Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

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  • Pagina 1 di 1

Mitchell, Margaret

221111
Via col vento 6 occorrenze
  • 1939
  • A. Mondadori
  • Milano
  • Paraletteratura - Romanzi
  • UNICT
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La rotondetta miss Pittypat saltellava agitata sui piedi piccolini, con una mano sul petto abbondante a frenare il cuore che le batteva forte. Rossella vide Melania che le stava accanto e, con un senso di antipatia si rese conto che essersi rifugiata nel balsamo di Atlanta significava vedere questa personcina vestita a lutto, coi suoi ribelli riccioli neri tirati e lisciati con dignità di donna sposata, che le rivolgeva un gentile sorriso di gioia e di benvenuto sul visino triangolare.

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. - Ci ha insultati tutti ed ha insultato anche la Confederazione - continuò la signora Merriwether, e il suo seno abbondante ansimava violentemente sotto la lucente guarnizione di passamanteria del suo corpetto. - Dire che combattiamo per il denaro! Che i nostri capi ci hanno mentito! Bisognerebbe metterlo in prigione. Sí; ne parlerò col dottor Meade. Se fosse vivo il signor Merriwether gliela farebbe scontare! Ora, Pitty Hamilton, state a sentire. Non dovete piú permettere che quel mascalzone venga in casa vostra! - Oh! - fece Pitty smarrita e guardando, quasi a chiedere il loro soccorso, le due ragazze che tenevano gli occhi bassi; e poi il dorso eretto dello zio Pietro. Sapeva che egli ascoltava tutto quanto si diceva e sperava che si voltasse a prender parte alla conversazione, come faceva di frequente. Ma quegli non si mosse. Pitty sapeva che il vecchio negro non aveva alcuna simpatia per Butler. Quindi sospirò e mormorò: - Mah... Se credete, Dolly... - Credo - rispose con fermezza la signora Merriwether. - Intanto non so che idea abbiate avuto fin dal principio di riceverlo. Ma dopo il pomeriggio di oggi non vi sarà in tutta la città una casa onorevole che voglia accoglierlo. Abbiate un po' di abilità e proibitegli di venire in casa vostra. Volse alle ragazze un'occhiata penetrante. - Spero che voi due farete tesoro delle mie parole - continuò - perché in parte è colpa vostra. Siete state troppo gentili con lui. Ora dovete dirgli cortesemente, ma decisamente che la sua presenza e i suoi discorsi antipatriottici sono per voi ugualmente spiacevoli. Rossella si stava agitando internamente, pronta a reagire come un cavallo che sente la propria briglia toccata da un estraneo. Ma non osò parlare per timore che la signora Merriwether scrivesse un'altra lettera a suo padre. «Vecchia bufala!» pensò rossa d'ira repressa. «Che gioia sarebbe poterti dire quello che penso di te e del tuo modo di fare!» - Non avrei mai creduto di udire simili parole contro la nostra Causa - proseguí la signora Merriwether. - E se dovessi credere che voialtre due parlerete ancora con lui... per l'amor di Dio, Melly, che hai? Melania era pallida e aveva gli occhi sbarrati. - Continuerò a parlargli - disse a bassa voce. - Non sarò scortese con lui. Non gli proibirò di venire in casa. La signora Merriwether sembrò soffocare; zia Pitty spalancò la bocca e zio Pietro si voltò a guardare. «Perché non ho avuto io il coraggio di dir questo?» pensò Rossella con un senso di gelosia mista ad ammirazione. «Come fa questo piccolo coniglio ad avere il coraggio di ergersi contro la vecchia Merriwether?» Le mani di Melania tremavano, ma ella continuò in fretta come se avesse paura che l'ardire le venisse meno. - Non sarò scortese con lui a causa di ciò che ha detto, perché... ha avuto torto a dirlo forte... è stato sconsigliato... ma... è la stessa cosa che pensa Ashley. Ed io non posso vietare la mia casa a un