Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

Risultati per: abbigliamento

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Come si fa e come non si fa. Manuale moderno di galateo

200425
Simonetta Malaspina 18 occorrenze
  • 1970
  • Milano
  • Giovanni de Vecchio Editore
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
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A Borsa Breakfast Brindisi Brodo Buffet Abbigliamento Accento Aereo Albergo Alla pari Amicizia Anello di fidanzamento Apparecchiare Arancia Arredamento Ascensore Asparagi Auguri Autobus Automobile

E così pure eviterà di mettersi calzini di tinta troppo shocking, a meno che non armonizzi con la cravatta o con un golf (e beninteso se il suo abbigliamento è tutto in tono sportivo); si guarderà dal comprare camicie fiorate e dal portare calzini corti; non metterà mai i sandali in città; rinuncerà al fazzoletto bianco al taschino che ormai è definitivamente passato di moda; come anche al fermacravatte; eliminerà tutti i gemelli fantasia e di pessimo gusto; non porterà alcun anello (eccettuata la "fede"), tanto meno braccialetti. La sera, con lo smoking, toglierà l'orologio da polso, assolutamente inadatto, e lo sostituirà con un orologio da taschino. Difficilmente un uomo riesce ad essere elegante con più di tre colori. Una maggior fantasia gli è permessa nella scelta della cravatta, la quale può anche essere molto vivace purché non stoni col resto dell'abbigliamento. La camicia bianca è sempre la più consigliabile, ma ciò non significa che gli azzurri, i grigi chiari, i tessuti a righine sottili siano esclusi: una camicia colorata, anzi, può far risaltare un abito troppo spento e a tinta unita, senza contare che in certi periodi è addirittura la beniamina della moda. D'inverno l'eleganza sia più sobria che durante l'estate. Nel guardaroba dell'uomo elegante non deve mancare un cappotto grigio scuro, che ha il pregio di intonarsi a quasi tutti gli abiti e di andar bene di mattina, pomeriggio e sera. I guanti sono necessari. Il cappello non è indispensabile come lo era un tempo, e i più giovani preferiscono di solito farne a meno. Durante le vacanze un uomo può permettersi un abbigliamento più "colorato" e vivace. Le camicie vistose, escluse per la città, possono andar bene in un luogo di villeggiatura, così come sono accettati i sandali (ma senza calzini), le magliette colorate, gli shorts. Ma sempre e ovunque un uomo deve diffidare della stravaganza, specialmente se ha superato la trentina o ha un fisico sgraziato. Come devono vestire, gli uomini, di sera? Un abito grigio scuro con un'impeccabile camicia bianca e una bella cravatta e l'abbigliamento classico. Lo smoking, che dev'essere sempre di ottimo taglio e di buona stoffa, viene indossato in occasioni particolari: per esempio a un ballo, a una prima, all'opera, ecc. Cravatta nera a farfalla, scarpe e calze nere sono indispensabili per lo smoking.

Anzitutto raccomandiamo che si addica non soltanto al proprio abbigliamento ma anche al proprio fisico: niente cappelli che allungano per donne molto alte, né cappelli grandi e vistosi per donne piccole e formose. Inoltre nessuna signora andrebbe al supermercato con un'acconciatura da teatro o a un matrimonio con un berretto sportivo. Le riviste di moda, a questo proposito, possono dare consigli più preziosi di un semplice libro di saper vivere. Una donna, se mette il cappello, non deve mai toglierselo: al ristorante, al pranzo di un'amica, in chiesa, e via dicendo, non deve mai commettere l'errore madornale di scoprirsi il capo. Soltanto se è in casa di una sua intima arnica, può permettersi di farlo (naturalmente non alla presenza di altri ospiti). Al cinema e a teatro bisogna evitare di mettersi il cappello: a teatro sarebbe del resto fuori luogo, e una donna elegante non cadrebbe comunque in questo sbaglio. Una graziosa acconciatura è viceversa permessa purché non dia fastidio a chi è seduto dietro o vicino. Anche a un matrimonio si può ripiegare sull'acconciatura, qualora il cappello non stesse troppo bene. L'acconciatura è comunque sempre preferibile e consigliabile per le signorine molto giovani.

