Ogni qual volta un cittadino abbisogna di una di quelle fedi che si staccano dai libri antichi, occorre che questo cittadino la faccia legalizzare dal vescovo. II vescovo esige un diritto, che in alcune diocesi, come in quella d'Acqui, è di 80 centesimi; ma qui essendo tenue la tassa della curia non vi sarebbe gran male. Il male si è che per riavere queste fedi legalizzate, nella maggior parte dei comuni che compongono una diocesi, occorre, attesa la distanza dalla sede del vescovo per mandare le fedi alla curia e riaverle a casa, una spesa che alcune volte oltrepassa le 8 e 10 lire. Questa spesa forzata ha ingenerato molto malcontento le molte lagnanze, specialmente perchè, anche nel tempo anteriore alla proclamazione del Codice civile, in quei luoghi era tenuta per buona, in materia civile, la legalizzazione del sindaco del comune, ove aveva sede il parroco che rilasciava la fede. Così stando le cose nell'interesse di quei cittadini e da loro stimolato, prego l'onorevole signor ministro a volere rimediare a quest'inconveniente.
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Accademia della crusca
