Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbine

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La giovinetta campagnuola

207945
Garelli, Felice 2 occorrenze
  • 1880
  • F. Casanova
  • Torino
  • Paraletteratura - Ragazzi
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Abbine dunque da cambiarli spesso. Fa che non si venda tutta la canapa coltivata nel podere. Riserva per uso domestico la lana di alcune pecore. Col danaro che ricavi dalla vendita di uova, o di qualche paio di polli, còmprati del cotone da far calze, o della canapa da filare nelle veglie d'inverno. Così ogn'anno vai mettendo un po' di biancheria nuova al posto di quella che si logora e consuma. Ma abbine solo quanto te ne può bisognare. Se ne hai troppa, una parte resta là ad ingiallire; ingombra inutilmente le guardarobe e i cassoni; i topi te la possono rovinare; eppoi è un danaro speso senza bisogno, e senza frutto. Anche negli abiti tienti al puro necessario. Porta abiti alla buona, senza nastri e fronzoli. Vesti da pari tua, modestamente, e n'avrai lode. Le ragazze che si pavoneggiano in abiti nuovi, sono stimate meno di quelle che vestono più semplicemente, e alla buona. Abbi molta cura delle stoffe di lana, e degli abiti. Non lasciare queste stoffe per lungo tempo chiuse nei cassoni, specialmente in estate: esponile qualche volta all'aria. Avverti a ripararla dagli insetti, ponendovi in mezzo dei sacchetti di piante aromatiche, come lavanda, timo, o canfora.

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Abbine dunque tu pure, ma non più di quanto puoi governar bene. Il pollaio sia bastevolmente ampio, imbiancato con latte di calce, arioso, e pulito sempre così, che non vi si annidino insetti. Bada alla scelta delle galline. Ve n'ha di buone e di cattive, come nelle ragazze. Ve n'ha di attaccabrighe, battagliere, che cantano da gallo, covano male, e fan poche uova: somigliano alle ragazze permalose, testereccie, puntigliose, che non sanno vivere in pace con la gente. Ve n'ha di vagabonde, che ti espongono a litigi coi vicini, perdono le uova qua e là; e somigliano alle ragazze disordinate e girellone, che lasciano la casa per andar dalle comari a perder tempo in vane chiacchere. Queste ragazze nessuno le vuole: fa tu lo stesso con le cattive galline, e scegli le buone che non escono dal podere, e somigliano alle ragazze giudiziose, e ordinate, che attendono ai lavori di casa. Le galline che fanno più uova hanno d'ordinario piume rosse, o scure, testa grossa, cresta viva e pendente, occhio vivace, collo breve, petto largo, corpo tozzo, gambe e piedi giallastri. Aggiungi ogni venti galline un bel gallo; e avrai il tuo pollaio in ordine. Nella buona stagione le galline si nutrono di grani perduti nella paglia e nel fieno, di vermi ed insetti che trovano razzolando nel letame, e nella terra smossa. Nell'inverno, e nel tempo in cui le tieni raccolte, le nutrirai con due razioni di vagliatura di grani, una al levar del sole, e l'altra un'ora prima del tramonto. A queste alternerai, o sostituirai paste di farina di formentone, avena, patate, foglie di lattughe, ecc., cotte con crusca. Le galline ti daranno uova anche d'inverno, se il pollaio non è freddo, e le nutrisci di canapuccia, avena, ortiche, od altri cibi eccitanti.

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