La maggiore libertà non deve certo consentirvi di mostrarvi in abbigliamento intimo o trasandato, giacché anche per un campeggiatore valgono le solite regole della decenza e del rispetto per il prossimo. Se andate al campeggio con altre persone, state al gioco sino in fondo, e non fatevi venire nostalgie per le comodità di casa vostra o dell'albergo: fareste la figura del guastafeste, incapace di apprezzare i vantaggi di una vacanza insolita, all'aria aperta. Per evitare sorprese, comunque, partite bene organizzati, con le idee chiare su quello che vi aspetta, con spirito di adattamento e con un po' di spensieratezza.

Disapproviamo le madri che portano il lutto tutta la vita per la perdita di un figlio: il loro abbigliamento serve soltanto a creare una perenne atmosfera di mestizia che non è giusto imporre ai familiari che invece vivono e vogliono vivere. I bambini non devono mai essere vestiti a lutto. Gli uomini abbandoneranno al più presto i simboli del dolore che la tradizione ha identificato in una cravatta, in una striscia o in un bottone neri. Se il defunto lascia scritto di dispensare i parenti dal lutto, sarà evidentemente rispettato il suo desiderio. I familiari indosseranno abiti neri o scuri solo in occasione del funerale. Questo non vuol dire che le persone colpite da un lutto debbano ostentare colori vivaci e un atteggiamento di voluta indifferenza. In un caso simile, aperto alla pietà umana e ai sentimenti personali, il galateo si limita a consigliare di seguire il proprio cuore, il mutamento dei tempi, il rispetto verso chi è morto e verso sé stessi. Un vedovo (o una vedova) può portare insieme con la propria vera quella della persona scomparsa, facendola eventualmente adattare al proprio dito. Chi ha avuto un lutto recente si asterrà dal partecipare a inviti mondani. Ma sarà cortese non dimenticarlo in altre occasioni, dandogli la convinzione di essere circondato da affetto sincero. Qualche parola sulla carta da lutto. Chi desidera non rinunciare alla tradizione,limiti la sua scelta a una carta listata sottilmente di nero. Anche i biglietti di visita dovrebbero avere una cornicetta nera (o almeno una sbarretta nera in un angolo). Nessuna critica per chi decidesse di fame a meno. Si può dire che questo tipo di biglietto sia indispensabile solo per rispondere alle condoglianze ricevute.

Gli inglesi lo portano per abitudine, un po' perché sono abituati a piogge quotidiane e improvvise, un po' anche perché fa parte del loro abbigliamento tipico. Ma gli italiani, abituati al sole e al bel tempo, non sono mai troppo disinvolti quando bisogna ricorrere all'ombrello. Non tenete l'ombrello appeso al braccio, lasciandolo dondolare come il pendolo di un orologio. E non usatelo come se fosse un bastone. Ancora peggio è brandirlo come se si trattasse di un'arma, col puntale rivolto verso il prossimo. In tram, non infilatelo tra le gambe della gente. L'ombrello va portato per il manico, molto semplicemente, e in modo che risulti parallelo alla propria persona. Quando non piove le donne faranno bene a tenerlo nell'apposito fodero: così chiuso sarà meno fastidioso a portarsi e anche meno appariscente. L'ombrello aperto va tenuto dritto sulla testa ma non come fosse un rigido baldacchino: se la pioggia vi viene in pieno viso, logicamente terrete l’ombrello inclinato sul davanti per proteggervi, ma badate a non sbattere contro il passante che venisse in senso contrario. L'ombrello da borsetta, che si trasforma in un corto tubo e si apre come un cannocchiale, è molto pratico durante un viaggio poiché entra in valigia senza occupare troppo posto, ma non è assolutamente elegante: fatene uso soltanto quando è strettamente necessario. L'ombrello maschile è nero, di seta, di cotone, o di nailon. L'ombrello delle signore, di identico tessuto, può essere colorato o fantasia. La donna di buon gusto però sceglierà sempre un ombrello che si adatti all'impermeabile e a tutti i vestiti invernali. Troppe righe, troppi colori, troppi fiori non sono molto eleganti, anche se indubbiamente possono portare una nota di allegria e di colore in una giornata grigia. I manici devono essere semplici e slanciati. I manici tozzi sono brutti oltre che scomodi: ancora più brutti quelli di metallo decorati. Quando entrate in un locale pubblico con l'ombrello bagnato, cercate immediatamente il portombrelli per non farlo sgocciolare su tutto il pavimento. Se per la strada incontrate una persona con l'ombrello aperto e non è possibile passare insieme, cedete il passo, soprattutto quando si tratta di una donna.

