Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

Risultati per: abbominevoli

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Sull'Oceano

171683
De Amicis, Edmondo 1 occorrenze
  • 1890
  • Fratelli Treves, Editori
  • Milano
  • Paraletteratura - Divulgazione
  • UNICT
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Ma quel giorno la sua cameriera, incaricata di spiare, avea sentito tutto: quella serpe in gonnella la diceva affetta d'incipiente delirium tremens, e faceva delle descrizioni abbominevoli del suo camerino, - dove era pur stata varie volte a succhiarle il maraschino di Zara, - una veri cantina di liquorista, con le bottiglie fin sotto il cuscino del letto, dei bicchierini sporchi in tutti gli angoli, e una collezione completa di acque minerali, di polveri e di pasticche, per riparare la mattina agli sconcerti gastrici prodotti dalle bevute del giorno. Ma oramai diceva che non v'era più riparo possibile, perchè il male era troppo avanzato, e citava un giudizio desolante del medico, raccomandando ai signori di non passarle vicino col sigaro acceso. Intesa questa relazione, in un momento appunto che aveva i lumi alla testa, la grossa signora non aveva fatto altro che correre difilata verso il camerino della buona amica, e incontratala a mezzo del corridoio, in presenza di parecchi, gliene aveva dette, a voce spiccata, tre - non più di tre - ma con l'accento e lo sguardo della sua professione, e di quelle che può ispirare soltanto la Chartreuse stagionata, quella vera autentica dei Frati benemeriti, quando e bevuta in dose conveniente. L'altra, con una faccia imperterrita, gliene aveva risposto una sola, trisillabica, ma che valeva quelle, tre messe in mazzo. E allora... le cameriere erano accorse, e le contendenti, convulse, erano rientrate ternpestando ciascuna nel proprio camerino, dove erano svenute, mezz'ora dopo. Ma, dicendo questo, l'agente pensava ad altro, e pareva che stesse osservando una corrispondenza di sguardi fra due persone lontane della tavola. E infatti, dopo qualche minuto, gli intesi modulare a bassa voce il lungo grido di Amleto davanti al teatrino della reggia: - Oooooo profetica anima mia! - E subito mi afferrò per il braccio e mi confidò orecchio la sua maravigliosa scoperta. - Guardi dunque, senza farsi scorgere, - mi disse poi. Ed io guardai, e non tardai ad accertarmi del fatto. Ogni due o tre minuti i begli occhi azzurri e vuoti della signora bionda si fissavano per qualche momento sul comandante, e sul largo faccione rosso e burbero di costui balenava un lampo, un impercettibile sorriso mezzo nascosto dalle sopracciglia aggrottate e dai baffi ispidi, somigliante a un piccolissimo tratto azzurro apparente per lo squarcio d'un cielo nuvoloso, e subito ricoperto; ma gli occhi azzurri rifissandolo, lo squarcio si riapriva e azzurro si rimostrava; e non c'era il menomo dubbio: il gioco gentile si ripeteva regolarmente, c'era una intesa fra il capetto biondo e il testone rosso, la sirena, aveva cantato, l'orso polare aveva dato ascolto, il Galileo s'era arreso. - Ah! ora capisco, - diceva agente, piccato, - perchè la scena è andata in fumo! Ah! Porcaie a bordo no ne vêûggio! pezzo d'un tartufo marino! Questo è troppo! - Ma in fondo era soddisfatto di essersi liberato dall'incubo di quel mistero, e quando salimmo sul cassero, si fregò le mani, dicendo: - E uno! Non resta più che a scoprire il fortunato a cui la signorina dedicherà il suo prossimo colpo di forbici... se le rimane ancora qualche cosa da tagliare. -

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