"Valori e metodo" è cifra del pensiero giuridico di Luigi Mengoni, maestro del diritto privato e voce autorevole nel dibattito giuridico europeo contemporaneo. La sua enciclopedica produzione scientifica è percorsa ininterrottamente dalla istanza di controllo metodologico in una sempre più viva consapevolezza della dialettica tra problema e sistema. In questa chiave, si segnala, tra l'altro, una linea di continuità negli studi sulla proprietà, sulle obbligazioni e in tema di famiglia. Se da un lato la proprietà dopo la Costituzione deve essere ripensata in un'ottica funzionale, dall'altro va respinta come paradigma al quale si rischia di fare capo nel diritto privato anche là dove il rapporto giuridico costituisce l'elemento strutturale fondamentale. Così dalla presa di distanza da quel cliché, prende avvio in Mengoni una vera e propria teoria generale delle obbligazioni. Ma anche la famiglia abbisogna di essere affrancata all'antico nesso con la proprietà, soprattutto ora che, nella prospettiva esclusiva dei diritti soggettivi ambiguamente imposta dall'individualismo illuminista, rischia di essere privata della sia essenziale dimensione solidaristica.
La decisione commentata sposa la teoria, ormai da tempo seguita anche in altre circoscrizioni giudiziarie, secondo la quale, a mente dell'art. 73 comma 1-bis d.P.R. n. 309 del 1990 in materia di stupefacenti, la mera detenzione di un quantitativo di sostanza stupefacente superiore alle soglie fissate con il d.m. 11 aprile 2006, non integra di per sé la fattispecie incriminatrice ex art. 73 comma 1-bis, ma abbisogna del concorso di ulteriori elementi indicativi della destinazione e finalità diverse dal consumo personale.
Accademia della crusca
