Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

Risultati per: abbigliavano

Numero di risultati: 2 in 1 pagine

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Il Plutarco femminile

218234
Pietro Fanfano 1 occorrenze
  • 1893
  • Paolo Carrara Editore
  • Milano
  • paraletteratura-ragazzi
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Che ci debba essere è certo, pecche le gran dame italiane si abbigliavano al pari, ed anche più sfoggiatamente delle francesi, e non dicevano toelette: ma come anticamente dicessero non l'ho a mente. Ne' teatri italiani però c'è la voce vera e propria, chiamandosi camerini le stanze dove la prima donna e via via le altre, si abbigliano (fanno la toelette) per la scena. Ma, se questo camerino paresse poco dicevole alle signore, per essere voce da donne di teatro; o non si potrebbe chiamarlo abbigliatojo, che è voce propria, gentile, e secondo ogni più scrupolosa analogia; nè contraria alla ragione, e per noi Italiani nemmeno alla dignità nazionale, come toelette? La direttrice interruppe quì il maestro con tali parole: "Abbigliatoio è voce che molto mi piacerebbe; ma a chi riesce metterla nell' uso? "A chi riesce? - rispose il maestro. - O a chi riuscì metterci la pazza voce toelette? una pazzerella di donna cominciò: un' altra; e poi due; e poi mille le andaron dietro; e fu fatto il becco all' oca. Incominci ora una savia donna a dire abbigliatojo: dieci sciocche le rideranno in faccia, ma un' altra savia la imiterà; a poco per volta scemeranno le sciocche, e cresceranno le savie; e così l' abuso se ne andrà, per cedere luogo all' uso legittimo." "Bene, comincierò io; ed esorterò queste signorine a fare il medesimo. Lo promettono?" E tutte ad una voce: Sì, - Sì, Signora, - lo promettiamo - "Ma ci sono dei casi, nei quali non si sa proprio come dire in italiano. Per esempio, se io ordino al falegname quel tavolino, dove noi stiamo ad abbigliarci, non posso dire: fammi uno specchio; se no mi fa una spera. Così disse la signora Bettina; alla quale il maestro: "Dunque vorrà ordinargli la teletta? Ma allora, se il legnajolo sarà accorto, le risponderà, che per la teletta bisogna andare al merciajo. Fuor di celia: la gli potrà ordinare un tavolino da pettinarsi, o se lo vuoi dire tutto in una voce si faccia insegnare dagli Aretini, che usavano, e forse usano ancora, la bella voce specchiera." "Codesta mi piace, - disse la signorina; e soggiunse: O se vorrò dire che una signora è a far la toelette, come dovrò dire?" "O che fanno le signore quando fanno la toelette?" "Si vestono, si pettinano..." "Lo vede che l'ha detto senza accorgermene? Dovrà dire è su, è di là che si veste, che si pettina, che si abbiglia. E la sa bene che vestirsi, anche nell'uso, si prende per abbigliarsi affine di andare o a teatri, o a conversazioni." "O quelli che si chiamano articoli di toelette come gli chiamerò?" "Volerne! Gli chiamerà, oggetti di abbigliamento, di adornamento: e semplicemente adornamenti, secondo i casi. "Ma l' ora si fa tarda; e serberò ad un'altra volta il parlar loro della moda, e del suo linguaggio."

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C'era una volta...

218676
Luigi Capuana 1 occorrenze
  • 1910
  • R. Bemporad e figli
  • Firenze
  • paraletteratura-ragazzi
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Arrivato quel giorno, mentre le dame di corte abbigliavano da sposa la regina, s'accòrsero, con grande meraviglia, che avea le carni dure come il legno. Una di esse volò dal Re: — Maestà, la Regina ha le carni dure come il legno! — Possibile? - Il Re e i ministri andarono ad osservare. La cosa era sorprendente. Alla vista parevano carni da ingannare chiunque; a toccarle, eran legno! Lei intanto parlava e si muoveva. I ministri dissero che il Re non poteva sposare una bambola, quantunque essa parlasse e si movesse; e contromandaron le feste. — Qui c' è un altro incanto! — pensò il Re, che si ricordò dell' unto della scure. Prese un pezzetto di carne e lo tagliuzzò con questa. Avea indovinato! I pezzettini, alla vista, parevan carne da ingannare chiunque; a toccarli, eran legno. Il tradimento gliel'aveva fatto la figliuola dell' Orco, per gelosia. Il Re disse ai ministri: — Vado e torno. — E si trovò nel bosco, dove aveva incontrato quella ragazza. — Maestà, da queste parti? Che buon vento vi mena? — Son venuto apposta per te. - La figlia dell' Orco non volea credergli: — Parola di Re, che siete venuto apposta per me? — Parola di Re! — Ed era vero; ma lei s'immaginava per le nozze. Si presero a braccetto ed entrarono in casa. — Questa è la scure che tu mi prestasti. - Nel porgergliela, il Re fece in maniera di ferirla in una mano. — Ah, Maestà, che avete fatto! Son diventata di legno! — Il Re si fingeva affittissimo di quell'accidente: — E non si può rimediare? — Aprite quell'armadio, prendete quel barattolo, ungetemi tutta coll' olio che è lì dentro, e sarò subito guarita. Il Re prese il barattolo: — Aspetta che io torni! - Lei capì e si messe a urlare: — Tradimento! Tradimento! —

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