Nel Cambrico invece compaiono numerose forme provviste di gusci, di scheletri esterni o interni, che hanno consentito la vita sulla superficie del fondo marino e al di sopra, e hanno dato luogo alla formazione di abbondanti resti fossili.
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Nell’Eocene questi animali furono anche più abbondanti degli Artiodattili; ma poi si ridussero gradualmente e vennero sostituiti da questi ultimi. Oggi sono ridotti a poche specie.
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Nell’insieme, i documenti fossili relativi all’evoluzione degli Ominidi non sono molto abbondanti. Per taluni gruppi di Mammiferi, come per esempio gli Equidi e alcuni carnivori, possediamo documentazione più ampia. Tuttavia le importanti scoperte che sono state fatte in questi ultimi anni hanno recato alcuni lumi, e fanno sperare che le indagini future possano completare la documentazione e consentano di tracciare una più completa serie genealogica. Con l’aiuto dei metodi di cui oggi disponiamo per la datazione cronologica delle vestigia del passato, v’è ragione di sperare che nel prossimo futuro si possa completare l’archivio storico dell’umanità, in modo da renderlo meno lacunoso.
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Ai piedi della Basilica del Sacré-Coeur, nel sottostante giardino, esiste un’iscrizione che ricorda il luogo dove si apriva la cava in cui egli raccolse abbondanti materiali. Ottenne così una grande quantità di ossa, sulle quali cominciò un arduo lavoro. Scarse erano allora le conoscenze paleontologiche. Gli antichi avevano conosciuto alcuni fossili, che spiegavano come scherzi di natura. Qualche mente illuminata, come quella di Leonardo, ne aveva intuito la vera natura di resti di animali vissuti in tempi antichissimi, ma al tempo del Cuvier non si era ancora raggiunto l’accordo su questa interpretazione. Non molti anni prima il Voltaire, che curiosava in tutti i campi dello scibile, aveva emesso, tra il serio e il faceto, l’ipotesi che le conchiglie fossili che si trovano in certi terreni presso le Alpi fossero quelle che i romei in pellegrinaggio verso Roma solevano cucire sul saio, che s’erano staccate ed erano rimaste interrate. Insomma la paleontologia doveva ancora nascere, e fu il Cuvier a fondarla. Il lavoro si presentava
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Raccogliere fossili divenne di moda, come una cinquantina di anni prima era di moda erborizzare, e, perciò, i materiali affluirono sempre più abbondanti nel laboratorio del Cuvier.
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