Nel giardino c'erano già tutte le signore, vestite dei loro freschi abbigliamenti estivi, sdraiate nelle sedie a dondolo di bambù, o che passeggiavano lungo i viali profumati. Tutta l'eletta schiera dei privilegiati dalla sorte, gli annoiati di felicità eternamente in cerca d'emozioni, che trascinano la noia da Parigi a Pietroburgo, da New York a Londra e da Berlino al Cairo, pel momento innamorati di quell'angolo di terra nascosto ai piedi dei Pirenei, entusiasti dei dieci o dodici alberghi fabbricati sulla viva roccia contro la quale s'infrange sempre tempestoso l'Oceano, elegantemente commossi dalla dolcezza divina dell'ora e dalla splendida musica piena di fremiti, destinata a cullare la loro digestione in quel paradiso di delizie.... Ah, la soavità di quel tramonto! Sotto, riposava bianca e signorile la piccola cittadina elegante e civettuola; lontano il sole moriva nell'Oceano azzurro baciando un'ultima volta le case fabbricate sulla collina e lo splendido casino, i maestosi palazzi dell'Hôtel Regina e d'Angleterre, e più lontano le vette dirupate e scoscese dei Pirenei, mentre tutto un incendio s'accendeva laggiù all'orizzonte estremo, un immenso incendio che il mare rifletteva come se fosse stato d'oro liquefatto e sul fondo di fiamma spiegava solenne e nero le Rocher de la Vierge il celebre scoglio che sorge nel mare a un centinaio di metri dalla riva, colla candida statua della Vergine, ritta, rivolta verso il mare come a guardarlo e benedirlo, faro dei naviganti e stella dell'Oceano!... Sarah e la baronessa s'erano appartate un po' in un viale scoperto per contemplare a loro agio quello spettacolo magnifico. - Ho viaggiato molto, ma non ho mai visto nulla di così bello! - disse la giovane donna, con commozione. La baronessa la guardò sorpresa assai, di vederle gli occhi umidi. - Come siete commossa, a questa bella vista! - disse con simpatia. - Oh molto, molto! Io adoro la natura e il mare soprattutto! Guardate! - disse accennando lontano, con un gesto ampio e largo, l'immenso Oceano dove alcune barche a vela andavano comparendo. – C’è forse qualche cosa di più bello? Quale musica vale il canto che s'innalza dal cuore in questi momenti? Quale preghiera è più sincera o più pura di questa? - È verissimo - osservò la baronessa. Quelle poche parole di Sarah avevano fatto un miracolo. La fredda cortesia della severa signora per la giovane donna, s'era mutata in un attimo in una vera e profonda simpatia; no, un essere che sentiva tanto le bellezze della natura, non poteva non avere un cuore ben fatto, e non era certo una donna leggiera, se preferiva la sua compagnia a quella di tanti uomini, che molto volentieri l'avrebbero accettata. Glielo fece comprendere subito, smettendo a suo riguardo quel riserbo con cui l'aveva trattata fino allora: - Volete che rientriamo? - chiese poi vedendola immobile, sempre intenta a mirare laggiù, dove ormai il sole era tutto scomparso, e il mare perdeva a poco a poco le sue tinte smaglianti. - Fa un po' freddo ora, e voi non avete nulla in dosso. - Oh, questo mi basta! - fece Sarah, alzando intorno al collo un piccolo boa di piuma bianco, che s'era gettato sulle spalle. - Se a voi non spiace, io preferisco di passeggiare ancora un po' qui. C'è troppa gente lassù - disse accennando al salone - e mi stanca un po' la gente. - Come credete.... - fece la baronessa. Ma Sarah si riprese subito: - Dimenticavo la bimba, - disse - miss Lucy non può scendere, e non vorrei ch'essa finisse con lo stancar troppo il marchese. Salirono. Ma Solange non stancava affatto il marchese; li trovarono insieme: essa intenta a spiegargli ch'era salita a prendere il berrettino di seta rosso alla turca e il piccolo paltoncino color nocciuola, perché l'aria della sera è umida e fa molto male. - Sai, mamma, il signor marchese mi regalerà una gran bambola alta quanto me, non è vero? - disse, felice. - E che cosa hai fatto per meritartela? - chiese Sarah sedendole vicino. - Non lo so! - esclamò la piccina dopo aver pensato un momento guardando Lovere con un grande sgomento dipinto in fondo ai begli occhi bruni. - Non lo so! - ripete come supplicandolo che l'aiutasse. - Come? - disse questi sorridendo. - Non mi hai raccontato tante belle cose? - Ah, sì!