Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbisognano

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Una famiglia di topi

205097
Contessa Lara 1 occorrenze
  • 1903
  • R. Bemporad &Figlio
  • Firenze
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
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Quell' obbligarle poi a stare in una gabbia o in una paniera le avrebbe fatto l' effetto d' aver imprigionato crudelmente dei poveri esseri, che per loro natura abbisognano d' aria e di libertà. Stabilì, dunque, che que' topini potessero girare per la casa a loro agio, purchè, se avessero fatto qualche guaio, fossero puniti con una tiratina d' orecchi: erano anch' essi bambini, nella loro specie, e i bambini, si sa, vanno educati: altrimenti farebbero un monte di male a sè medesimi e agli altri. Cosicchè i figliuoli di Ragù e della Caciotta, contenti come pasque, presero a scorazzare per tutto; ma segnatamente per due stanze che a loro dovevano sembrar delle piazze immense: il salotto da lavoro della contessa e lo studio de' ragazzi, ch' erano attigui, e nè anche divisi da un uscio, ma solo da una tenda orientale. Fu allora, che il diverso carattere dei cinque sorcetti ebbe modo di svilupparsi e manifestarsi. Dodò, uno de' maschi dal cappuccio nero e tutto il resto del corpo affatto bianco, scelse subito per suo domicilio una scansìa nella grande biblioteca della contessa Sernici. - È un topo di biblioteca! - osservò ridendo la signora; e spiegò a' suoi ragazzi che si sogliono chiamare topi di biblioteca quegli uomini studiosi i quali passano la vita fra i libri. Soggiunse poi, rivolta all' animaluccio: - Bada bene, Dodò, di non farmi dei guasti! Se hai voglia di rosicchiare, ti metto qui de' giornali vecchi; ma rispetta i libri, sai, bada bene! Dodò ascoltava, attento, battendo i dentini dalla gioia d'esser lasciato in quel luogo. Ci eran le file di libri assai belli e ben rilegati in marrocchino, in bulgaro,

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Il giovinetto campagnuolo I - Morale e igiene

215521
Garelli, Felice 1 occorrenze
  • 1880
  • F. Casanova
  • Torino
  • paraletteratura-ragazzi
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Gli animali abbisognano di esercizio, di moto, e di riposo, come l'uomo. Tenuti continuamente alla stalla diventano fiacchi, pigri, e deperiscono. La dimora alla stalla, o stabulazione, deve quindi alternarsi col movimento all'aria libera. Ciò è specialmente necessario agli animali giovani. L'esercizio dei muscoli ne favorisce il crescimento, e fortifica la salute. Un vitello, appena è messo in libertà, salta e corre all'impazzata, come fai tu quando esci dalla scuola. Le vacche lattaie trovano anch'esse giovamento nell'uscita giornaliera. Vedi come guadagnano di robustezza e di vigore le vacche, e i vitelli, che d'estate si mandano ai pascoli alpini. Non è il solo nutrimento, più sostanzioso ed aromatico, che loro fa bene; ma l'aria pura che respirano, e la libertà di muoversi come e quanto loro piace. Le giovenche aspettano con impazienza l'ora di avviarsi all'alpe. Ai primi apparecchi son tutte in attenzione, e col muso alto fiutano il vento. Quando poi si attacca a una d'esse la campanella, indizio di prossima partenza, è un caracollare, un muggire, un cozzarsi, finchè la conduttrice si avvia. Allorchè a settembre scendono al piano, le trovi cresciute di tanto! Gli animali da lavoro compiono, con le ordinarie fatiche, un esercizio sufficiente. Queste fatiche riescono salutari, se moderate, e seguite da un riposo proporzionato alla intensità e alla durata del lavoro. Il bestiame, mentre riposa, vuol essere tranquillo; ama la quiete intorno a sè. Non si deve quindi inutilmente disturbare. Anche per questa ragione è cattiva usanza quella di tenere volatili nelle stalle.

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