Tutto ciò appartiene alla direzione dei superiori immediati, sotto la vigilanza illuminata dei Vescovi, che nei casi particolari vedono e giudicano dove può essere eccesso, dove pericolo, dove abbondante frutto di educazione sacerdotale.
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Invece non si può ristabilire, comele migliori correnti della filosofia e della cultura tendono oggi a fare, la supremazia dello spirito, non si può ricondurre tutte queste cose esteriori che attraggono ed empiono di sé l'animo empirico e superficiale a riacquistare il loro essere vero e valore nello spirito che se ne giova ai suoi fini, non rifare al paese un animo virile, una coscienza netta dei fini da raggiungere e una volontà eroica senza rimettere in onore la religione; la quale è la consapevolezza, che lo spirito acquista, del suo posto nell'universo, del fluire di tutto ciò che è labile e relativo per delle occulte ragioni assolute di una finalità immanente al corso degli esseri e dell'essere nel senso della quale debbono disporsi le finalità individuali, perché nell'individuo l'essere stesso fluisca più abbondante e più rapido; infine, della possibilità, per lo spirito stesso, di farsi in sé medesimo una sua interna vita di pensiero e di bontà la quale faccia della vita individuale una possente energia benefica e dell'insieme degli individui un grande fascio di energie cospiranti verso i supremi ideali comuni. Se questo è, la religione ha quindi un posto centrale, nella vita della coscienza; come la posizione, in questa, di una visione generale della vita e dell'essere, di una norma che risulta da questa finalità, che, essendo universale e immanente, apparisca all'uomo come superiore al suo volere, e quindi come doverosa; come tendenza e sforzo continuo a possedere, secondo la magnifica frase del vangelo, l'animapropria, e ad affinare molte anime, per le grandi opere di solidarietà e di unità nazionale.
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