- esclamò essa allora, felice della trovata. - Gli ho detto tante belle cose! - Chi è salito a prenderti il paltoncino e il berretto? - chiese poi Sarah. - Io, mamma. - E come hai trovato la camera? - Ma... il cameriere m'ha accompagnata su e il signor Lovere.... - E abbiamo anche sbagliato appartamento - disse il marchese. - Ah, sì? Come mai? - Eh, il cameriere ha creduto che l'appartamento della signora duchessa fosse quello a sinistra al primo piano, e ci aperse invece il salotto del signor Rook. - Il signor Rook è qui? - fece Sarah stupita, dissimulando assai male una commozione intensa. - Sì, lo conoscete forse ? - chiese Lovere osservandola. - Sì, di nome, ma sono tanti anni che non ci vediamo più - rispose Sarah un po'rimessa esternamente, ma molto agitata ancora. E non chiese più nulla dello straniero, a malgrado che Lovere continuasse a narrare particolari e fatti che lo concernevano. - Viene ogni anno a Biarritz e occupa sempre tutto l'appartamento a sinistra al primo piano dell'Hôtel Regina. È ricco a miliardi: ma già voi lo saprete meglio di me. Non giuoca mai al Casino, ma spende e spande qui intorno. Conduce una vita assai originale; a volte non si vede per quattro o cinque giorni, fa delle corse a Parigi, a Barcellona, a Marsiglia, a Madrid, poi per delle settimane intere viene con noi a table d'hôte e diverte tutti colla sua facilità di parola sorprendente. Quando è di buon umore è un compagno gradevolissimo. Sarah non interrompeva mai; pareva anzi che non ascoltasse neppure quei particolari, assorta in un pensiero profondo. Ma quando Lovere concluse: - Lo dicono messicano. Ella quasi istintivamente, certo involontariamente, corresse: - No, è di Wyoming, nel Colorado. - Ah! forse vostro compatriotta? - insinuò Lovere intuendo un mistero. - Sì - disse breve. E a un tratto, come se la duchessa d'Eboli fosse scomparsa in lei per lasciar posto solo all'americana eccentrica, si alzò e facendo un profondo inchino alla baronessa e al marchese: - Buona sera e mille grazie - disse prendendo per mano la piccola Solange. - Arrivederci! - fece questa al marchese, gettandogli un bacio. - Addio!- disse Lovere. E stette a vederle salire, entrambe originali ma carissime creature, pensando al subitaneo cambiamento della duchessa. - Non vi è sembrata un po' brusca quella partenza? - interrogò la baronessa mortificata. - Ah, bah! non dovete badarci - disse Lovere. - È una partenza all'americana, bisogna abituarcisi. - Meglio così se è l'uso - disse la buona tedesca alzandosi e rivolgendosi ancora al marchese. - Volete aiutarmi a cercar mio marito? - chiese prendendogli il braccio. - Sempre ai vostri ordini, baronessa. Ma sapete con chi fosse vostro marito? - M'è sembrato di vederlo insieme a von Yglau. - In tal caso bisogna cercarlo al biliardo. Se volete favorire.... Nel vestibolo incontrarono il duca d'Eboli che saliva. - Avete visto la duchessa, marchese? - Sì, ci ha lasciato un momento fa.... Il duca ringraziò, salì rapido i pochi gradini, e bussò alla camera di sua moglie. Questa non s'era ancora coricata, aveva soltanto messo a letto la bimba, e ancor più bella e più fresca in un semplice accappatoio bianco, stava appoggiata al balcone verso il mare. - Entrate.... - disse udendo bussare. - Sarah; - fece il duca andando verso di lei - ho una notizia da darti. Una notizia che ti recherà una grande sorpresa. Essa trasalì, temendo che egli pure sapesse:... che cos'altro avrebbe potuto dirle con quel tono dove era celata tanta sanguinosa ironia? - Dimmi.... - sussurrò. - Che cos'hai? - fece lui dapprima osservando la sua aria trista e preoccupata. - Nulla, sono un po' malinconica. - Ebbene, rallegrati, invece, poiché abbiamo l'onore d'essere i vicini dell'eccellentissimo signor Rook.... Essa sentì un brivido dalla testa ai piedi, pensando alla probabilità d'un incontro; però si fece forte davanti a suo marito, e fingendo un'indifferenza che non sentiva: - Che m'importa? - disse quasi allegra. - Ciò mi è affatto indifferente! - Davvero? - esclamò il duca, convinto di quella indifferenza tanto bene simulata. - Davvero. Non sei tu con me? - Meglio così, se sei indifferente, - disse lui baciandola - t'accerto ch'ero un po' impensierito.... - E per questo diventavi ironico e cattivo - rispose Sarah. - Perdonami! Sai, temevo qualche incidente.... Tu sei calma, ciò mi basta. Addio, sta' pur tranquilla che non mi fa certo paura il tuo Yankee coi suoi miliardi.... Sarah, rimasta sola pianse....