In questi casi si esige un maggior rispetto dell'etichetta, e i domestici devono avere un abbigliamento conforme al loro mestiere. Oltre allo stipendio e alla tredicesima, è giusto che diate di tanto in tanto qualche piccola mancia: chiudete il denaro in una busta e aggiungete a voce i ringraziamenti. A Natale è più gentile ricordarsi dei domestici con un piccolo regalo.

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L'eleganza è fatta di stile, di misura, di buon gusto (v. anche la voce Abbigliamento). Non c'è una ricetta per garantire l'eleganza a chi non ha il senso dei colori e istintivamente identifica lo stile con lo sfarzo. Eleganza significa anche scegliere i tessuti adatti a ogni tipo di vestito, prediligere un buon taglio, armonizzare l'insieme, conoscere perfettamente i propri difetti e i punti a proprio favore. Significa essere al corrente degli sbalzi della moda, senza esserne subito schiavi. Una persona elegante non è necessariamente vestita come un figurino o un'indossatrice. L'eleganza è personale, e questo significa che lo stesso abito può risultare di classe su una persona e volgare su un'altra: è una questione di sfumature, di taglio, di corporatura, di accessori, di modo di camminare, di portamento, e di tante altre cose che concorrono a fare di un uomo o di una donna un signore o una signora chic.

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Quando si parla di abbigliamento e di aspetto, il gusto ha quasi sempre attinenza con la moda. Ciò che era di buon gusto ieri, può diventare di cattivo gusto oggi: non esiste altra misura che quella del tempo. Ma nei rapporti di vita comune, il giudizio è meno variabile. Il gusto di una persona è sempre misurato dalla sensibilità e dalla buona educazione. È di cattivo gusto giudicare la gente, lanciare frecciate velenose con il solo scopo di ferire l'orgoglio di qualcuno, comportarsi con grossolana cordialità: non si danno pacche sulla schiena delle persone, non si fanno complimenti volgari, né paragoni tra persone amiche, non si parla di denaro per vantarsi o per piangere miseria, non si parla ad alta voce, non si ride sguaiatamente, non si chiama una persona da un marciapiede all'altro, e così via. Più difficile è dire in che cosa consista iI buon gusto. In parte nella discrezione, nella riservatezza, nell'intuito. Il buon gusto consente di non essere mai inopportuni, di agire secondo educazione, di essere giudicati con simpatia e stima. Il buon gusto si manifesta anche nel saper evitare qualsiasi stonatura estetica nel vestire, nell'arredare la casa, nel preparare un pranzo, ecc.

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Entrando in chiesa, non si deve dimenticare la santità del luogo, adeguando il proprio abbigliamento. Al mare fioriscono facilmente le simpatie sentimentali. Le ragazze non si illudano troppo: gli amori nati così rapidamente sono destinati a spegnersi altrettanto rapidamente. Gli uomini, da parte loro, evitino di recitare la solita sciocca parte di pappagalli o di latin lover. Anche le amicizie fatte d'estate finiscono presto: spesso l'arrivederci equivale a un addio.