uomo che la pensa come mio marito. Sarebbe un'ingiustizia. La signora Merriwether aveva ripreso fiato ed esplose. - Melly Hamilton! Non ho mai udito una simile menzogna! Nessuno dei Wilkes è mai stato un codardo... - Non ho detto che Ashley è un codardo - e gli occhi di Melania cominciarono a fiammeggiare. - Ho detto che egli pensa le stesse cose che pensa il capitano Butler, soltanto le esprime con parole diverse. E non va in giro a dirle nelle riunioni, spero. Ma a me lo ha scritto. La coscienza di Rossella si scosse mentre ella cercava di ricordare che cosa aveva scritto Ashley; ma la maggior parte di ciò che aveva letto le era uscito di mente. Quindi credette che Melania avesse smarrito il cervello. - Ashley mi ha scritto che non dovremmo combattere contro gli yankees e che siamo stati ingannati dagli uomini di Stato che ci hanno raccontato una quantità di bubbole - continuò Melly rapidamente. - E ha detto che nulla al mondo vale il danno che ci produrrà questa guerra. «Ah!» pensò Rossella. «È quella la lettera...!» - Non ci credo - replicò la signora Merriwether. - Tu hai frainteso le sue parole. - Io capisco perfettamente Ashley - ribatté Melania tranquilla, benché le sue labbra tremassero. - Egli intende esattamente dire quello che dice il capitano Butler, ma detto in altro modo. - Dovresti vergognarti di paragonare un uomo come Ashley Wilkes a un farabutto come il capitano Butler! Forse anche tu pensi che la Causa non valga nulla! - Io... non so che cosa penso - cominciò Melania incerta, mentre il suo ardore l'abbandonava e una specie di panico s'impadroniva di lei. - Morirei per la Causa... ed anche Ashley. Ma... voglio dire... che questi pensieri vanno lasciati agli uomini. - Non ho mai sentito una cosa simile! Fermo, zio Pietro, siamo a casa mia! Zio Pietro occupato ad ascoltare la conversazione, stava oltrepassando la casa dei Merriwether. La signora Merriwether discese, coi nastri della sua cuffia che si agitavano come vele al vento. - Te ne pentirai - disse. Zio Pietro frustò il cavallo. - Tu, signorina, vergognarti di mettere Miss Pitty in questo stato, - sgridò. - Non sono affatto agitata - rispose Pitty con stupore di tutti, perché generalmente sveniva per molto meno di questo. - Melly, tesoro, so che hai voluto difendermi, e sono stata veramente contenta di vedere che qualcuno ha umiliato Dolly. Come ha avuto tanto coraggio? Ma credi di aver fatto bene a dire ciò cli Ashley? - Ma è vero! - esclamò Melly e cominciò a piangere piano. - E non mi vergogno di dire che egli la pensa cosí. Egli crede che la guerra sia un errore, ma è pronto a combattere e a morire, e per questo occorre assai piú coraggio di quando si combatte per qualche cosa che si crede giusto. - Zitta, Miss Melly, non piangere in Strada di Albero di Pesco - borbottò zio Pietro affrettando il passo del cavallo. - Gente subito pronta a fare chiacchiere. Aspettare di essere a casa. Rossella non parlò. Non strinse neanche la mano che Melania aveva messo nella sua per cercare conforto. Ella aveva letto le lettere di Ashley per un solo scopo; per assicurarsi che egli l'amava ancora. Ora Melania aveva dato un nuovo significato a certi punti delle lettere che Rossella aveva appena scorso. La urtava il pensare che qualcuno cosí perfetto come Ashley, potesse avere dei pensieri in comune con un reprobo come Rhett Butler. Disse fra sé: «entrambi vedono la verità in questa guerra; ma Ashley è pronto a morire e Rhett no. Mi pare che questo dimostri il buon senso di Rhett». Si fermò un attimo, colpita dall'orrore di avere avuto un simile pensiero sul conto di Ashley. «Entrambi vedono la stessa spiacevole verità; ma Rhett ama guardarla in faccia e irritare il pubblico parlandone; mentre Ashley non può sopportarne la vista.» E questo la stupiva molto.

