarono non come una carica che imponeva loro degli obblighi verso la società, ma come un mezzo di potere e di ricchezza; quindi ne usarono giusta i consigli della loro ambizione, del loro orgoglio, della loro avidità. Il diritto di giudicare servì a violare le proprietà con esazioni attentare alla sicurezza individuale con prigionie, denigrare la fama per motivi vili, vendere alle passioni che la compravano, la depressione di qualche innocente, ecc. Questa corruzione generale produsse due effetti straordinari; In Inghilterra sorsero e durarono per più d'un secolo delle associazioni d'individui che si prestavano reciprocamente man forte ne' loro processi, a fine d'eludere le sentenze de' tribunali od impedirne l'esecuzione; In Francia molti uomini liberi, spinti alla disperazione da tante angherie, rinunziarono alla libertà, scesero al rango di schiavi, a fine di ritrovare in un padrone un protettore interessato a difenderli.

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