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Questo abbigliamento semplifica le cose. La sposa potrà indossare l'abito bianco corto o un tailleur. Come ci si veste per un matrimonio? Gli uomini con abiti scuri, le donne con completi (abiti e cappotto) o tailleur eleganti, o vestiti da pomeriggio se la cerimonia viene celebrata durante i mesi caldi. Niente scollature e tinte troppo scure: anche le persone in lutto devono rinunciare al nero. Le signore dovranno portare il cappello, mentre alle ragazze basterà una semplice acconciatura. Se la sposa ha le damigelle d'onore, scelte tra giovani amiche o parenti, si assumere le spese dei vestiti, che saranno lunghi, di colori tenui, mai bianchi. I paggetti che reggono lo strascico (quando c'è) indossano generalmente completini di velluto purché non nero. La bambina (se ai paggetti si preferisce la piccola coppia) avrà un abito intonato a quello della sposa. Dev'essere decorata la chiesa? La risposta dipende dalle disponibilità individuali e dal tono che si desidera dare a tutta la cerimonia nuziale. Ma anche quando si desidera fare le cose in grande bisogna evitare di cadere nell'esagerazione. La decorazione floreale della chiesa o della cappella deve essere discreta e delicata, e possibilmente tutta bianca. Quando arriva la sposa, al braccio di suo padre, i testimoni sono già accanto all'altare, insieme con lo sposo. Parenti e amici prendono posto nei banchi e all'entrata della sposa tutti saranno in piedi. L'organo, in quel particolare momento, suonerà la marcia nuziale o altre musiche adatte alla circostanza. Sul pavimento, dove deve passare la sposa al braccio del padre sarà steso un tappeto rosso. La sposa cammina lentamente senza voltarsi a destra e a sinistra per salutare parenti e amici. All'uscita dalla chiesa si forma un corteo: gli sposi insieme, seguiranno gli eventuali paggetti e damigelle, il padre dello sposo con la madre della sposa, il padre della sposa con la madre dello sposo, i testimoni, i parenti, gli amici. La sposa, prima che il corteo si formi, bacerà i genitori suoi e dello sposo e risponderà con un sorriso alle congratulazioni degli amici. Invece saluti e altre manifestazioni gioiose vanno rinviati fuori della chiesa. Naturalmente non tutti sono invitati al ricevimento o al pranzo di nozze. Gli esclusi si allontaneranno discretamente: in altre parole non cercheranno di accodarsi né faranno gli offesi. È comprensibile che gli sposi non possono invitare tutti e che hanno dovuto necessariamente fare una selezione in base a criteri di parentela e di amicizia. E adesso è il momento del rinfresco (o del pranzo di nozze). Se il matrimonio è stato celebrato di mattina presto, è consigliabile un rinfresco. In questo caso è preferibile suddividere gli ospiti tra tanti tavolini, anziché riunirli in un'unica tavolata, adatta per un pranzo. La soluzione rinfresco e opportuna anche quando la cerimonia viene celebrata di pomeriggio. È bene dire, comunque, che anche scegliendo quest'ultima soluzione, non bisogna mai rinunciare alla tradizionale e caratteristica torta nuziale e nemmeno allo champagne o spumante. Se il matrimonio è celebrato dalle 11 di mattina in poi, l'invito è per il pranzo. Di solito si preferisce riunire gli ospiti in un'unica tavolata. Il posto d'onore, nel centro, toccherà naturalmente agli sposi. I genitori saranno così disposti: la madre della sposa alla sinistra dello sposo, il padre dello sposo alla destra della sposa. La madre dello sposo e il padre della sposa siederanno vicino ai rispettivi coniugi. Se invece, anche in questo caso, si preferisce suddividere gli ospiti tra tanti tavolini, resta inteso che il tavolo principale e centrale, purché vicino a una parete, sarà occupato dagli sposi, dai genitori, dai testimoni, eventualmente dal sacerdote che ha celebrato la cerimonia, e dai parenti più stretti. Ai bambini, se ce ne sono, sarà destinato un tavolino appartato. Quando il rinfresco è in piedi, come può avvenire se il matrimonio è celebrato di pomeriggio (o anche di mattina, quando si preferisce scartare la soluzione pranzo) bisogna organizzare una specie di pranzo in piedi: questa soluzione è raccomandabile quando gli invitati sono molti. È sempre meglio affidarsi a una ditta specializzata. Un rinfresco in casa è ammesso solamente quando il tono del matrimonio non è pretenzioso. Al termine del rinfresco o del pranzo, la sposa distribuirà agli ospiti i confetti che prenderà con un cucchiaio d'argento da un vassoio che reggerà suo marito. Questo, in un certo senso, è da interpretare come il loro saluto. Non è necessario infatti, che prima di partire per il viaggio di nozze salutino tutti ufficialmente. Se lo desidera, la sposa potrà regalare il suo bouquet all'amica più cara e ancora nubile: è un augurio per un matrimonio felice. Altre spose, invece, preferiscono conservare il bouquet per sé, come ricordo di una giornata eccezionale. Una parola, adesso, per gli invitati: siate voi parenti o amici dei due sposi, evitate di incrinare la loro felicità con pettegolezzi, critiche, incidenti, battute di spirito fuori luogo. Lasciate da parte ogni sia pur onesto senso critico. Siete stati invitati per partecipare sinceramente alla felicità dei due giovani, non per criticarli e per tirar fuori vecchie storie di famiglia. Gli amici dello sposo evitino di fare scherzi di cattivo gusto e non mettano in imbarazzo la sposa. Gli sposi comunque si mantengano nei limiti della gentilezza e della buona educazione. Non si mostrino offesi e neppure lievemente seccati. Nulla deve offuscare il ricordo di un giorno così bello.