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Dopo d'allora, Melania notò che il pasto era piú abbondante quando vi erano ospiti, quantunque Rossella contasse a questi ogni boccone che mettevano in bocca. Quando i soldati erano troppo sofferenti per proseguire, Rossella li faceva coricare senza troppa buonagrazia. Eran bocche di piú da nutrire; e poi qualcuno doveva accudire a loro, ed era un aiuto di meno per la costruzione delle palizzate, per zappare, arare, sarchiare. Un giorno un soldato portò, collocato di traverso sulla sella, un ragazzo biondo, sul cui volto nasceva appena una leggera pelurie, che aveva trovato svenuto a poca distanza da Tara; probabilmente uno dei giovinetti delle scuole militari. Morí senza riprendere conoscenza; e forse in qualche parte del Sud, una donna era in attesa e si chiedeva perché il suo figliuolo non giungeva ancora a casa; nella stessa maniera in cui lei e Melania guardavano col cuore pieno di speranza ogni figura che s'incamminava lungo il viale dei cedri. Seppellirono il giovinetto nel piccolo cimitero di famiglia, accanto ai tre bimbi O'Hara; e Melania pianse, pensando che forse qualcuno rendeva quest'ultimo estremo servigio al corpo di Ashley. Un altro soldato lottò lunghi giorni contro una terribile polmonite. Ma poiché era abbastanza robusto, le cure ebbero ragione del male, e un giorno i suoi occhi chiari si fissarono non piú offuscati dal delirio su Carolene che era seduta accanto a lui recitando il rosario. - Dunque non eravate un sogno - mormorò con voce afona. - Spero di non avervi dato troppo disturbo, signora. La sua convalescenza fu lunga ed egli trascorse ore interminabili sdraiato accanto alla finestra, a contemplare l'albero di magnolia e dando ben poca noia. Carolene aveva simpatia per lui, a causa dei suoi silenzi tranquilli e privi d'imbarazzo. Ella gli rimaneva seduta accanto durante gli ardenti pomeriggi, facendogli vento senza parlare. Era molto taciturna, Carolene, e passava lunghe ore a pregare. Quando Rossella entrava in camera sua senza picchiare, la trovava sempre inginocchiata accanto al letto; cosa che la urtava, perché a lei sembrava che il tempo di pregare fosse passato. La religione era sempre una faccenda un po' commerciale, per Rossella: se Dio aveva ritenuto di doverli punire in quel modo, voleva dire che non sapeva che farsene delle loro preghiere. Ella Gli prometteva di essere buona in cambio dei favori che Gli chiedeva; e se Egli non stava ai patti, a lei sembrava di non doverGli piú nulla. E quando trovava Carolene a pregare mentre lei aveva lavorato tutto il giorno, sentiva che sua sorella schivava la sua parte di fatica. Questo diceva a Will Benteen, il convalescente, un pomeriggio in cui egli aveva potuto finalmente alzarsi; e fu stupita di udirgli dire con la sua voce piana: - Lasciatela fare, miss Rossella. È un conforto per lei. - Un conforto? - Sí; prega per vostra madre e per lui. - Chi «lui»? Gli occhi azzurri del convalescente la fissarono senza stupore. Nulla lo sorprendeva; e che Rossella ignorasse ciò che era nel cuore di sua sorella non gli sembrò strano. Altrettanto naturale gli parve il fatto che Carolene si fosse sfogata con lui, un estraneo. - Il suo corteggiatore, quel ragazzo Brent o un nome simile che fu ucciso a Gettysburg. - Suo corteggiatore? - fece Rossella brevemente. - Neppur per sogno. Brent e suo fratello facevano la corte a me. - Sí, me lo ha detto. Pare che la maggior parte dei giovani della Contea vi corteggiassero. Ma quando voi andaste via, Brent si occupò di lei; e l'ultima volta che venne in licenza si fidanzarono. Dice che non si è mai curata di nessun altro giovine; perciò pregare per lui le dà un po' di conforto. - Oh, storie! - esclamò Rossella; ma sentí nel cuore una piccola punta di gelosia. Guardò curiosamente quell'uomo con le spalle ossute, i capelli rossicci e gli occhi chiari e fermi. Egli sapeva sulla sua famiglia cose che lei non si era presa il disturbo di indagare. Dunque era per questo che Carolene continuava a pregare? Beh, le passerebbe. Tante ragazze avevano perduto l'innamorato, e tante il marito... E lei non aveva forse superato il dolore della morte di Carlo? E conosceva una ragazza di Atlanta che era già vedova per la terza volta, a causa della guerra, eppure era ancora capace di occuparsi degli uomini. Ne disse tante e tante; ma Will crollò la testa. - Miss