Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

Risultati per: abbondantissimo

Numero di risultati: 1 in 1 pagine

  • Pagina 1 di 1

Il Plutarco femminile

218288
Pietro Fanfano 1 occorrenze
  • 1893
  • Paolo Carrara Editore
  • Milano
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
  • w
  • Scarica XML

Addestrata ai femminili lavori, ed attissima a condurli all'apice della perfezione, di qualunque genere essi si fossero, volle mescervi dapprima lo studio delle ameno lettere, e in quello trovando pascolo abbondantissimo e grato poi facile intelletto, s'internò nella cognizione delle matematiche e filosofiche cose: ed allo studio della lingua latina quello accoppiando della greca, sviluppò maravigliosa attitudine a profondamente sentirla. Un religioso, chiamato il Padre Emanuele a Ponte, primo d'ogni altro avvedutosi di sì raro ingegno, le era diventato maestro di greco: e tali furono i progressi da lei fatti in questa madre lingua, che non solo giunse a parlarla con sceltezza, di frasi e speditamente, nè soltanto a verseggiare con terso e delicato stile, ma a trovarsi in istato d'insegnarla altrui e quindi fu innalzata all' onore di occupare la cattedra elementare di lingua greca in patria. Le politiche vicende, dalle quali a malincuore essa vedovasi circondata, la indussero ad intraprendere il viaggio della Spagna e del Portogallo; ma restituitasi in Italia, fu dal governo della repubblica Cisalpina collocata nella cattedra di greca letteratura, pure in Bologna. Si concentrò quindi nella propria casa, tutta dedicandosi alle scienze, e non è forse erroneo il credere che dal soverchio faticare della mente sua, e da incessante e penosa giacitura nello scrivere, venissero abbreviati i suoi giorni, cosi preziosi alla sua famiglia, agli amici, alla patria, alle lettere ed all' Italia. Compiendo essa l' anno cinquantesimo della età sua, cessò di vivere, seco recando l'ammirazione e l'amore di tutti. Ebbe amici quanti ebbe conoscenti, che l'aureo di lei carattere tutti si rendeva amorevoli. Fu modesta anche nel colmo della letteraria sua gloria; e voce, e gesto, e favellare, ed il vestire pur anche, tutto ne annunciava l'animo schietto e leale. Corrisposero con lei letterariamente il padre Pagnini, la contessa Diodata Saluzzo, il padre Affò, ed il celebre grecista Villoison. Dall'Italia tutta fu riverita ed ammirata vivente; sicchè, scesa nella tomba, le pagò largo tributo di pianto ogni italiano spirito elevato e gentile. Un discorso necrologico in sua lode fu scritto dal celebre latinista Filippo Schiassi; ed un epitaffio, da lui composto a tramandare ai posteri la memoria di questa tanto celebre ellenista, fu posto sulla porta dell'aula magna della università di Bologna." Finito che ebbe di leggere la Elisina, la direttrice disse: "Questa valente donna porge loro esempio nobilissimo del come si può accoppiare il vero sapere coi lavori muliebri; e come il vero sapere dispregia per altro ogni vanità femminile. Hanno udito? Fu modesta anche nel colmo della letteraria sua gloria; e voce, e gesto, e favellare, ed, il vestire pur anche, tutto ne annunziava l'animo schietto e leale: il che viene a dire come la Tambroni non folleggiasse dietro alla moda nè alle altre vanità donnesche." "A proposito di mode,- interruppe la signora, Bettina, - il signor maestro due domeniche fa ci promise che ci avrebbe parlato del linguaggio della moda; e parecchie di noi ne stiamo in curiosità..." "Ho capito, - riprese il maestro. - Contentiamole. Io la domenica antipassata mostrai loro, a proposito della voce toelette, quanto fossero sciocchi gl'Italiani a prender tante voci o modi dalla lingua francese, senza veruna necessità; e penseranno forse che anch' oggi, voglia propor loro di sostituire voci italiane a tutti gl' infiniti nomi de' varj oggetti di moda. Eppure, vedono, è tutto il contrario. La Moda, considerata come industria, è fonte di larghissimi guadagni ad una nazione; e la Francia, che per tempo conobbe quanto di sostanza e di polpa ci fosse sotto queste apparenti bazzecole, con senno accortissimo si coronò regina della moda, e detta leggi da molto tempo a quasi tutta l' Europa. Quanto le fogge variano, tanto il guadagno è maggiore, e più ne prospera la nazione: il perchè non passa settimana che non ci sia qualche nuova foggia, o di abiti, o di cappelli, o di scialli, o di qualsiasi altro capo di vestiario; e ad ogni nuova foggia si dà, un nuovo nome; e questo nome va per tutta Europa: nè sarebbe opportuno il cambiarlo, quando anche il fosse possibile, perchè niuno lo accetterebbe, nè lo userebbe; nè sarebbe utile per niente, essendo tutta roba che nasce e muore con vicenda continua: nè per questa ragione medesima, c'è da temere che se ne insozzi la lingua. E chi gli mette questi nomi? - Chi lo sa? Forse si chiamano col nome dell' inventore: forse sarà il capriccio d'una crestaina: e forse anche qualche cervello balzano immaginerà per celia il più strano vocabolaccio, per levarsi il gusto di farlo pronunciare da migliaja e migliaja di bocche per le varie nazioni amiche e nemiche. E questa servitù bisogna comportarla, come quella che è necessaria; nè fa vergogna come l'altra servitù volontaria dell'usar voci e modi francesi quando gli abbiamo più belli e più efficaci nella lingua nostra. Potrebbe l'Italia tornar quando chessia padrona di sè stessa; e liberandosi della servitù politica, potrebbe anche liberarsi da questa moda; ma chi sa,.."Le parole del maestro si vede facilmente dove andavano a parare. Ora l' Italia è libera: è studiosissima di promuovere ogni industria. O che sarebbe cosa impossibile il potere, se non tòrre di mano alla Francia lo scettro della moda, il farsene regina essa in casa sua, immaginando fogge e nomi a suo talento, ogni cosa italiano? Ci sia una, o due, o tre signore, che promuovano la impresa; chiamino in soccorso ed artisti e letterati: facciano il loro giornal delle mode italiane, col figurino italiano, con linguaggio italiano; e non, come già. si è cominciato a fare, copiando goffamente i Francesi. Si metta a profitto tutto ciò che ci offrono le belle tradizioni nostre, le nostre arti, le nostre industrie; e volendo per davvero, si potrà subito liberare la Italia dal gravissimo tributo che paga per questo capo alla Francia, e col tempo potrà per avventura riceverne da altre nazioni. In potenza ci è tutto qua da noi: resta che ci sia una tenace volontà da recarlo in atto. La direttrice, sapendo di che ardenti spiriti fosse il maestro, e dubitando che gli uscisse di bocca qualche cosa da poter avere de' dispiaceri per parte della polizia, o da esser poco opportuno il dirle alle signorine, gli tagliò le parole; e bel bello uscendo da quell' argomento, entrò in altre cose, finchè venne il tempo di andarsene.

Pagina 263

Cerca

Modifica ricerca