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Andare a teatro comporta una certa preparazione, un certo rispetto per determinate regole, un certo abbigliamento. Tanto per cominciare, si comprano i biglietti con un certo anticipo: e già questo particolare costringe a prendere un impegno a distanza di giorni, e all'osservanza della puntualità. In secondo luogo si crea qualche discriminazione: chi siede in poltrona ha doveri e diritti diversi da colui che ha un posto in balconata. Entrando in teatro, andate al guardaroba. A dire la verità la regola vorrebbe che la donna non lasciasse in guardaroba né cappotto né pelliccia. Ma la praticità, che supplisce al galateo in molti casi, consiglia di non formalizzarsi troppo. Quindi, sia l'uomo sia la donna lascino pure cappotto o pelliccia in guardaroba, piuttosto che tenere un informe fagotto sulle ginocchia o scoppiare dal caldo durante lo spettacolo. La puntualità e l'educazione impongono di arrivare a teatro per tempo, cioè prima che si alzi il sipario. Ciò è doveroso non solamente verso gli attori che lavorano, ma anche verso gli altri spettatori che già hanno occupato il posto. Il chiedere scusa non basta a giustificare i ritardatari. Le maschere farebbero bene a non ammettere più nessuno in platea quando le luci sono spente. Ammesso che arriviate a teatro puntualmente, non rimanete nel ridotto fino all'ultimo momento. E quando la maschera vi ha guidato al vostro posto, compensatela con una piccola mancia, che dovete tenere a portata di mano. Nella fila fate sempre entrare per prime le signore: in ogni caso queste non devono occupare le poltrone che danno sul corridoio. Se gli uomini sono due, la signora sarà seduta nel mezzo. Se invece due sono le donne l'uomo occuperà la poltrona che, rispetto al palcoscenico, è più scomoda. La regola della comodità vale anche per la disposizione dei posti nei palchi. Il posto più comodo, rispetto al palcoscenico, spetta sempre alla signora (e, nel caso di più donne, a quella di maggiore età). Se le donne sono due, l’uomo siederà al centro. I biglietti vanno tenuti sempre a disposizione, in caso di involontari errori o contestazioni. Non si occupa mai, comunque, il posto di un altro nella speranza che questi non venga: sedetevi al posto segnalato sul vostro biglietto. Se c'è una contestazione non abbandonatevi mai a discussioni che darebbero fastidio a tutti: rivolgetevi alla maschera che risolverà il problema. Dobbiamo proprio ricordarvi che a teatro non si succhiano caramelle (e tanto meno si sgranocchiano) e non si fuma durante la rappresentazione? Aspettate l'intervallo per accendere la sigaretta e gustare caramelle. Se siete raffreddati o soffrite semplicemente di tossette nervose e fastidiose, non andate a teatro. Oltre a infastidire la gente, creereste in chi sta bene l'improvviso bisogno di schiarirsi la voce: un bisogno irrefrenabile, che l'aria viziata e calda dell'ambiente contribuisce ad accentuare. Non cominciate a fare commenti ad alta voce e a parlare con il vostro vicino. Per quanto a bassa voce possiate parlare, le vostre chiacchiere disturberebbero sempre gli spettatori seduti accanto a voi o davanti o dietro. Se poi avete già visto lo spettacolo, non siate spietati: non raccontate come andrà a finire né quello che succederà nell'atto successivo. Potete chiedere garbatamente a un vicino il programma: ma perché non lo comprate? Anche se lo spettacolo è scadente, non date la croce addosso a regista e ad attori. Siate sempre discreti nel giudicare, sia in bene sia in male, ed esprimete il vostro giudizio con signorilità e semplicità. Quando lo spettacolo non è all'altezza della vostra aspettativa, applaudite ugualmente la fatica degli interpreti. In ogni caso non fischiate. Non dovete umiliare gli artisti che hanno fatto il possibile per accontentare il pubblico: siate almeno indulgenti e tenete conto della loro buona volontà. Durante l'intervallo, se volete, potete recarvi nel ridotto o aspettare al vostro posto che lo spettacolo ricominci. Si recheranno nel ridotto tutti coloro che vogliono fumare, bere qualcosa, fare un po' di conversazione, incontrate qualche amico. Chi resta in sala non farà niente di tutto questo; se è accompagnato parlerà con le persone che sono rimaste, ma a bassa voce, e senza gesticolare per salutare chi eventualmente dovesse vedere seduto nei palchi. Se incontrate nel ridotto un amico, vi fermerete per salutarlo: ma se questi è in compagnia di persone che voi non conoscete, limitate il saluto a poche parole cortesi, a meno che non sia l'altro a insistere per fare quattro chiacchiere con voi. L'uomo che è in compagnia di una signora presenterà sempre l'amico a quest'ultima, e non permetterà che lei rimanga in disparte ad aspettare. L'abito da sera è necessario solamente quando la serata a eccezionale: una gala o una prima all'opera. Per uno spettacolo di prosa, l'uomo indosserà semplicemente un abito scuro e la donna un abito elegante, ma non da sera. Anche quando si hanno posti lontani dal palcoscenico, bisogna ubbidire a quelle regole mondane ormai codificate e accettate ovunque. Perciò le signore, anche se non hanno avuto il tempo di cambiarsi andando a casa dall'ufficio, risolveranno il loro problema di abbigliamento con un vestito semplice, a tinta unita, che potranno indossare in ufficio con un particolare sportivo, per esempio un foulard intorno al collo e la sera con un particolare elegante, per esempio una spilla o una bella collana. Se lo spettacolo è di pomeriggio, si può dare al proprio vestiario un tono più semplice senza peccare di cattivo gusto: in questo caso è molto indicato un bel vestito da pomeriggio per le signore, e gli uomini potranno fare a meno dell'abito scuro, ma non per questo si presenteranno a teatro con maglione e camicia sportiva. Quando lo spettacolo è finito, non affrettatevi a raggiungere il guardaroba togliendo agli artisti la soddisfazione di un bell'applauso. Se poi non volete applaudire, allontanatevi in silenzio senza mostrare con fischi o commenti negativi la vostra disapprovazione. Una signora può andare a teatro da sola? Si, perché non dovrebbe? A maggior ragione potranno andare a teatro da sole due o più donne: per fortuna certi pregiudizi sono superati da un pezzo.