Carolene non è cosí - disse finalmente. Era piacevole parlare con Will perché egli diceva poche parole ma era un ottimo ascoltatore. Rossella gli esponeva i suoi problemi sull'aratura, sulla semina e sulla sarchiatura; sull'ingrasso dei maiali e l'alimentazione della mucca; ed egli dava buoni consigli perché era stato proprietario di una piccola fattoria nella Georgia meridionale e di due negri. Sapeva che oramai i suoi schiavi erano liberi e il terreno pieno di gramigna e di ortiche. Sua sorella, la sua unica parente, se ne era andata nel Texas con suo marito diversi anni prima ed egli era solo al mondo. Eppure nessuna di queste cose lo turbava, come non lo turbava l'aver lasciato una gamba nella Virginia. Sí, Will era un conforto per Rossella nelle giornate piú penose, quando i negri brontolavano, Súsele si lamentava e piangeva, e Geraldo chiedeva troppo spesso dov'era Elena. A Will poteva dire tutto. Gli raccontò perfino che aveva ucciso lo yankee e fu molto orgogliosa del suo breve commento: - Ben fatto! Tutta la famiglia finiva con l'andare in camera di Will a sfogare i propri malumori: perfino Mammy, che da principio era rimasta a distanza perché non le sembrava abbastanza signore, avendo posseduto soltanto due schiavi. Quando poté cominciare a girare per la casa, Will si diede da fare a intrecciare cestini e ad aggiustare i mobili rovinati dagli yankees. Sapeva intagliare il legno, e Wade era sempre con lui, perché Will gli fabbricava dei giocattoli, i soli che il piccino avesse mai posseduto. La presenza di Will permetteva a ciascuno di recarsi tranquillamente al proprio lavoro, lasciandogli in custodia Wade e i due bimbi in fasce; soltanto Melly lo superava nel calmare un bimbo piangente bianco o negro che fosse. - Siete stata molto buona con me, Miss Rossella - le disse un giorno; - per me che sono completamente estraneo. Vi ho dato molto disturbo; e se non vi dispiace, rimarrò qui a lavorare per voi, finché vi avrò compensata, almeno in parte, di ciò che avete fatto per me. Non potrò mai pagarvi completamente, perché non si può ripagare chi ci ha ridato la vita. Quindi egli rimase; e a poco a poco, quasi inavvertitamente, gran parte del peso rappresentato da Tara scivolò dalle spalle di Rossella su quelle ossute di Will Benteen.

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Ma per la prima volta il negozio le sembrò insulso; e, benché gli affari fossero il triplo dell'anno prima e il denaro fosse abbondante, non riuscí ad interessarsene e fu aspra e sgarbata coi commessi. Lo stabilimento diretto da Johnnie Gallegher prosperava e il legname si vendeva con facilità; ma nulla di ciò che Johnnie le diceva le fece piacere. Johnnie, irlandese come lei, finí con l'irritarsi della sua indifferenza ed ebbe un'esplosione di rabbia; minacciò di licenziarsi e terminò col dirle: «La maledizione di Cromwell sarà sopra di voi!» Per calmarlo, Rossella fu costretta a fargli delle scuse. Non andò mai allo stabilimento di Ashley. Né all'ufficio quando sapeva che egli vi si trovava. Sapeva che egli l'evitava e sapeva che la costante presenza di lei in casa sua - dovuta alle insistenze di Melania - era per lui un tormento. Non si parlavano mai da soli, ed ella era disperata perché avrebbe almeno voluto sapere se egli l'odiava adesso; e conoscere esattamente che cosa aveva detto a Melania. Ma Ashley la teneva a distanza e col suo silenzio la pregava di non parlare. La vista della sua faccia invecchiata, sparuta, piena di rimorsi, le pesava sulla coscienza; e il fatto che il suo stabilimento perdesse denaro continuamente, le cagionava un soprappiú di irritazione che non riusciva a vincere. L'incapacità di Ashley di fronte alla situazione l'addolorava. Ignorava che cosa egli avrebbe dovuto fare per migliorare le cose; ma sentiva che doveva fare qualche cosa. Rhett avrebbe agito. Rhett agiva sempre, anche a torto, ed ella lo rispettava involontariamente per questo. Ora che l'impeto di collera per gli insulti di Rhett s'era placato, Rossella cominciò a sentire la mancanza di suo marito; e ne sofferse sempre piú a misura che i giorni passavano senza alcuna notizia di lui. Dall'ondata di collera, di delirio, di crepacuore, di orgoglio offeso in cui egli l'aveva lasciata, emergeva ora una depressione che gravava sulle sue spalle come una carogna putrefatta. Le mancava la sua presenza, le mancava la vivezza con