Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

Risultati per: abbietta

Numero di risultati: 8 in 1 pagine

  • Pagina 1 di 1

Come devo comportarmi?

172334
Anna Vertua Gentile 1 occorrenze
  • 1901
  • Ulrico Hoepli
  • Milano
  • paraletteratura-galateo
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E questa è la creatura piu abbietta, falsa, capace d'ogni mala azione nella quale mi sia imbattuta. Avere il coraggio di aprire una lettera ad altri diretta; per mezzo di vili, abbietti intrighi, trovare il modo di intercettare una corrispondenza, di abusarne, è cosa che dice tutto un carattere, che rivela uomo. Non c'è scusa per costui; non la passione, non il sentimento cieco della vendetta, nè pure il desiderio di scoprire a fine di bene; non c'è scusa: egli è un vile, un miserabile; peggiore del ladro, del calunniatore. Va messo insieme al traditore. Il gentiluomo non abbandona al disordine dello studiolo o della scrivania, le lettere che riceve; ma le chiude gelosarnente o pure le distrugge. Come si parla imprudentemente, cosi qualche volta si scrive imprudentemente. Ci sono delle creature deboli, dagli scatti invincibili del sentimento, che cedono all'emozione del momento e trovano un conforto nel disfogarsi dicendo l'animo loro in una lettera a persona che amano e della quale hanno piena fiducia. Quelle lettere il più delle volte innocenti, se smarrite o lette da curiosi, possono essere causa di guai e do: lori a non finirne. Il gentiluomo ne ha cura come di cosa sacra; o pure le brucia, appunto come si bruciano le cose che non devono cadere in mano degli indifferenti o dei profani. Il gentiluomo non apre che le lettere dirette a' suoi figli quando ancora sono di minore età; dopo, no. Le lettere dirette alla moglie non le apre mai nè le legge se le trova aperte, senza il di lei invito o consenso.

Pagina 200

L'angelo in famiglia

182261
Albini Crosta Maddalena 2 occorrenze
  • 1883
  • P. Clerc, Librajo Editore
  • Milano
  • paraletteratura-galateo
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Ama, e ti guarderai dal negare la virtù perchè ti si presenta sotto forma ignobile od abbietta; ama e penserai che in Paradiso non havvi distinzione di persone; che lassù domestici e padroni, dotti ed idioti saranno insieme confusi, e che anzi Iddio ha mostrato una certa predilezione pei poveretti, nascendo povero egli pure, e vivendo costantemente povero nei giorni della sua mortale carriera. Se i tuoi domestici ammalano, tu sii pronta a prestare loro le tue amorevoli cure; se vecchi od impotenti, confortali coll'amor tuo e col tuo soccorso, e pensa che il danaro solo non basta a compensarli dei lunghi sacrificj fatti per te e per i tuoi, e della vita spesa in tuo ed in loro servigio. I sacrificj sono fatti alcune volte dal corpo, ma sempre e poi sempre partono dal cuore; non ponno quindi essere compensati se non col cuore. Amore, amore, amore! Quando la tua preghiera s'innalza fervida alla sorgente d'ogni bene, non ti scordare di coloro che impiegando la loro vita a rendere comoda la tua, hanno diritto di essere da te riguardati non come servi, ma come tuoi famigliari.