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Il dover girare per i musei e i luoghi di pubblico interesse obbliga ad avere un abbigliamento comodo e pratico, un vestito decisamente sportivo. Nella borsa della signora e della signorina, possibilmente, non manchino alcuni fazzoletti rinfrescanti, un po' d'acqua di colonia, un piccolo necessarie di bellezza. Questo però non autorizza a eseguire operazioni di toeletta in pubblico, pettinandovi e magari pulendovi le unghie davanti agli altri. Quando andate a visitare un museo comportatevi con rispetto (v. la voce Museo). Nel visitare un luogo di pubblico interesse o un monumento, resistete alla tentazione di scrivere il vostro nome sul piedistallo di qualche statua di famoso guerriero o sulle pareti della casa che ospitò un celebre artista. Il patrimonio artistico è patrimonio di tutti e non dovete sporcarlo con ghirigori, firme, disegni, date. Nel recarvi in una città che non avete mai visto prima, resistete anche alla tentazione di mandare cartoline a tutte le persone che conoscete. Il più delle volte denota soltanto desiderio di esibizionismo. I turisti facciano pure fotografie. Ma al ritorno non invitino tutti i parenti e tutti gli amici per una serata a base di fotografie varie. Esse hanno valore di particolare ricordo solo per chi ha effettuato il viaggio. Altro consiglio. I turisti hanno generalmente la mania di comprare oggettini di pessimo gusto ogni volta che visitano un paese nuovo. Niente di male. Ma se l'acquisto dei ricordini turistici diventa quasi una fissazione, un hobby, un obbligo, allora è necessario un rimprovero severo. Se proprio volete un ricordo, recatevi nei negozi veri e propri e comprate qualche prodotto artigianale di un certo valore. Soprattutto se il ricordo è destinato ad altre persone, lasciatevi guidare dal buon gusto piuttosto che dall'entusiasmo del momento, se volete che il dono venga giustamente apprezzato da chi lo riceve.

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