la quale egli narrava aneddoti che la facevano ridere di cuore, il suo sogghigno sardonico che riduceva ogni guaio alle sue giuste proporzioni; le mancavano perfino gli scherni che suscitavano le sue risposte irate. Piú di tutto le mancava di averlo come ascoltatore. In questo, Rhett le dava veramente ogni soddisfazione. Ella poteva narrargli senza vergogna e con orgoglio come era riuscita a strappare dei quattrini alla gente, sicura di essere approvata. Mentre se parlava di queste cose ad altri, li scandalizzava. Si sentiva sola senza lui e senza Diletta. La bimba le mancava piú di quanto avrebbe creduto possibile. Ricordando le ultime dure parole che Rhett le aveva gridato a proposito di Wade e di Ella, cercò di riempire le sue ore con essi. Ma fu inutile. Le parole di Rhett e le reazioni dei bambini le rivelarono un'amara e stupefacente verità. Durante la prima infanzia di quei suoi figliuoli ella era stata troppo occupata a guadagnar denaro, troppo facile ad essere aspra e irritata per poter conquistare la loro confidenza e la loro affezione. Ed ora era troppo tardi; o forse, Rossella non aveva la pazienza e la saggezza occorrenti per penetrare nei loro cuoricini. Ella! Constatare che Ella era una bimba stupida irritava Rossella; ma la verità era indiscutibile. Non era possibile trattenere la sua attenzione su un oggetto di quanto si possa trattenere un uccellino su una frasca; e anche quando Rossella tentava di narrarle delle storie, Ella interrompeva con delle domande che non c'entravano per nulla e dimenticava ciò che aveva chiesto, molto prima che Rossella le avesse risposto esaurientemente. Quanto a Wade... forse Rhett aveva ragione. Forse aveva paura di lei. Era una cosa strana e che la offendeva. Perché il suo bimbo avrebbe dovuto temerla? Quando cercava di farlo discorrere, egli la fissava coi dolci occhi bruni di Carlo, e si contorceva strisciando i piedi imbarazzato. Con Melania, invece, chiacchierava senza fatica e tirava di tasca ogni sorta di cose per mostrargliele: vermiciattoli per pescare o pezzetti di spago. Melania sapeva trattare i bambini; inutile negarlo. Il suo piccolo Beau era il bimbo meglio educato e piú simpatico di Atlanta. Rossella andava d'accordo con lui piú che col proprio figlio, perché Beau non considerava ancora la differenza fra se stesso e i grandi, e si arrampicava sulle sue ginocchia, senza essere invitato, dovunque la vedesse. Era un bel bimbo biondo; proprio come Ashley! Se Wade gli avesse assomigliato... D'altronde, se Melania poteva perdere tanto tempo con lui, era perché aveva un bimbo solo e non doveva lavorare e affannarsi come Rossella. Rossella, almeno, cercava di scusarsi in questo modo; ma onestamente era costretta ad ammettere che Melania amava i bambini e sarebbe stata ben lieta di averne una dozzina. E la sovrabbondanza di tenerezza del suo cuore veniva riversata su Wade e sui figliuoletti dei vicini. Rossella non poté mai dimenticare l'impressione che provò il giorno in cui, recatasi a casa di Melania per riprendere il bambino, udí nel giungere la voce di suo figlio - che a casa era sempre silenzioso come un topolino - squillare in un'ottima imitazione del grido dei Ribelli. E a far coro con lui era la vocetta acuta di Beau. Entrando in salotto, aveva trovato i due bimbi che assaltavano il divano con le loro sciabole di legno. Nel vederla entrare si erano ritratti sgomenti, e Melania si era alzata, ridendo e ravviandosi i capelli, da dietro al divano dov'era nascosta. - Questo è Gettysburg - aveva spiegato. - Io rappresento gli yankees e naturalmente ho avuto la peggio. Questo è il generale Lee - e indicò Beau - e quest'altro è il generale Pickett - e pose un braccio attorno alle spalle di Wade. Sí; Melania aveva un modo di fare coi bambini che Rossella non riusciva a comprendere. «Meno male» pensò «che Diletta mi vuol bene ei giuoca volentieri con me.» Ma anche qui, doveva riconoscere che la bimba preferiva Rhett a lei. E, chi sa? forse non la vedrebbe mai piú. Rhett era Dio sa dove e poteva restare lontano per sempre. Quando il dottor Meade le disse che era incinta, ella rimase stupita, perché si era aspettata una diagnosi di malattia di fegato o di esaurimento nervoso. Quindi la sua mente tornò a quella tale notte; e a quel ricordo si sentí arrossire. Dunque da quei momenti di estasi veniva un bambino... anche se il ricordo dell'estasi era