Pagina 413

E tu, figliuola buona, quando ti gunge nel cuore una certa ripugnanza pe' tuoi simili, per qualunque siasi ragione, o perchè di carattere che non si combina col tuo, o perchè di condizione molto più bassa e forse anche abbietta, o perchè hanno offeso te od i tuoi nella parte più delicata e con aperta ingiustizia, ed infine perchè dichiarati libertini od infami; pensa allora che Iddio ti ha insegnato ad invocarlo Padre non per te soltanto; ma altresì per essi, e che vuole che ogni giorno tu ne domandi la protezione sul loro capo come sul tuo, e su quelli che ami. Gli uomini cercarono, cercano e cercheranno di raggiungere la vera fratellanza fra di loro; l'acclamarono, l'acclameranno,... ma sempre inutilmente: ed essa non resterà che uno splendido ideale ineffettuabile. Il trionfo di ottenere la fratellanza vera non si apparteneva nè si appartiene che a Dio, il quale, padrone com'è dei cuori e delle menti, investe i suoi seguaci di tale una carità capace a superare ogni ripugnanza, ogni ostacolo e li fa tutti amici, tutti fratelli, perchè ne pone il germe fecondo nel loro medesimo cuore e nella loro coscienza. E noi ci rifiuteremo a seguire il vessillo glorioso di questo grande amante dell'umanità, del Dio fatto uomo per amor nostro? Oh! no, chè anzi quando ci sentiremo contrarietà con alcuni dei nostri prossimi, ci sforzeremo di richiamarci alla mente che anche i peccatori amino chi li ama ed obbedienti al comandoAmate i vostri nemici, fate del bene a quei che vi odiano, e siate adunque pietosi come anche il Padre vostro é pietoso, perdoneremo a chi ci ha offeso, ci agguaglieremo a coloro che si trovano in basso stato, e presteremo una mano soccorritrice all'infermo ed al tapino, senza curarci se la mano che stringiamo è rozza od incallita, ovvero tremante e macilente. Oh! la carità è pure una grande virtù, ed insieme una grande consolazione del nostro cuore! Quando all'avvicinarsi di alcune feste speciali il mondo ci si affolla intorno a presentarci un'infinità d'auguri, perchè non ci augura un po' di carità, di quella carità vera che beneficando gli altri benefica sè medesima? Lo dovremmo pur ricordare che l'Iddio nostro è tanto buono, che vuole sempre, o quasi sempre, premiarci colla soddisfazione del bene! Oh! io l'auguro ora e sempre a te la carità vera, sicura che questa ti porterà bene, non solo all'anima, ma altresì al corpo ed al cuore, perchè bramo che tu sii felice, e felice non puoi essere se il testimonio della buona coscienza non ti assicura di non aver lasciata sfuggire l'occasione di far del bene, ma che anzi ti sei sforzata di farlo il meglio che per te si possa.

Pagina 62

Galateo ad uso dei giovietti

183900
Matteo Gatta 2 occorrenze
  • 1877
  • Paolo Carrara
  • Milano
  • paraletteratura-galateo
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Pagina 67

Pagina 92

Dei doveri di civiltà ad uso delle fanciulle

188242
Pietro Touhar 2 occorrenze
  • 1880
  • Felice Paggi Libraio-Editore
  • Firenze
  • paraletteratura-galateo
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Sfuggite questo mostruoso mescuglio di fasto ridicolo e di abbietta spilorceria. Il quale avvertimento valga sì per l'interna direzione della famiglia che per le convenienze sociali. Dobbiamo: Sfuggire ogni atto di superbia e d'orgoglio nel comandare alle persone di servizio; mostrar loro gradimento dei ricevuti servigi; riprenderle al bisogno con dolcezza; far che abbiano buona maniera e rispetto per tutti; chiamarle col nome di battesimo, senza mai usare titoli spregiativi; vigilare convenientemente le loro azioni e mostrare fiducia nella loro onestà. Non dobbiamo : Lasciarci trasportare da atti di collera contro i servi; permettere che acquistino soverchia familiarità; metterli a parte dei nostri propri affari, nè dar loro a conoscere di avere grandi segreti; permettere che siano vestiti male nè che facciano sfoggio di lusso; acconsentire che prendano parte ai nostri colloqui, che facciano domande indiscrete, che rispondano con cenni e con mal garbo; dar loro del tu, nè umiliarli con atti o parole; nè usare soverchia parsimonia nel provvedere ai loro bisogni.

Pagina 40

Pagina 44

Galateo morale

197466
Giacinto Gallenga 1 occorrenze
  • 1871
  • Unione Tipografico-Editrice
  • Torino-Napoli
  • paraletteratura-galateo
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Pagina 373

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