oscurato da ciò che era seguito. E per la prima volta fu contenta di essere incinta. Se fosse un maschio! Un bel maschietto, non una creatura senza spirito come Wade. Come gli vorrebbe bene! Ora che aveva il tempo di dedicarsi a un piccino; e del denaro per fargli bella la vita, come sarebbe felice! Ebbe l'impulso di scrivere a Rhett per dirglielo, dirigendo la lettera presso sua madre a Charleston. Bisognava che tornasse a casa! Dio mio, se fosse rimasto lontano fin dopo la nascita del bambino! Non potrebbe mai spiegargliele! Ma se gli scriveva, egli supporrebbe che lei desiderava averlo a casa e si divertirebbe di questo. No, non doveva pensare che lei avesse desiderio o bisogno di lui. Fu lieta di aver dominato il suo impulso quando una lettera di zia Paolina da Charleston portò la notizia che Rhett si trovava colà. Che sollievo saperlo ancora negli Stati Uniti, benché la lettera di zia Paolina fosse di quelle che dànno ai nervi! Rhett aveva condotto Diletta a far visita a lei e a zia Eulalia e la lettera era piena di elogi. «Che graziosa creatura! Crescendo, diventerà certamente una bellezza. Ma senza dubbio, chiunque vorrà corteggiarla avrà da fare i conti col capitano Butler, perché non ho mai visto un padre piú affezionato. Ora ti farò una confessione, cara nipote. Prima di conoscere il capitano Butler ero convinta che questo tuo matrimonio fosse una vera "mésalliance", perché a Charleston nessuno ha mai parlato bene di lui e si è sempre avuto compassione per la sua famiglia. Eulalia ed io eravamo incerte se si dovesse riceverlo o no; ma dopo tutto, la cara piccina è nostra pronipote. Quando è venuto, siamo state piacevolmente sorprese, e abbiamo pensato che non bisogna mai dar retta alle chiacchiere, dando prova di poco spirito cristiano. È un uomo simpaticissimo. Ed è anche bello; e molto serio e cortese. E vuol tanto bene a te e alla piccina. «Debbo ora dirti, mia cara, una cosa che è giunta al nostro orecchio; una cosa che Eulalia ed io ci rifiutavamo a credere. Avevamo sentito dire che tu qualche volta ti occupavi della bottega che ti ha lasciata il signor Kennedy. Nei primi terribili tempi del dopoguerra, forse ciò era necessario, date le condizioni in cui tutti ci trovavamo. Ma ora non vi è piú alcun bisogno che tu faccia nulla di simile, visto che il capitano Butler è in ottime condizioni finanziarie e per di piú è capacissimo di dirigere ottimamente anche i tuoi affari. Per sapere la verità abbiamo dovuto interrogare tuo marito. Egli ci ha risposto con riluttanza che tu passi le tue mattinate al negozio e non permetti a nessuno di tenere la contabilità. Ha anche ammesso che tu hai non so che interesse in uno stabilimento - o piú d'uno - che richiedeva la tua presenza; e che tu ti rechi in quel luogo sola o accompagnata da un individuo che il capitano assicura essere un assassino. Abbiamo capito che questo lo addolorava; e abbiamo pensato che è un marito indulgente; troppo indulgente. È una cosa che deve finire, Rossella. Tua madre non è qui per ordinartelo, e debbo farlo io in sua vece. Pensa ai tuoi bambini quando saranno grandi e sapranno che tu hai fatto la commerciante! Che mortificazione per loro sapere che sei stata esposta agli insulti di uomini rozzi e ai pericoli di pettegolezzi da parte del personale degli stabilimenti! Un'occupazione cosí poco femminile...» Rossella gettò la lettera senza finire di leggerla, con un'imprecazione. Le pareva di vedere le sue zie erette a giudici del suo operato nella loro casetta alla Batteria, dove sarebbero morte di fame se ella non avesse mandato loro mensilmente qualche cosa. Poco femminile? Perdio, se lei non fosse stata cosí, probabilmente le care zie non avrebbero un tetto per ricoverarsi, in quel momento! E quel mascalzone di Rhett che era andato a raccontare del negozio e degli stabilimenti! Con riluttanza? Certo era stato ben felice di rappresentare dinanzi alle vecchie signore la parte del bravo marito e padre, serio e cortese. Come doveva essersi divertito! Era un vero demonio. Perché quelle cattiverie gli davano tanto piacere? Ma poco dopo la sua ira era passata dando luogo all'apatia. La vita aveva perduto molto del suo sapore in quegli ultimi tempi... Se almeno potesse ritrovare l'ardore e l'emozione che le dava Ashley... se Rhett tornasse a casa e la facesse nuovamente ridere!

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